Laj, Cipollone, Varcasia

Guido Laj, nato a Messina il 16 aprile del 1880, era dottore in giurisprudenza. Politico e funzionario pubblico integerrimo, fu dapprima segretario presso il Ministero della Pubblica Istruzione, arrivando fino al Consiglio di Stato. Aderì al Partito Socialista Riformista Italiano già dalla nascita del partito nel 1912. Prese parte come volontario alla prima guerra mondiale, venendo in seguito decorato al valor militare. Tra il 1920 ed il 1922 fu assessore comunale a Roma (servizi tecnologici). Dopo il 1922 scrisse su Il Mondo, quotidiano politico fondato da Giovanni Amendola, dalle cui pagine svolse una costante attività di opposizione nei confronti dell’amministrazione comunale romana, ormai orientata su posizioni filo-fasciste. Guido Laj fu tra i funzionari pubblici che rifiutarono la tessera del Partito Nazionale Fascista. Nel novembre del 1924 aderì all’Unione Nazionale di Amendola. Dopo la liberazione dal regime, fu prosindaco di Roma dal giugno 1944 al dicembre 1946. Entrò nel Grande Oriente d’Italia il 20 marzo 1906, nella loggia romana “Rienzi”, divenendo poi maestro venerabile l’11 aprile 1916. Alla caduta di Mussolini, riprese l’attività massonica nella Loggia Cola di Rienzo di Roma e tra il 1943 ed il 1945 resse il comitato di maestranza del Grande Oriente d’Italia, insieme con Umberto Cipollone e Gaetano Varcasia. Il 18 settembre 1945 fu eletto Gran Maestro, il primo dopo la dittatura fascista, e rimase in carica fino al giorno della sua morte avvenuta a Roma il 5 novembre 1948. Guido Laj, insieme a Umberto Cipollone, è considerato tra i principali artefici della ricostituzione della Massoneria italiana nell’immediato secondo dopoguerra.

Approfondimenti: Anna Maria Isastia, Guido Laj, L’eredità di Nathan. Guido Laj (1880-1948) prosindaco di Roma e Gran Maestro, Carocci, 2006.


Lancianese, Umberto Cipollone nacque nel 1883. Avvocato e parlamentare (fece parte della Consulta nazionale dal 25 settembre 1945 al 24 giugno 1946) è stato più volte alla guida del Grande Oriente d’Italia: dal 1943 al 1945 nel comitato di gran maestranza che resse l’istituzione al suo risveglio dopo la caduta del governo mussoliniano; nel 1949 come Gran Maestro pro tempore, dopo la morte di Guido Laj e prima dell’elezione di Ugo Lenzi; dalla fine del 1957 e fino al 1960, anno della sua morte. Nel 1945 fu membro della Consulta e anche prosindaco di Roma. Nel novembre del 1924 aveva aderito all’Unione Nazionale di Giovanni Amendola. Iniziato Libero Muratore nella Loggia “Fra’ Dolcino” di Lanciano il 13 giugno 1912, raggiunse i gradi di compagno d’arte e di maestro il 14 febbraio. Nel 1925 fu consigliere dell’Ordine e apparteneva al Rito Scozzese Antico e Accettato. Si dedicò assiduamente al caso giudiziario sull’esproprio di Palazzo Giustiniani da parte del Demanio.


Gaetano Varcasia nacque a Palmi il 27 settembre 1877. Iniziato Libero Muratore nella Loggia Losanna di Napoli il 12 novembre 1909. Raggiunse il grado di compagno il 7 giugno 1910 e quello di maestro il 14 novembre successivo. Dal 1921 al 1923 fu maestro venerabile della sua loggia. Strenuo oppositore del regime fascista, nell’agosto del 1943 accolse l’invito di Umberto Cipollone “per la ripresa in piena luce dell’attività della Massoneria”. Nel luglio del 1944 entrò a far parte del Comitato della Gran Maestranza, con Guido Laj e Cipollone, assumendo principalmente un ruolo amministrativo nella sede romana di Via Brofferio. Con l’elezione di Guido Laj a Gran Maestro, fu nominato Direttore Generale di Segreteria del rinato Grande Oriente d’Italia. Fu tra i fondatori e primo maestro venerabile della Loggia Cola di Rienzo di Roma. Con Umberto Cipollone e Giuseppe Guastalla, Gaetano Varcasia fu il riorganizzatore del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato. Per i suoi meriti, nel marzo 1949, fu nominato Gran Maestro Onorario. Morì il 27 giugno 1955.