Categoria: Rassegna Stampa
Roma 10 giugno 2010 – (Adnkronos) PD: Raffi (GOI), Dibattito su Massoneria? Forse è morta la politica. Bene conoscere associazioni ma indagini anche su circolo della briscola.
Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, risponde all’ADNKRONOS.
1) “Perche’ in questi giorni nel Pd infuria la polemica sui militanti massoni? Per una ragione politica, ideologica, etica o altro?”.
“A dire il vero – ribatte Raffi – mi sovviene una battuta del Marchese del Grillo, quando il papa lo interroga sul perchè ha fatto suonare le campane a morto: ‘Perchè è morta la giustizia – risponde – Io non ho pagato il mio ebanista, e lui è finito in galera’. Io direi: perchè è morta la politica, perchè i grandi dibattiti oggi non si rinvengono, perchè il profilo dell’uno o dell’altro è difficilmente percepibile. Mi sembra veramente che siamo di fronte a una tempesta in un bicchiere d’acqua, laddove invece il paese sta navigando in un mare aperto dove infuria un uragano, perchè il mare è agitato dai problemi internazionali e in Italia anche da quelli morali. Andare a fare una battaglia sull’appartenenza o meno di un iscritto alla massoneria, mi sembra veramente fuori luogo. Dall’altro lato, però, questo dibattito che all’inizio avevo visto in maniera disturbata e sgradevole, poi alla luce della decisione assunta dai garanti del Pd, apre a un discorso serio perchè significa conoscere un fenomeno, andare alle fonti e verificare le documentazioni. Questo è un passo verso la civiltà. Ma dopo questo tracciato, alcuni sono insorti e, forse, i problemi diventano altri: c’è un’insofferenza a convivere nella casa partitica? Se un’indagine viene svolta nei confronti della Libera Muratoria, si faccia anche per altre associazioni cui si fa riferimento, anche il circolo della briscola. Non dico l’Opus Dei, perchè sarebbe troppo facile…”
2) “Non c’è da pensar male quando nel cortile di Casa Italia certe polemiche si scatenano così, all’improvviso, senza una chiara ragione particolare?”.
“E’ più facile – ribatte l’avvocato ravennate dal 1999 alla guida del Goi – porsi la mano davanti agli occhi e non vedere. Appare una volontà di distogliere l’opnione pubblica dai reali problemi. Lo dico non solo per la polemica interna che sta vivendo una grande formazione politica, come quella del PD ma perchè è un segno del male italico. Sembra di trovarsi altrove, non lungo le strade che calpestiamo ogni giorno. Ma tant’è…”.
Ascolta l’audio dell’intervista.
(AdnKronos) 10 GIU 2010
Roma 9 giugno 2010 (IlFoglio.it) Meglio Gramsci che Dan Brown. Perché le scelte sulla massoneria sono un buon segnale per i democratici.
Problema: è possibile oppure no essere democratici e pure massoni? A questa piccola domanda, che per due settimane ha catturato l’attenzione dell’intero gruppo dirigente del Pd, sembra esserci finalmente una timida risposta. Una risposta che, con tanti se, con tanti ma e con tantissimi periodi ipotetici del terzo tipo, pare comunque essere qualcosa di simile a un bel “sì”. Dopo una lunghissima fase istruttoria che ha tenuto impegnato a lungo la più importante tra le commissioni del Pd (quella di garanzia) lunedì sera Luigi Berlinguer ha spiegato che sì, si può essere allo stesso tempo massoni e iscritti al Pd: a patto che al momento di aderire al partito si dimostri che l’appartenenza a una qualsiasi associazione (vale per la massoneria ma vale anche per l’Opus dei, per gli scout o, per dire, per l’Aspen Institute) non è incompatibile con la vita del partito.
Dietro la vivace disputa sulla compatibilità della massoneria non vi sono però soltanto oscure evocazioni di grembiulini o misteriose riunioni danbrowniane convocate da loschi figuri incappucciati. Il dibattito sul massone democratico sfiora infatti una delle questioni più delicate nella vita del Pd e riguarda la sua identità. Qualcuno sostiene che la formula elaborata dalla commissione contenga comunque l’intenzione di voler far scontare una pena a chiunque appartenga a una qualsiasi lobby o associazione. Ma, come ogni sforzo che viene fatto nel Pd per tentare di mettere insieme sensibilità diverse, la decisione dei garanti andrebbe in realtà letta in modo positivo.
E nel suo piccolo – per citare il Gramsci che nel 1925 intervenne su questo tema alla Camera (“Chi è contro la massoneria è contro il liberalismo”) – quella fatta dal Pd potrebbe persino suonare come una scelta liberale. Sarebbe bello che i democratici capissero che il Pd dà il suo meglio quando esercita con intelligenza la sua forza centripeta e non quando tende a coltivare con miopia le sue elitarie vocazioni minoritarie. Ma intanto non può che far piacere sapere che nel Pd c’è ancora qualcuno che preferisce ripassarsi il vecchio Gramsci piuttosto che lasciarsi incantare dalle complottistiche e sconclusionate teorie alla Dan Brown.
(IlFoglio.it) 9 GIU 10
Roma 9 giugno 2010 (Affaritaliani.it) “Io, politico di sinistra e massone”. Parla il numero 2 del Grande Oriente.
Un fatto è certo, i massoni del Partito Democratico, che dovranno ora rivelarsi, sono a bizzeffe. Un totale di oltre 4 mila su quasi 21 mila iscritti in 744 logge, il 50 per cento dei quali concentrati in Toscana, Calabria, Piemonte, Sicilia, Lazio e Lombardia, con la maggiore densità assoluta a Firenze e Livorno. Di questi almeno 4 mila diessini, molte centinaia ricoprono cariche politiche, amministrative o dirigenziali, come in passato il Gran Maestro aggiunto Massimo Bianchi, che è stato vicesindaco socialista di Livorno e che sceglie Affaritaliani.it per svelare i segreti della Massoneria.
Che cosa ne pensa dell’apertura del Pd ai massoni?
“Mi sembra una delibera equilibrata, nel senso che un partito ha il diritto di sapere chi ha tra i propri iscritti. L’importante è che non sia poi usato come oggetto di discriminazione di una categoria. La delibera, almeno per come si è letta, dice che se si vuole aderire al partito si devono far conoscere le appartenenze. E’ una cosa chiara insomma…”.
Lei è stato vicesindaco di Livorno, come è stata accettata questa sua carica?
“Ho fatto il vicesindaco socialista con tre sindaci comunisti. Ero già iscritto alla Massoneria dal ’67 e ho fatto il consigliere comunale nel ’70, sono stato poi segretario provinciale della federazione socialista, assessore provinciale nel ’75 e vicesindaco nell’80”.
Che cosa ha voluto dire fare il vicesindaco a Livorno?
“Vuol dire essere parte della tradizione della città. Una città che ha dato nella sua storia i natali a massoni illustri come Adriano Lemmi. Io non ho mai avuto problemi. La mia appartenenza alla Loggia è sempre stata conosciuta. Non l’ho mai nascosta. Anzi, l’ho sempre scritta nel curriculum”.
Bisogna dichiarare secondo lei di essere massoni e far parte della Loggia?
“Se il partito Democratico ritiene che del potenziale iscritto si debba conoscere a che cosa è iscritto è una cosa giusta che smorza la polemica che c’è stata dalla parte cattolica”.
Quanti sono i massoni in politica?
“Questo non lo sappiamo. A chi viene da noi non si domanda di che religione è e a che cosa appartiene. La gran maestranza si è sempre tenuta lontana dalla vicende politiche. Noi non abbiamo l’obbligo di dichiarare per chi votiamo e in cosa crediamo”.
Carlo Azeglio Ciampi è di Livorno. Si dice che sia massone…
“Non ne parliamo nemmeno. E’ stato un esponente della cultura laica che nel nostro Paese è deficitaria. E’ una leggenda metropolitana quello della sua appartenenza alla Massoneria”.
Conosce nomi illustri che fanno parte delle Logge?
“Per la Massoneria succede quello che succedeva in politica: quando non si sapeva di che partito era una persona era automaticamente socialista. Cominciando da Gesù Cristo. Io non sapevo di Ezio Gabrieli”.
Che cosa pensa delle donne nella Massoneria…
“Sono contrario. Ma c’è una soluzione. Esiste in Italia una gran loggia femminile, solo femminile però. Io sono contrario alle logge miste, al di là che il nostro regolamento lo vieta”.
(Affaritaliani.it) 9 GIU 10
Roma 9 giugno 2010 (Affaritaliani.it) Retroscena / Bersani ha indossato il “grembiulino”. Ecco perché il Pd si apre ai massoni.
Si può essere massoni e iscritti al Pd a patto che la loggia non sia segreta e che, al momento di aderire al partito, si dichiari l’appartenenza a qualsiasi associazione così da consentire la verifica. Questa la decisione dei garanti del Partito Democratico che, di fatto, non sbarrano la strada alla massoneria, anche se impongono regole di trasparenza che varranno per tutti coloro che, oltre al Pd, fanno parte di altre aggregazioni laiche o religiose che siano. Decisione che però non placa i maldipancia degli ex Popolari. Beppe Fioroni in testa.
Ma perché Pierluigi Bersani ha accettato di lasciare aperte le porte dei Democratici alla massoneria? Semplice, spiega un parlamentare del Pd. In Romagna e in Toscana esiste da decenni una numerosa componente di massoni, storicamente anti-clericale e legata anche al vecchio Partito Repubblicano. Per questo motivo, nonostante il timore di clamorose uscite da parte dei cattolici (occhi puntati sui TeoDem rimasti nel Pd), il segretario ha deciso per una linea morbida. Troppo forte il pericolo di perdere consensi nelle Regioni rosse e nelle roccaforti della sinistra
Nel frattempo Ezio Gabrielli, l’assessore di Ancona costretto alle dimissioni dopo aver dichiarato di essere affiliato al Grande Oriente d’Italia, è sospeso dal partito. I garanti hanno deciso che potrà rientrare nel Pd se dimostrerà che la sua loggia massonica non è segreta e non ha fini contrari al codice etico e allo statuto. Ma, d’ora in poi, l’obbligo di dichiarazione preventiva varrà per tutte le associazioni, bocciofila o Opus Dei che sia. “È una delibera che riguarda tutte le associazioni – spiega il presidente della commissione di garanzia Luigi Berlinguer -. È una delibera contro tutte le organizzazioni segrete o riservate e contro un male tipicamente italiano, quello della raccomandazione. È una delibera all’insegna della trasparenza come valore fondante di una società democratica”.
Ma la decisione dei garanti non placa i critici. “Il nodo è politico – afferma Giuseppe Fioroni – e afferisce alla politica e non alle garanzie dello statuto perché è necessario sapere se l’autonomia e la libertà del Pd sono compatibili o no con l’appartenenza alla massoneria. La commissione – prosegue – ha individuato un percorso così complicato e farraginoso che spero, visto che sarà applicato a tutti, che non faccia passare la voglia di essere iscritti. Ma soprattutto si affida alla discrezionalità di valutazioni ciò che dovrebbe essere oggettivo e soprattutto dimostra, come detto dal presidente della commissione, che oggettivamente si è in presenza di sensibilità diverse dentro il Pd.
Ancora più deciso il giudizio di un altro ex Popolare, il senatore Lucio D’Ubaldo che si spinge fino ad invidiare le regole del Carroccio: “Spiace dirlo, ma la decisione della Commissione dei Garanti del Pd non mette un punto fermo sulla vicenda degli iscritti alla massoneria. Bossi è più chiaro”. Soddisfatto, invece, l’avvocato Ezio Gabrielli il cui caso, assieme a quello di un altro assessore Pd del comune di Scarlino (Grosseto), aveva scatenato il dibattito. “Mi pare una decisione aperta – commenta – e che, comunque, non vi sia alcun tipo di discriminazione della massoneria rispetto ad altre associazioni. È un fatto importante”. Quello della commissione, aggiunge, “è un giudizio più completo dovrò leggere attentamente la decisione, ma ripeto che mi sembra importante il fatto della non discriminazione”.
Quanto alla presunta segretezza della massoneria e, in particolare della maggiore obbedienza massonica italiana, Grande Oriente d’Italia, Gabrielli ricorda le parole del gran maestro Gustavo Raffi, che aveva sottolineato come si tratti di una associazione alla luce del sole, i cui iscritti giurano fedeltà alla Costituzione e il rispetto delle leggi italiane
Roma 9 giugno 2010 – (ANSA) PD: Massoneria; Raffi oltre 4000 iscritti alle logge.
I massoni del Pd sono oltre 4 mila su quasi 21 mila iscritti in 744 logge, il 50% dei quali concentrati in Toscana, Calabria, Piemonte, Sicilia, Lazio e Lombardia, con la maggiore densità assoluta a Firenze e Livorno. Il dato emerge da un colloquio con Repubblica di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia ed ex segretario locale del Partito repubblicano.
“Il Pd si accorge adesso che la sinistra e’ figlia anche della massoneria?”, si chiede Raffi. “Fanno fede i nomi dei fuoriusciti a Parigi durante il fascismo, le Brigate partigiane in Spagna e la Costituente, dove su 75 membri 8 erano massoni, da Cipriano Facchinetti ad Arturo Labriola, Meuccio Ruini…”.
Dal “caso Pd”, aggiunge Raffi, potrebbe venire un bene, e cioè “la fine di questa leggenda della segretezza, frutto avvelenato delle gesta del materassaio di Arezzo”, Licio Gelli, “che non ha ragione di persistere”.
(ANSA) 9 GIU 10
Roma 9 giugno 2010 – (La Repubblica) Intervista al Gran Maestro Gustavo Raffi.
di ALBERTO STATERA
“Quando nel mondo la canaglia impera, la patria degli onesti è la galera”, recita ironico il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi, avvocato ravennate dal profilo un po’ risorgimentale, ex segretario locale del defunto Partito repubblicano di Ugo La Malfa, quando gli si chiede di commentare l’improvvisa fiammata antimassonica di parte del Partito Democratico. E l’Opus Dei? E Comunione e Liberazione? E tutti i mariuoli, clericali o non, ormai in circolazione per ogni dove? E tutti i seri problemi del paese che il Pd tende spesso a rimuovere imboccando improbabili vie di fuga? Il Gran Maestro se lo chiede, ma la delibera assunta lunedì dalla Commissione di Garanzia presieduta da Luigi Berlinguer, proveniente da una vecchia famiglia massonica il cui capostipite Mario, padre di Enrico e Giovanni, era Gran Maestro della Loggia di Sassari, in fondo non gli dispiace: “Al di là della temporanea sospensione dei fratelli pd iscritti – dice – c’è un percorso serio per capire la questione e non infliggere una censura dogmatica; è un percorso laborioso, ma simile a quello già tracciato saggiamente dal lodo di Valerio Zanone e Giovanni Bachelet”. Ma non gli va giù che i problemi interni di un partito in cui si è rivelata difficile la convivenza tra l’anima cattolica ex democristiana con quella laica ex repubblicana, ex socialista ed ex comunista, tirino inopinatamente in ballo “una delle più importanti agenzie produttrici di etica che abbia creato dal suo seno la storia dell’occidente, come il professor Paolo Prodi ha efficacemente definito la massoneria”.
Un fatto è certo, i massoni del Partito democratico, che dovranno ora rivelarsi, sono a bizzeffe, come garantisce l’ex sindaco comunista di Pistoia Renzo Baldelli. Col Gran Maestro recalcitrante, che giura di non aver mai chiesto di mostrare la tessera di partito ai suoi fratelli (“Se no verrei messo fuori dal consesso della massoneria mondiale”) tentiamo un computo, che ci porta a un totale di oltre 4 mila su quasi 21 mila iscritti in 744 logge, il 50 per cento dei quali concentrati in Toscana, Calabria, Piemonte, Sicilia, Lazio e Lombardia, con la maggiore densità assoluta a Firenze e Livorno. Di questi almeno 4 mila diessini, molte centinaia ricoprono cariche politiche, amministrative o dirigenziali, come in passato il Gran Maestro aggiunto Massimo Bianchi, che è stato vicesindaco socialista di Livorno. Adesso dovranno rivelarsi ed è facile prevedere che non sarà un’operazione indolore.
Ma Gustavo Raffi pensa che potrebbe venirne persino un bene, cioè “la fine di questa leggenda della segretezza, frutto avvelenato delle gesta del materassaio di Arezzo, che non ha ragione di persistere. Ma come si fa – si accalora – a confondere il Grande Oriente, scuola di etica e di classe dirigente, con i mariuoli che infestano il paese anche in false massonerie? Il fascismo, perseguitandola, costrinse la massoneria al segreto, ma oggi siamo un’istituzione trasparente tornata nella storia. Lo dimostrano le decine di nostri convegni culturali con partecipanti del calibro di Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Umberto Galimberti, Giuseppe Mussari, Ignazio Marino, Paolo Prodi, Gian Mario Cazzaniga e tanti, filosofi, storici, accademici di reputazione e scienza preclare. Il Pd si accorge adesso che la sinistra è figlia anche della massoneria? Fanno fede i nomi dei fuorusciti a Parigi durante il fascismo, le Brigate partigiane in Spagna e la Costituente, dove su 75 membri 8 erano massoni, da Cipriano Facchinetti ad Arturo Labriola, Meuccio Ruini… “.
Gran Maestro – lo interrompiamo – per favore, non torniamo a Garibaldi e Bakunin e ai generi massoni di Marx, il fatto è che in un passato più recente le vicende della masso