Roma 22 settembre 2010 – (Adnkronos) Ior: Raffi, GOI non si occupa di banche ed alta finanza.

Roma 22 settembre 2010 – (Adnkronos) Ior: Raffi, GOI non si occupa di banche ed alta finanza.

Nessun attentato ai danni di Ettore Gotti Tedeschi e dello Ior per colpire il Papa. Nessun rapporto con l’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. Il Grande Oriente d’Italia, per voce del Gran Maestro Gustavo Raffi, replica all’articolo di oggi de ‘La Repubblica’, firmato Alberto Statera e dal titolo “Quel banchiere voluto dal Papa per scacciare le ombre dello Ior”. “Si tranquillizzi l’amico e gran giornalista Alberto Statera e con lui ‘la Repubblica’ e i suoi lettori -afferma Raffi- il Grande Oriente d’Italia non si occupa di banche e alta finanza. La Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani è una scuola di pensiero e di vita. E la laicita’ è un’altra cosa. Non si gettino ombre, noi non attentiamo perciò a Ettore Gotti Tedeschi o allo Ior, per colpire Ratzinger, come scrive nell’articolo, sia pure con un punto interrogativo”.

“E’ un gioco della torre -precisa Raffi- che non ci interessa affatto. Non c’è alcun cappuccio o grembiule dietro il Cupolone e le sue finanze -prosegue il Gran Maestro- e quel banchiere che la stampa germanica continua a definire ‘mister Arrogance’ non ha alcun rapporto con la nostra istituzione. Se la Chiesa deve scegliere ‘tra Dio e mammona’, come dicono i testi evangelici, è un fatto loro. Noi serviamo un solo ‘padrone’: la libertà”.

(AdnKronos) 22 SET 2010

Roma 22 settembre 2010 – (APCom) Massoneria: Non siamo dietro Cupolone, non gettare ombra. Raffi (Goi): Non attentiamo a Gotti Tedeschi per colpire Ratzinger.

Roma 22 settembre 2010 – (APCom) Massoneria: Non siamo dietro Cupolone, non gettare ombra. Raffi (Goi): Non attentiamo a Gotti Tedeschi per colpire Ratzinger.

La Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani “è una scuola di pensiero e di vita e non si occupa di alta finanza. Non attentiamo allo Ior o a Ettore Gotti Tedeschi per colpire Ratzinger. Non si gettino ombre sulla nostra Istituzione”. Lo dichiara in una nota l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, in riferimento ad alcune notizie di stampa circa un ruolo che avrebbe svolto la massoneria nella vicenda che ha portato la procura di Roma ad aprire un fascicolo sullo Ior.

“E’ un gioco della torre – continua Raffi – che non ci interessa affatto. Non c’è alcun cappuccio o grembiule dietro il Cupolone e le sue finanze. E quel banchiere che la stampa germanica continua a definire ‘mister Arrogance’ – prosegue Raffi in trasparente riferimento a Alessandro Profumo – non ha alcun rapporto con la nostra istituzione. Se la Chiesa deve scegliere ‘tra Dio e mammona’, come dicono i testi evangelici, è un fatto loro. Noi – conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – serviamo un solo ‘padrone’: la libertà”.

(APCom) 22 SET 10

Livorno 21 settembre 2010 – (La Nazione) Un massone che seppe coniugare i principi con l’azione.

Livorno 21 settembre 2010 – (La Nazione) Un massone che seppe coniugare i principi con l’azione.

«Un Massone che seppe coniugare i principi con l’azione; un grande promotore di libertà; un grande educatore; un uomo coerente mai disposto a transigere sui valori. Fu Gran Maestro e per noi Liberi Muratori è un grande onore averlo annoverato nel Grande Oriente. Il sogno garibaldino, ossia l’idea di una società civile libera e democratica, conserva ancora una grande attualità e rappresenta un obiettivo che incarna gli ideali massonici».

Così il Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente, Massimo Bianchi, a poche ore dall’inaugurazione dell’anno massonico delle logge livornesi dedicata proprio alla memoria di Garibaldi. E oggi alle 17,30 la Massoneria livornese, presente con i labari delle logge della città, deporrà, una corona al monumento a Giuseppe Garibaldi (nell’ominima piazza) che nel 1882 le stesse logge donarono a Livorno.

Le iniziative proseguiranno, alle ore 18, con la presentazione del saggio di Vittorio Gnocchini «Logge e Massoni in Toscana dal 1737 al 1925» che si terrà nella Sala Consiliare della Camera di Commercio. Parteciperanno Gian Mario Cazzaniga, docente di filosofia morale all’Università degli Studi di Pisa e lo stesso Gran Maestro Aggiunto Bianchi. Alla cerimonia in Camera di Commercio sarà presente l’autore.

(La Nazione) 21 SET 2010

Roma 21 settembre 2010 – (Il Tempo) La prima volta di Bertone tra massoni e Radicali.

Roma 21 settembre 2010 – (Il Tempo) La prima volta di Bertone tra massoni e Radicali.

Il segretario di Stato Vaticano a Porta Pia cita il “beato” Pio IX e viene contestato. Ma questo 20 settembre 2010, prima volta di un rappresentante della Chiesa cattolica a Porta Pia, non vuole essere palcoscenico di polemiche.

Quando Giorgio Napolitano sale i pochi scalini per deporre una corona di fiori sul monumento che ricorda i caduti di Porta Pia, il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone si ferma qualche metro indietro. Stretto tra il sottosegretario Gianni Letta e il governatore del Lazio Renata Polverini osserva in silenzio. Poi gli porgono il microfono e legge poche righe che si «trasformano» in preghiera. Parla di Roma, «indiscussa capitale dello Stato italiano» e «centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica», e fa sua l’invocazione di Papa Pio IX: «Gran Dio, benedite l’Italia!» Riferimento non casuale e quantomai provocatorio visto che si tratta del Pontefice in carica 140 anni fa.

E infatti dalla folla qualcuno grida: «Viva Garibaldi! Abbasso Pio IX!». Ma questo 20 settembre 2010, prima volta di un rappresentante della Chiesa cattolica a Porta Pia, non vuole essere palcoscenico di polemiche. Anche se fa un certo effetto vedere Bertone sfilare sotto la targa che si trova nel cortile d’ingresso del museo storico dei bersaglieri. Quella in cui, in maniera altrettanto provocatoria, si parla di «religione della Patria» e «santità del dovere».

A gettare benzina sul fuoco ci pensano i Radicali guidati da Mario Staderini. Un gruppetto che, appena vede Bertone, comincia a scandire lo slogan «Vaticano e partitocrazia, serve una nuova Porta Pia». Uno di loro agita Il sillabo e dopo, libro di Ernesto Rossi contro l’ingerenza della Chiesa nello Stato laico. Interviene la polizia che sequestra il volume e identifica i presenti. Staderini attacca: «In nome dell’Unità d’Italia si è completata oggi una operazione di revisione storica volta a cancellare il vero significato del XX settembre». Bertone si limita a commentare che «le contestazioni fanno parte della vita».

Ma il sasso è stato gettato nello stagno. Il Gran maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi, presente a Porta Pia, non ci sta: «Abbiamo partecipato con la coerenza di sempre alle celebrazioni, ma sentire la preghiera di Pio IX è una cosa che fa davvero “breccia” nelle coscienze libere che non possono far passare facili revisionismi di circostanza». L’Unione degli atei e agnostici razionalisti fa sapere che una delegazione, prima della celebrazione della breccia, è stata schedata e allontanata dalla Digos. Mentre Andrea Marini, presidente del Comitato Subiaco 1867 e pronipote del cardinale Giacomo Antonelli, ricorda che a Porta Pia, «tra le tante targhe, ne manca ancora una che ricordi i 19 soldati pontifici caduti in quello scontro». Per qualcuno, a Roma, è ancora il 20 settembre 1870.

(Il Tempo) 21 SET 10

Roma 21 settembre 2010 – (Avvenire) Roma non si discute.

Roma 21 settembre 2010 – (Avvenire) Roma non si discute.

La cosiddetta Questione Romana è ormai morta e sepolta da un bel po’. Ciononostante l’atto compiuto ieri dal cardinale Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone sa di storia. Non era comunque scontato, infatti, che un successore del cardinale Giacomo Antonelli arrivasse a rendere omaggio alle vittime (di ambo le parti) che caddero sulla Breccia di Porta Pia il 20 settembre di 140 anni fa. Ieri invece è successo. Il più stretto collaboratore del Papa ha assistito alla deposizione della corona di alloro del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e poi ha preso la parola per pronunciare un breve, ma intenso discorso, che alla fine si è sciolto in preghiera. Bertone ha ricordato che «ormai da vari decenni Roma è l’indiscussa capitale dello Stato italiano, il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall’essere altresì il centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica; anzi, tutta la famiglia dei popoli». E nel momento di preghiera ha invocato che «in quest’Urbe» il Successore di Pietro «possa continuare a svolgere in piena libertà la sua missione universale». «Signore – ha aggiunto – benedici oggi e sempre questa Nazione; assisti e illumina i suoi governanti affinché operino instancabilmente per il bene comune». «Dona l’eterna pace – ha proseguito – a quanti qui caddero e a tutti coloro che, nei secoli, (“e anche in questi giorni” ha aggiunto a braccio con un probabile riferimento al militare ucciso in Afghanistan venerdì, ndr), hanno sacrificato la vita per il bene della Patria e dell’umanità».

Nella sua preghiera Bertone ha anche citato la bella invocazione “Gran Dio, benedite l’Italia!”, pronunciata dal Beato Pio IX nel febbraio 1848. Citazione che, pur risalendo a quando il pontefice godeva ancora di un’aura piuttosto “liberale” (il restauratore Antonelli sarà nominato pro-segretario di stato nel dicembre successivo), ha suscitato i commenti risentiti del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi. A dire il vero varie logge massoniche avevano portato le loro corone alla Breccia prima della cerimonia col Presidente Napolitano. Ma il tutto si è svolto senza contestazioni. Anzi i labari massonici, che in un primo tempo erano situati subito dietro quelli delle associazioni combattentistiche, successivamente sono emigrati dall’altra parte della strada che costeggia le mura aureliane. Meno garbata invece la minicontestazione inscenata da un microgruppo radicale alla fine della cerimonia di Porta Pia: in quattro (di numero) hanno strillato slogan contro il Vaticano. Il cardinal Bertone, sollecitato dai cronisti, per nulla turbato ha constatato sorridendo che «le contestazioni fanno parte della vita». Il presidente Napolitano poco prima ai giornalisti che gli chiedevano se fosse emozionato, ha risposto: «Sono contento».

Alla crimonia, oltre che a Napolitano e Bertone, hanno preso parte anche il sottosegretario Gianni Letta, il Sindaco Gianni Alemanno, il presidente della Regione Renata Polverini, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi e il nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Giuseppe Bertello.

Successivamente, in Campidoglio, nel corso della cerimonia per la cittadinanza onoraria concessa al presidente Napolitano, Alemanno ha sottolineato il «particolare valore» della presenza di Bertone a Porta Pia, anche se «non si tratta più di rimarginare la ferita storica del conflitto tra Stato italiano e Santa Sede». Napolitano da parte sua ha evidenziato come il gesto di Bertone «riconferma il rispetto della Santa Sede per Roma capitale dello Stato nazionale italiano», e «come oggi, nell’avvicinarci al 150° anniversario della nascita del nostro Stato nazionale, nessuna ombra pesi sull’Unità d’Italia che venga dai rapporti tra laic

Roma 21 settembre 2010 – (Il Sole 24 Ore) Bertone: oggi la riconciliazione tra stato e chiesa.

Roma 21 settembre 2010 – (Il Sole 24 Ore) Bertone: oggi la riconciliazione tra stato e chiesa.

«La nostra presenza a questo avvenimento rappresenta un riconoscimento dell’indiscussa verità di Roma capitale d’Italia anche come sede del successore di Pietro». Con queste parole il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha segnato la sua presenza alle celebrazioni del 140.esimo anniversario della presa di Porta Pia e la fine del potere temporale della Chiesa. Una partecipazione definita ormai da tutti “storica”, e preparata da tempo d’intesa con le autorità italiane e il Comune di Roma. L’avvenimento rappresenta, ha aggiunto il primo ministro della Santa Sede, «la ritrovata libertà del pastore e della Chiesa universale e anche la ritrovata concordia tra la comunità civile e quella ecclesiale che insieme lavorano per il bene del popolo italiano».

Nel breve intervento pronunciato dal cardinale ha chiesto che i governanti «operino instancabilmente per il bene comune», e dal «sacrificio e dal crogiuolo di tribolazioni, di tensione spirituale e morale» che suscitò l’evento della Breccia di Porta Pia «è sorta però una prospettiva nuova, grazie alla quale ormai da vari decenni Roma è l’indiscussa capitale dello Stato italiano, il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall’essere altresì il centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica, anzi, tutta la famiglia dei popoli».

A conclusione del suo intervento Bertone ha letto una preghiera preparata per le celebrazioni. Nel testo il segretario di Stato prega affinchè il Papa «possa continuare a svolgere in libertà la sua missione universale». Infine parlando di fronte all’Associazione dei Bersaglieri presente, il cardinale ha ricordato anche l’invocazione con cui papa Pio IX, il Pontefice in carica all’epoca della Breccia, benedì l’Italia.

A Porta Pia ieri era presente anche un gruppo di contestatori radicali guidati dal segretario Mario Staderini, che issava lo striscione con scritto “Vaticano e partitocrazia, serve una nuova Porta Pia”: «Le contestazioni fanno parte della vita», ha detto il porporato. Commento duro del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi: «Sentire la preghiera di Pio IX pronunciata dal cardinale è una cosa che fa davvero breccia nelle coscienze libere che non possono far passare facili revisionismi di circostanza». Il capo della maggiore obbedienza massonica italiana ha aggiunto che dal Vaticano «avremmo tanto voluto sentire, oltre al riferimento a quel papa che si dichiarò prigioniero dello stato italiano, anche una parola per i bersaglieri e gli uomini liberi che entrarono in quelle mura volendo costruire un’Italia unita e diversa».

(Il Sole 24 Ore) 21 SET 10

Roma 20 settembre 2010 – (Corriere Sera) L’anniversario di Porta Pia: protesta radicale.

Roma 20 settembre 2010 – (Corriere Sera) L’anniversario di Porta Pia: protesta radicale.

È il giorno delle celebrazioni, della cittadinanza onoraria al presidente Giorgio Napolitano, dei 140 anni di Roma Capitale listati a lutto per la morte di Alessandro Romani.
Ma sarà anche una giornata storica: stamattina, a Porta Pia per ricordare la breccia del 20 settembre 1870, ci sarà anche il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che leggerà una preghiera/intervento che secondo gli addetti ai lavori «dovrebbe chiudere le polemiche su quella data». Una visita, quella di Bertone, che crea anche qualche apprensione.

I Radicali già ieri hanno manifestato con un autobus (ribattezzato il «pullman della laicità») con sui lati le scritte «No Vatican» e «No Taliban», e che è passato per San Pietro suonando la fanfara dei bersaglieri. Questa mattina, per l’arrivo di Bertone, il partito di Marco Pannella è pronto al bis. Operazione top secret, stavolta: «Ma qualcosa dice Sergio Rovasio, uno degli organizzatori faremo, proprio mentre parlerà Bertone. Che ci sia il Vaticano a Porta Pia fa cadere i capelli…».
Mario Staderini, segretario italiano, aggiunge: «Il sindaco Alemanno, moderno zuavo, ha ridotto a simbolo nazionalista un evento che segnò l’inizio di una nuova libertà di coscienza e di religione».

Anche il Grande Oriente d’Italia si prepara: «Saremo a Porta Pia dice il Gran Maestro Gustavo Raffi con la nostra storia e i nostri progetti». Raffi, nei giorni scorsi, è andato giù pesante: «La partecipazione di gerarchie ecclesiastiche è uno scempio che va fermato: è come se al 25 aprile andassero anche i repubblichini. E a noi Alemanno ci ha invitato solo dopo un nostro comunicato».

(Corriere della Sera) 20 SET 2010