Rimini 15 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Educazione alle Libertà.

Rimini 15 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Educazione alle Libertà.

MODERATORE

ANTONIO PANAINO è Preside della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna a Ravenna e professore ordinario di Filologia, Storia e Religioni dell’Iran. I suoi interessi scientifici si concentrano sulla storia linguistica e religiosa del mondo iranico e tardo antico, con particolare attenzione per i fenomeni di interazione culturale tra Oriente e Occidente, soprattutto nel campo della mantica astrale e dell’astronomia e astrologia antiche. Autore di diverse monografie e di circa 200 lavori tra articoli, recensioni e studi minori redatti nelle principali lingue europee e orientali. E’ direttore della sezione Emilia-Romagna dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e direttore scientifico della rivista del Grande Oriente d’Italia “Hiram”.

LUISELLA BATTAGLIA / Libertà di scegliere e dignità della persona

E’ possibile nel nostro paese una bioetica liberale, una bioetica che ponga deliberatamente al suo centro il valore dell’autonomia individuale, che riconosca una netta divisione tra sfera della morale e sfera della legge, che coltivi un autentico pluralismo etico? Nel lontano 1859 John Stuart Mill, uno dei padri del liberalismo, si interrogava, in un testo ormai classico On Liberty, sulla natura e sui limiti del potere che la società poteva esercitare sull’individuo e rispondeva formulando il ‘principio del danno’, secondo cui l’intervento della società è giustificato solo quando la condotta di un individuo è tale da nuocere agli altri e il singolo deve rispondere verso la società solo delle azioni che incidono sulla sfera di attività del prossimo. La società non ha dunque in alcun modo il diritto di definire che cosa sia il ‘bene’, sia fisico che morale di un individuo il quale, di conseguenza, non può essere costretto a fare o non fare qualcosa in base alla pretesa giustificazione che ciò sarebbe meglio per lui, lo renderebbe più felice o il suo agire sarebbe più saggio o più giusto. Ci troveremmo in tal caso in presenza di uno ‘stato etico’ che si prefigge il conseguimento di certi valori a cui la volontà del singolo deve obbedienza, anziché di uno ‘stato di diritto’ che lascia ciascuno libero di definire il proprio piano di vita, sulla base di valori spontaneamente scelti. Da qui l’importanza essenziale di quel principio di autonomia in base al quale “su se stesso, sul suo corpo, sul suo spirito l’individuo è sovrano”. E’ inevitabile oggi la domanda: il nostro è uno stato che può definirsi liberale o siamo ancora, per quanto riguarda le scelte fondamentali della nostra vita, in una condizione di minorità, sotto l’ombra protettiva di un paternalismo che nega la nostra libertà, una sorta di dispotismo illuminato di tipo nuovo, fondato sul potere della tecnologia? La tutela di una sfera di autonomia personale dalle interferenze del potere politico e religioso era la preoccupazione di Mill ed è, o dovrebbe essere, anche la nostra. La sua opera risulta singolarmente attuale se letta alla luce del dibattito cruciale, in ambito bioetico, sulle questioni poste dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche e sul loro impatto sulla nostra vita, sulla stessa immagine della nostra umanità. Mill appare schierato a difesa della libertà individuale, sostenitore, diremmo oggi, di un ‘diritto mite’, di una ‘legislazione leggera’ che dia ampio spazio alla coscienza del singolo più che alla responsabilità forzata da parte della legge. “La libertà che sola merita questo nome – si legge in quello che potrebbe chiamarsi un vero e proprio manifesto della società liberale – è la libertà di cercare il nostro bene personale come meglio crediamo, finché non priviamo gli altri del loro o non ne ostacoliamo gli sforzi per procurarselo. Ognuno è custode naturale delle proprie facoltà, sia fi

Rimini 14 aprile 2007 – DICO: Massoneria: Grande Oriente d’Italia, “no a un nuovo braccio di ferro tra la dottrina della fede e la società civile”.

Rimini 14 aprile 2007 – DICO: Massoneria: Grande Oriente d’Italia, “no a un nuovo braccio di ferro tra la dottrina della fede e la società civile”.

“Su un tema così importante come quello dei DICO è indispensabile un confronto sereno e aperto evitando un nuovo braccio di ferro tra la dottrina della fede e la società civile. Questa problematica non può essere affrontata attraverso proclami, scomuniche e richiami alla famiglia naturale senza una riflessione sulla complessità della vita di relazione”.

Lo ha detto l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, durante la seconda giornata dei lavori della Gran Loggia 2007 “Pedagogia delle libertà”, in corso di svolgimento a Rimini.

“Si difende, a giusto titolo – ha detto ancora Raffi – proprio la famiglia naturale, che in realtà è il frutto di una complessa evoluzione storica e sociale, mentre non si ricorda che nel nostro paese è diventato drammatico per le donne lavoratrici avere figli, senza strutture adeguate e senza servizi degni di questo nome; si dimentica la problematicità del sistema delle adozioni, oltre al fatto che la possibilità di trovare un lavoro stabile alza sempre di più l’età media dei giovani che entrano finalmente nella dimensione del mondo degli adulti”.

“Abbiamo però anche qualche dubbio sul fatto che la famiglia naturale – ha concluso – una volta costituita secondo il rito concordatario, possa essere sciolta dai tribunali rotali, cancellando giuridicamente anche gli effetti civili, come se nulla fosse mai accaduto. Si danno, in questo modo diverse e fortemente squilibrate a svantaggio della dignità di uno Stato Laico”.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 14 aprile 2007 – Eutanasia: Massoneria: Raffi (Goi), “ogni essere umano possa restare padrone della sua vita e della sua morte”.

Rimini 14 aprile 2007 – Eutanasia: Massoneria: Raffi (Goi), “ogni essere umano possa restare padrone della sua vita e della sua morte”.

“Lo Stato laico ha il pieno dovere di rispettare il dolore e, nei casi stabiliti, riconoscere la legittimità da parte del singolo di sottrarvisi, poste determinate condizioni. Una sorta di dittatura morale sul corpo malato viene, invece, spacciata come valore universale, mentre si tratta piuttosto di un’imposizione illiberale di stampo totalitario. Vorremmo che ogni essere umano date certe condizioni ben definibili sul piano scientifico e deontologico, possa restare padrone della sua vita e della sua morte e non giacere come un prigioniero incatenato ad un corpo che è divenuto per lui solo una prigione inaccettabile”.

Lo ha detto l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, durante la seconda giornata dei lavori della Gran Loggia 2007 “Pedagogia delle libertà” in corso di svolgimento a Rimini.

“I Massoni – ha detto ancora – non hanno timore di interrogarsi sul tema del dolore e della morte, ma anche di porsi qualche interrogativo nel merito sulla questione del diritto di concludere con dignità il cammino dell’esistenza. La vita è certamente un dono, e rispettiamo coloro che ritengono inaccettabile abbandonarla anzi tempo anche se posti nelle peggiori condizioni. Si tratta di una convinzione che fonda le sue ragioni in motivazioni profonde e serissime, ma tale convinzione dovrebbe legittimamente determinare le scelte di coloro che la professano, e non ricadere come un diktat valido per tutti”.

Raffi ha infine ricordato che “ci sono momenti dell’esistenza – o di un’esistenza che non è più pienamente tale – davanti ai quali lo Stato dovrebbe rispettare la dignità e la libertà di coscienza del cittadino, di chi in particolare patisce in prima persona; momenti in cui il giudizio altrui debba essere sospeso ed in cui le diverse opzioni etiche, religiose, culturali e spirituali abbiano il pieno diritto di coniugarsi nella loro libertà, ma anche nella loro diversità. Non è ammissibile che una sola pretesa verità assoluta possa essere imposta alla comunità civile come l’unico vincolo etico-morale da accettare senza deroghe”.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 14 aprile 2007 – Grande Oriente: sottosegretario de Paoli, “Massoneria baluardo della difesa della libertà”. Gran Maestro Raffi, “Grande soddisfazione per questo riconoscimento”.

Rimini 14 aprile 2007 – Grande Oriente: sottosegretario de Paoli, “Massoneria baluardo della difesa della libertà”. Gran Maestro Raffi, “Grande soddisfazione per questo riconoscimento”.

“La Massoneria è stata un baluardo nella difesa della libertà del cittadino pagandone un prezzo durissimo soprattutto durante il fascismo, periodo durante il quale ne era stata decretata la sua messa fuorilegge”.

Lo ha detto agli oltre duemila massoni in rappresentanza degli oltre diciottomila iscritti e alle venticinque delegazioni di altrettante Grandi Logge estere il sottosegretario alle politiche giovanili, Elidio de Paoli, intervenendo a Rimini (“a nome del Governo”) alla Gran Loggia 2007.

“L’apertura al pubblico, ai rappresentanti delle Istituzioni e alla stampa della maggiore della vostra massima assise annuale – ha detto ancora de Paoli, sottolineando anche la sua presenza ufficiale a nome del Governo – rappresenta una straordinaria azione di trasparenza che va valutata molto positivamente.”

“Da parte mia – ha commentato il Gran Maestro Raffi – non posso che esprimere la più viva soddisfazione per il riconoscimento che giunge alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani da un rappresentante del Governo. Esso si aggiunge alle affermazioni di qualche mese fa dello storico Paolo Prodi che aveva definito il Grande Oriente d’Italia come ‘una delle più importanti agenzie produttrici di etica che abbia creato dal suo seno la storia dell’Occidente’: entrambe le dichiarazioni rappresentano una ulteriore dimostrazione della giustezza della strada da noi intrapresa volta a creare la vera Massoneria di popolo”.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 14 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Libertà Future.

Rimini 14 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Libertà Future.

MODERATORE

ALESSANDRO MELUZZI, psichiatra, psicoterapeuta, insegna Genetica del Comportamento Umano presso l’Università di Siena ed è direttore del Master in Counseling e Psicoterapie Brevi per l’Empowerment dell’Università di San Marino e docente ordinario dello stesso Ateneo. Membro della “Conferenza Nazionale Permanente” per il programma Oms per la formazione psico-sociale dell’operatore della salute.
È presidente di numerose associazioni scientifiche e svolge attività direttore sanitario e di consulente presso varie comunità terapeutiche. Già parlamentare in due legislature, è autore di circa 200 saggi scientifici su riviste italiane ed estere e fa parte del comitato scientifico di “Hiram”, organo ufficiale del Grande Oriente d’Italia. E’ giornalista pubblicista e collabora con numerose testate giornalistiche della carta stampata e televisive.

ANTONIO BALDASSARRE / Il nuovo stato di diritto. Nuove forme di governo

Un discorso sulle “libertà. future” va inquadrato, perché sia realistico, nell’ambito della situazione attuale delle tradizionali libertà individuali. Mai come ora queste ultime sono state tanto insicure e problematiche, perché, se in passato gli attacchi venivano dall’esterno delle democrazie, ora il pericolo viene dall’interno (anche se è rafforzato da cause esterne). Nei secoli passati – dalla fine del Settecento a poco più della metà del Novecento – lo sviluppo delle libertà individuali e del “costituzionalismo” s’è realizzato in un contesto teorico e pratico dominato dal razionalismo. La convinzione che l’essenza umana consistesse nel valore della libertà individuale, eguale per tutti, era bilanciata dalla concezione di un quadro istituzionale stabilito per fornire prestazioni di certezza e di universalità. L’insegnamento che proveniva da Locke o da Madison era freedom under law. In questo senso aveva ragione Mc Illwain a dire che la costituzione (democratica) era la “positivizzazíone del diritto naturale”.
Secondo l’impostazione razionalista classica, il costituzionalismo (liberale) rappresenta il fattore di stabilità che accompagna l’evoluzione del pluralismo sociale e culturale (in origine religioso): nella costituzione, infatti, sono “consacrati” i valori comuni, in cui tutti si riconoscono. Secondo il ‘credo’ madisoniano, reso famoso in Europa da Tocqueville, i valori costituzionali di libertà e di giustizia debbono fungere da “limite” all’onnipotenza della politica e alle prepotenze delle maggioranze. A garanzia di quei valori sono chiamati a operare i giudici, guardiani imparziali del “patto del popolo”.
Questo sistema ha ben funzionato finché sono state vitali due condizioni storiche: il riconoscimento all’interno delle società del potere “direttivo” di determinate élites (sociali/ politiche/culturali) e il monopolio statale dell’autorità politica. Le prime stabilivano, con la loro esemplarità, il “limiti naturali” della libertà oltre i quali c’era la licenza; il secondo possedeva tutte le leve politiche e giuridiche dirette a garantire la certezza giuridica e il rispetto delle regole. Ambedue le condizioni storiche sono venute meno oggi: la prima condizione s’è sgretolata per motivi vari, che hanno favorito l’emergere a livello popolare di una miscela filosofica di “liberazione personale” e di un democraticismo di tipo nazional-popolare. La seconda condizione è venuta meno soprattutto a causa della “globalizzazione”, che, se moltiplica la ricchezza e la distribuisce fra più aree del mondo, accresce però l’insicurezza sia giuridica che politica (crisi della legalità, terrorismo globale, etc.), con un drammatico effetto boomerang sulle libertà individuali anche a livello statale (abbassamento del livello delle garanzie, ottundimento del sentimento favorevole alle

Rimini 13 aprile 2007 – Bagnasco: Raffi (Goi) “solidarietà della Massoneria per gli ignobili attacchi”.

Rimini 13 aprile 2007 – Bagnasco: Raffi (Goi) “solidarietà della Massoneria per gli ignobili attacchi”.

“Esprimo a monsignor Bagnasco tutta la mia personale solidarietà e vicinanza, assieme a quelle dei Massoni tutti, per gli ignobili attacchi e per le inaudite minacce cui è stato oggetto nei giorni scorsi”.

Lo ha detto oggi il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, aprendo i lavori della Gran Loggia 2007.

“Soprattutto in questo particolare momento – ha detto ancora – si rende necessaria la forza delle idee che si deve contrapporre all’idea della forza: la violenza va condannata e combattuta sempre e comunque anche quando si dissente dal pensiero dell’altro.”

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Cossiga, Grande Loggia Goi 2007, “i Massoni strumento di lotta per le libertà”.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Cossiga, Grande Loggia Goi 2007, “i Massoni strumento di lotta per le libertà”.

“La vostra Fratellanza come strumento di lotta per le libertà”.
Lo scrive il Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, in un messaggio inviato al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, in occasione della Gran Loggia 2007, apertasi oggi a Rimini.

“Non massone, ma di famiglia massonica – scrive Cossiga – da cattolico, da liberale, e da repubblicano ho sempre difeso la vostra Fratellanza come strumento di lotta per la libertà”.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Gran Loggia 2007; Raffi (Goi) “preoccupati per laicità dello Stato”. “Ogni tema cruciale diventa oggetto di un negoziato tra teologia e mondo laico in un inqualificabile mercato delle libertà”.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Gran Loggia 2007; Raffi (Goi) “preoccupati per laicità dello Stato”. “Ogni tema cruciale diventa oggetto di un negoziato tra teologia e mondo laico in un inqualificabile mercato delle libertà”.

“Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per la laicità dello Stato che si sta profondamente annacquando. Come Massoni ci sentiamo fortemente colpiti dalla inadeguatezza con cui aspetti etici fondamentali per tutta la nostra società vengono trattati: ogni tema cruciale diventa oggetto di negoziato tra teologia e mondo laico, tra proclami da crociata e richiami al dogmatismo religioso e accordi più o meno sottobanco, in un mercato delle libertà che ci appare inqualificabile”.

Lo ha detto l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, nel corso della suo intervento pubblico nel corso dei lavori della Gran Loggia 2007 “Pedagogia delle libertà”, apertasi oggi a Rimini alla presenza di oltre duemila massoni e di venticinque delegazioni di Grandi Logge estere.

“Le invettive contro il laicismo e, soprattutto, contro il relativismo di cui la Massoneria sarebbe uno dei principali colpevoli – ha detto ancora Raffi – sono argomentate solo sulla base di una faziosità aprioristica. Il relativismo è, invece, proprio di coloro che non sanno uscire da una cornice ristretta senza che essa sia mai soggetta a discussione e, come invece accade nelle scienze moderne, al criterio di falsificabilità”.

Raffi ha poi ricordato che “il Grande Oriente d’Italia non ha finalità partitiche o interesse nell’azione politica, che deve svolgersi conformemente alle regole democratiche in altri contesti ed in altri ambiti istituzionali”.

“La nostra funzione – ha proseguito – è invece, quella di stimolare la società civile su temi qualificanti, intorno ai quali riteniamo di poter portare un contributo sereno e razionale, in modo da prendere parte al difficile cammino di costruzione di un contesto civile migliore e più giusto”.

Intervenendo infine sui temi della scuola Raffi ha ribadito, ancora una volta, “l’importanza della scuola pubblica e della formazione universitaria, così come dell’educazione permanente degli adulti”.

“Ogni investimento dedicato ai giovani, alla costruzione di una identità forte, matura, attenta ai cambiamenti epocali ed alle sfide della modernità – ha concluso – non può che ritornare in futuro decuplicato nei suoi effetti: il cittadino viene formato a partire dall’asilo, attraverso la serietà e la professionalità di coloro che ne curano la crescita”.

La Gran Loggia proseguirà domani con i Lavori Rituali e con altre iniziative culturali e di approfondimento. Tra queste, la Tavola Rotonda “Libertà future” con gli interventi di Alessandro Meluzi, Giulio Giorello, Antonio Baldassarre, Oscar Giannino e Morriz Grezzi. Chiuderà la giornata il concerto “Stralunato recital – live” di Antonello Ruggiero.

La Gran Loggia si concluderà domenica 15 con l’ultima Tavola Rotonda su “Educazione alla libertà” con gli interventi di Antonio Panaino, Luisella Battaglia, Dino Cofrancesco, Giuseppe Sapadafora.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Grande Oriente d’Italia a Napolitano, “possibile creare una società più giusta”.

Rimini 13 aprile 2007 – Massoneria: Grande Oriente d’Italia a Napolitano, “possibile creare una società più giusta”.

“La Massoneria italiana rivolge un saluto deferente al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, simbolo dell’unità del Paese. I liberi muratori del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, la più antica e riconosciuta istituzione massonica italiana, riuniti a Rimini in occasione della Gran Loggia 2007, ribadiscono la loro forte e convinta adesione ai valori laici di libertà, di eguaglianza, e tolleranza alla cui affermazione hanno storicamente sempre dato un grande contributo nella costituzione dell’Unità d’Italia”.

E’ quanto sui legge in un telegramma inviato al Presidente della Repubblica dalla Gran Loggia 2007 del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani apertasi oggi a Rimini alla presenza di oltre duemila massoni e di venticinque delegazioni di Grandi Logge estere.

“I Massoni del Grande Oriente d’Italia ribadiscono, ancora una volta – si legge ancora – la più assoluta osservanza della Costituzione repubblicana ed alle Leggi che ad essa si conformano e la più assoluta lealtà verso le Istituzioni democratiche del Paese. Sottolineano come solo con l’affermazione dei valori propri della personalità umana sarà possibile creare una società più giusta, rispettosa delle minoranze e in grado di dare risposte alle esigenze dei più deboli, degli oppressi e degli emarginati certi”.

“Ricordano oggi, infine, a duecento anni dalla nascita – conclude il telegramma – il loro Gran Maestro Giuseppe Garibaldi modello esemplare e massimo artefice della Nazione finalmente liberata dal giogo delle tirannie straniere”.

Silvia Renzi, 338 2366914,
comunicazione e rapporti con la stampa.

Rimini 13 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Libertà Civili.

Rimini 13 aprile 2007 – Tavola Rotonda. Libertà Civili.

SERGIO MORAVIA – MODERATORE

SERGIO MORAVIA è professore ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Firenze. Studioso di fama internazionale, ha tenuto corsi e lezioni in Francia, Germania e Stati Uniti. Si è occupato di Illuminismo, di storia ed epistemologia delle scienze umane, del pensiero francese contemporaneo e, più recentemente, di filosofia della mente e dell’esistenza. Tra le sue opere principali: “Il tramonto dell’Illuminismo” (1968 e 1986), “La ragione nascosta” (1969); nuova edizione “Ragione strutturale e universi di senso, Saggio su Lévi Strauss” (2005); “La scienza dell’uomo nel Settecento” (1970 e 2000); “Introduzione a Sartre”, (1973 e 2004); “Il pensiero degli idéologues”, (1974); “Filosofia e scienze umane nell’età dei lumi” (1982 e 2000); “L’enigma della mente”, (1986 e 1999) “L’enigma dell’esistenza”, (1996); “L’esistenza ferita”, (1999). Ha curato, insieme a Zeffiro Ciuffoletti, il volume “La Massoneria. La storia, gli uomini, le idee”, (Milano, Oscar Mondatori, 2004 e 2005).

ROBERTO BALZANI / La religione civile
Il tema della religione civile attraversa la cultura classica, riaffiora nell’intensa stagione del Rinascimento italiano e, infine, approda alle società contemporanee, collegandosi ai processi di secolarizzazione e di nazionalizzazione in corso fra XVIII e XIX secolo. A questi processi di massa, e quindi ben distinti dalla «memoria», per lo più letteraria, dell’età classica e umanistica, occorre far riferimento per comprendere le dinamiche delle religione civile nel mondo attuale. In primo luogo, va affermata la distinzione fra «religione civile» e «religione politica», per lo più collegata a un’identità di partito o di movimento; ed, in secondo luogo, bisogna evitare di confondere la «religione civile» con lo «stato etico», altro prodotto della traslazione del sacro nella fase di laicizzazione della società europea. La religione civile non è un surrogato della religione tout court; essa designa, piuttosto, una disponibilità collettiva e diffusa ad andare oltre il proprio interesse e il proprio diritto in nome di un «bene comune» (che nelle liberal-democrazie spesso è identificato dalle carte costituzionali); e trova nell’idea di dovere, espressione di un senso di obbligazione morale senza fondamenti immediatamente utilitaristici, il proprio fondamento antropologico.

ROBERTO BALZANI è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna. Fa parte del comitato scientifico dell’Istituto di ricerca “Carlo Cattaneo” di Bologna, del comitato di direzione della rivista “Memoria e Ricerca” e del comitato di redazione di “Contemporanea”. Dal maggio 2005 è membro del consiglio d’amministrazione dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana di Cesena. Collabora al Laboratorio interdisciplinare per il patrimonio culturale della Scuola Normale Superiore di Pisa, diretto dal professor Salvatore Settis. È presidente nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana dal 2003. Tra i suoi ultimi lavori, la cura dei “Discorsi parlamentari” di Giosué Carducci (Bologna, Il Mulino, 2004).

ALBERTO MELLONI / La libertà religiosa
Il relatore si sofferma sul modo in cui si sono formati, nella rottura della modernità, i paradigmi apparentemente contrapposti e in realtà fortemente convergenti sulla impossibile coniugazione fra libertà ed esperienza religiosa. In realtà, dal punto di vista storico, il tempo che ha reso queste forzature ideologiche così diffuse e consolidate, è anche quello nel quale il problema di radicare la libertà all’interno dell’esperienza religiosa si è fatto più forte: un intero patrimonio di riflessioni su diritti è tornato alla