Livio Zambeccari

Nato a Bologna nel 1802, figlio del conte Francesco ufficiale della marina spagnola e ideatore di un tipo di aerostato, Livio Zambeccari emigrò, dopo la rivoluzione del 1820-22, prima in Spagna dove fu ufficiale d’ordinanza del generale Riego (1823), e poi in America. Qui combattè nella Legione Italiana di Montevideo, per i repubblicani dell’Uruguay e di Rio Grande do Sul. Catturato dalle truppe brasiliane, fu prigioniero a Rio de Janeiro per tre anni (1836-29). Graziato, tornò in Italia nel 1841, Zambeccari partecipò attivamente agli avvenimenti che portarono all’Unità del paese: fu tra i protagonisti dei moti mazziniani in Romagna tra il 1843 e il 1845 e, nel 1848, prese parte alla prima guerra d’indipendenza come comandante del battaglione volontario dei Cacciatori del Reno, distinguendosi per varie operazioni, soprattutto nel Veneto. Nel 1849, deputato alla Costituente romana, ebbe il comando della piazza d’Ancona che dovette cedere agli Austriaci. Dopo la caduta della repubblica emigrò a Corfù, Atene e poi Torino. Qui, fu tra i fondatori della Madre Loggia Ausonia l’8 ottobre 1859 e, verso la fine del 1860, resse l’interim della Gran Maestranza del Grande Oriente Italiano, sedente in Torino. Garibaldi, in quell’anno, lo chiamò a Napoli nominandolo ispettore generale dell’esercito. Sempre nel 1860, Zambeccari fondò la Loggia “Concordia Umanitaria” di Bologna. Nel 1862 fu membro effettivo della Loggia “Osiride” di Torino. Morì a Bologna nel 1862.