18 marzo 2011 – Irene Mainguy, Le Iniziazioni e l’Iniziazione Massonica.

18 marzo 2011 – Irene Mainguy, Le Iniziazioni e l’Iniziazione Massonica.

Edizioni Mediterranee, Roma 2010

I più autorevoli studi etnologici mettono in evidenza, fin dall’antichità, la pratica di cerimonie iniziatiche presso qualsiasi cultura: in Egitto, in Grecia – con i Misteri eleusini – ma anche nell’ambito di tutti i popoli dei cinque continenti. L’iniziazione è, quindi, un argomento molto vasto e impossibile da trattare in maniera esaustiva: ecco perché Irène Mainguy ne propone una sintesi documentale, prendendo obiettivamente in considerazione le varie e differenti tesi, siano esse solo divergenti tra loro o nettamente antitetiche. L’Autrice affronta tutti gli aspetti dell’argomento, quelli di ordine etnologico,  come anche quelli filosofici o metafisici, sui quali si sono espressi gli specialisti con punti di vista talora opposti, ma nondimeno complementari. Questa pubblicazione, senza voler approfondire in maniera esaustiva la materia, ha lo scopo di permettere ai lettori di seguire un filo di Arianna nel dedalo delle centinaia di studi pubblicati sull’argomento. In una società che manca di punti di riferimento, in cui domina ampiamente il materialismo, è legittimo interrogarsi sul posto che spetta all’ideale iniziatico. In che cosa l’iniziazione offre le chiavi per una migliore conoscenza di sé? Si può ancora affermare, ai giorni nostri, che permette di avanzare lungo la Via della Saggezza e della Conoscenza? In funzione delle sue caratteristiche peculiari, come situare l’iniziazione massonica in rapporto alle altre forme di iniziazione? Irène Mainguy getta luce queste e altre domande, insistendo in particolare sulle costanti dell’iniziazione in quanto rito di passaggio, con i suoi valori, specificità, scopi e finalità.

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17 marzo 2011 – Festa nazionale dell’Unità d’Italia: il Grande Oriente al Gianicolo.

17 marzo 2011 – Festa nazionale dell’Unità d’Italia: il Grande Oriente al Gianicolo.

Il 17 marzo 2011, festa nazionale, il Grande Oriente d’Italia era sul Colle Gianicolo della capitale per celebrare il 150esimo dell’Unità d’Italia in sintonia con le solennità annunciate dal Governo italiano.

Il Gran Maestro Gustavo Raffi, impossibilitato a partecipare per concomitanti impegni istituzionali, ha delegato il Gran Maestro Luigi Sessa e il Gran Segretario Aggiunto Alberto Jannuzzelli a rappresentare la Comunione.

Sono state deposte corone d’alloro al monumento equestre a Giuseppe Garibaldi, a quello dedicato ad Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, e al Muro della Costituzione, opera inaugurata dal sindaco Gianni Alemanno proprio la mattina del 17 marzo che riporta il testo dello Statuto della Repubblica Romana del 1849.

Alla celebrazione ha preso parte anche Giuseppe Garibaldi, omonimo pronipote dell’Eroe dei due Mondi.

 

Giuseppe Garibaldi

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16 marzo 2011 – (L’Eco del Chisone Online) Sebastiano Giraud e gli altri pinerolesi.

16 marzo 2011 – (L’Eco del Chisone Online) Sebastiano Giraud e gli altri pinerolesi.

Processo di unificazione nazionale e massoneria: quale legame?

La presenza della massoneria nel processo dell’unificazione italiana è tra i fattori che aiutano a capire il senso profondo della nascita del Regno d’Italia nel marzo 1861.
Nel Regno di Sardegna e poi nel Piemonte dopo l’Unità la massoneria ha avuto quattro stagioni fondamentali.

La prima è dalla metà del Settecento alla Rivoluzione francese, quando le logge si popolarono di aristocratici, militari, scienziati e grandi borghesi. Tra i nomi di spicco vanno ricordati Joseph de Maistre, savoiardo, poi autore delle Serate di San Pietroburgo, cattolico conservatore e, appunto, massone, Vittorio Alfieri (che poi scrisse versi satirici contro i «frati e frattocci», cioè i massoni) e il pinerolese Sebastiano Giraud. (approfondimenti nell’edizione in edicola)

(L’Eco del Chisone Online) 16 MAR 2011

16 marzo 2011 – (Il Messaggero) Navigatore, naufrago, difensore di donzelle in pericolo, avventuriero svelto di pugnale, mazziniano, massone, combattente per la libertà e…salvatore di Garibaldi.

16 marzo 2011 – (Il Messaggero) Navigatore, naufrago, difensore di donzelle in pericolo, avventuriero svelto di pugnale, mazziniano, massone, combattente per la libertà e…salvatore di Garibaldi.

In una parola, eroe, uno di quei quattro o cinque eroi (ed eroine) che hanno segnato la storia di Ancona. Si stenta a credere alla biografia di Augusto Elia tali e tanti sono gli episodi appunto incredibili. Figlio di Antonio e Maddalena Pelosi, scappa da Ancona in un peschereccio mentre tramonta la Repubblica romana, poco prima del sacrificio dell’amato padre. Dopo aver partecipato alla guerra di Crimea diventa capitano di lungo corso. Durante un viaggio a Londra conosce l’esule Mazzini. Da Londra raggiunge Garibaldi in Italia il quale, memore del vecchio amico Antonio, lo accoglie paternamente affidandolo a Nino Bixio che lo arruola fra i suoi carabinieri genovesi.

Comandante in seconda del piroscafo Lombardo, Augusto prende parte all’impresa dei Mille. A Calatafimi salva Garibaldi facendogli scudo con il suo corpo e beccandosi una pallottola in bocca. Una volta guarito dalla convalescenza è pronto ad accorrere all’appello dell’eroe: nel 1866 Augusto Elia comanda una combattiva flottiglia nel Lago di Garda. Trova il tempo anche per sposarsi, con Amalia Balani, e diventare padre di Anita, così chiamata in ricordo di Anita Garibaldi.

Nel 1867 comanda un battaglione di giovani anconetani distinguendosi a Mentana ma è anche uomo d’ordine, intransigente nei confronti delle sommosse popolari. Assessore comunale nel 1869, si trova a dover difendere il sindaco Francesco Matteucci dalla folla inferocita per la miseria e l’aumento delle tasse. E’ massone, secondo sorvegliante della loggia Garibaldi dell’Oriente di Ancona. Viene eletto consigliere comunale e più volte membro della giunta, consigliere provinciale, presidente della camera di commercio. Due volte deputato sostiene i diritti di Ancona, insistendo affinché si riprendessero in porto le opere per il bacino di carenaggio. Nel 1893 è lambito dallo scandalo della Banca Romana e da una vicenda di cambiali legata alla bonifica delle isole Tremiti. Il 29 settembre 1919 si svolgono le solenni onoranze all’ultimo garibaldino Augusto Elia, per le sue gesta eroiche e i suoi meriti in camicia rossa. Ancona gli dedica una scuola, Palermo una via.

(Il Messaggero) 16 MAR 2011

16 marzo 2011 – (La Nuova Sardegna) Tra anticlericalismo e amor di Patria.

16 marzo 2011 – (La Nuova Sardegna) Tra anticlericalismo e amor di Patria.

Allora nella città insieme a un certo furore risorgimentale si respirava anche un’aria di forte anticlericalismo. Il fenomeno era dovuto alla presenza di un forte nucleo massonico, da una parte, e dalla figura del vescovo Salvatore Angelo Maria Demartis, d’altra. Le due forze contrapposte esplosero più tardi con virulenza quando si pose la questione delle «terre comunali» e scoppiò la rivolta di «Su Connottu» nel 1968, stavolta con la partecipazione di tutto il popolo, che occupò il municipio, e bruciò parte della documentazione sulle Chiudende. Insomma, se la Nuoro risorgimentale allora si limitava a una certa classe borghese e ai pochi studenti, pochi anni dopo scese in piazza anche la popolazione, e non per spirito patriottico, ma perchè sollecitata da questione più concrete: le terre comunali che stavano per essere privatizzate. Anche nel 1868 comunque la lotta si intrecciò con una forte componente anticlericale. Un anticlericalisno che lasciò tracce chiare anche nella canzone più popolare nuorese, quella di «Tzia Tatana».

Stando infatti alla versione di Salvatore Satta nella sua opera «Il giorno del giudizio» il canto non cominciava con le parole di «Sa vida la professo», bensì con «Sa fide (la fede) la professo/ chin d’una diminzana/ de cuddu e tzia Tatana/Faragone». Chiara dunque la blasfemia anticlericale di mastru Predischedda e del giro dei borghesi che ruotava intorno al bar Tettamanzi e che si divertivano cantando in coro. Nel 1861 dunque, anno dell’Unità d’Italia, il clima che si viveva a Nuoro non era solo, ma anche decisamente anticlericale.

Da una parte infatti partiva l’accusa (come quella fatta da Giorgio Asproni nei suoi Diari politici) sul fatto che «canonici che avevano occupato anche il municipio»; mentre dall’altra c’era la versione opposta del vescovo Demartis che scriveva in una lettera indirizzata al papa Pio IX che il Comune di Nuoro «era finito in mano ai massoni».

Non tutto naturalmente era così schematico. In quel tempo le forse in campo nella città di Nuoro erano sostanzialmente tre: la borghesia nascente liberale e repubblicana; il clero e i cattolici conservatori; altri preti e cattolici liberali. La prima forza era chiaramente schierata a favore dell’Unità d’Italia, e in buona parte anche con gli ideali repubblicani, considerata l’influenza del deputato mazziniano Giorgio Asproni. La seconda invece stava sulle posizioni conservatrici del papa Pio IX odiato dai risorgimentali soprattutto dopo la fucilazione dei patrioti della Repubblica romana.

La terza forza era infine costituita dal popolo, escluso dalle elezioni di censo, e quindi poco partecipe alla battaglia risorgimentale. La sua partecipazione si verificò invece alla grande pochi anni dopo, quando si ribellò alle chiudende dei prinzipales, soprattutto a quelle dell’Ortobene, che privavano i pastori comunitari della legna e delle ghiande.

(La Nuova Sardegna) 16 MAR 2011

Roma 14 marzo 2011 – Messaggio del Gran Maestro Gustavo Raffi alla Gran Loggia del Giappone

Roma 14 marzo 2011 – Messaggio del Gran Maestro Gustavo Raffi alla Gran Loggia del Giappone

Risp.mo Fr. Philip A. Ambrose,
Ex Gran Maestro
Gran Segretario
della Gran Loggia del Giappone

Fratello carissimo,

Abbiamo visto in TV gli enormi danni causati dal terribile terremoto e dallo tsunami che hanno colpito le regioni settentrionali del tuo Paese.

Momento per momento, seguiamo la stampa, che ci porta sentimenti di tristezza, ma anche di ammirazione, per la grande forza morale del popolo giapponese, e per la perfetta organizzazione dei soccorsi.

In tutto il mondo, sta aumentando la preoccupazione nei confronti delle radiazioni fuoriuscite dagli impianti nucleari danneggiati. Tutti noi speriamo che gli esperti siano in grado di fermare questo incubo.

Probabilmente per la ricostruzione saranno necessari anni; ma siamo sicuri che il popolo giapponese supererà questo disastro, grazie alle tecnologie, ma in particolare grazie alla sua millenaria civiltà, alla sua filosofia, ai suoi valori.

In questo momento, così difficile per il vostro Paese, vogliamo che sappiate che la Comunione Massonica Italiana è al vostro fianco, che noi condividiamo i vostri stessi sentimenti.

Speriamo, infine, che ti sia possibile partecipare il nostro Meeting di Rimini, come annunciato. Saremo lieti di accoglierti e di farti sentire il nostro più profondo amore fraterno.

Fraternamente,

Il Gran Maestro
Gustavo Raffi

13 marzo 2011 – (La Sicilia) L’Unità d’Italia e l’apporto della massoneria inglese.

13 marzo 2011 – (La Sicilia) L’Unità d’Italia e l’apporto della massoneria inglese.

Unità d’Italia impossibile senza il contributo della massoneria. Soprattutto di quella inglese che favorì in ogni modo, già durante le guerre napoleoniche, la nascita di un Paese alleato del Regno Unito e in funzione antifrancese nel cuore del Mediterraneo. Tematiche – comprese quelle sulla Carboneria e sulle logge del Regno delle Due Sicilie – più volte affrontate dagli storici e che sono tornate di attualità nel convegno “Dalla Sicilia per l’Italia” promosso ieri a Palermo dalla Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani in collaborazione con la Società Siciliana per la Storia Patria. Si tratta del primo convegno nazionale che il Grande Oriente ha organizzato per celebrare il 150° anniversario dell’Unità, con il Patrocinio del Comitato Interministeriale per la Celebrazione dell’evento, della Regione Siciliana, della Provincia Regionale e del Comune di Palermo.
Un secolo e mezzo dopo le gesta di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Mille che avviarono il processo di unificazione vero e proprio partendo dalla Sicilia, «l’Italia unita – spiega Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia – è ancora un fabbricato grezzo. Restano tanti problemi insoluti e il gap tra nord è sud è ancora d’attualità». Per questo motivo, è necessario lanciare, aggiunge, «il messaggio di un rinnovato impegno etico e sociale, in ogni campo d’azione, contro una dolorosa povertà di idee e di scelte e una crisi morale che trasforma tutto in fiction o in dramma. Vogliamo dare il nostro contributo – prosegue Raffi – per fare riscoprire il senso dello stare insieme come italiani e iniziamo il nostro viaggio da Palermo, città che è agorà e pantheon, felice sintesi di più culture e fedi, di appartenenze e filoni di pensiero che hanno saputo farsi storia unitaria. Non a caso, Giovanni Falcone, eroe della legalità, amava dire che Palermo “è una città che vive di simboli”». È da Palermo – sostiene Raffi – che «parte la speranza di un Risorgimento della Ragione, per superare l’incompiuto della storia unitaria e costruire un nuovo racconto identitario. La soluzione del gap tra Nord e Sud d’Italia non è in spinte secessioniste o nostalgiche di un mondo inventato di un Regno delle Due Sicilie all’avanguardia. Il federalismo è solo un modo diverso di raggiungere l’unità. Palermo è importante, perché molti non sanno che la prima Costituzione del 1848 non è di Torino, ma di Palermo, frutto di menti pensanti, e lo dico in modo non classista, che erano per l’Unità d’Italia. Bisogna riaffermare – conclude Raffi – la volontà di essere una Nazione, con un patto di fratellanza che parta dalla storia e dalla cultura, perché l’Italia, prima che con le armi, è nata con la cultura».

Fitto il programma dei lavori, dopo l’introduzione di Giuseppe Trumbatore, presidente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Sicilia. Il confronto si è incardinato, nella mattinata, sugli interventi di vari studiosi. A partire da quello del presidente della Società siciliana per la Storia patria Gianni Puglisi. Assente per malattia, il suo lavoro è stato letto da Salvatore Savoia, segretario generale della stessa Società per la storia patria. «L’Unità d’Italia – ha scritto Puglisi – fu culturale prima che geografica e politica, fu un movimento intellettuale in grado resistere alla fine della monarchia e che trovò nuova linfa nella Costituzione repubblicana. In quegli anni la storia era animata da un’unanime, forte spinta morale che negli anni successivi è venuta via via meno». Alla base della discussione c’è la questione meridionale, «nodo irrisolto – secondo Puglisi – di oggi e di ieri in un dibattito serrato in cui la storia e l’attualità si intrecciano. Il Sud deve essere attore determinante anche nella nuova stagione federalista, che deve avere le sue fondamenta nelle coscienze dei cittadini e che deve essere vista non come

Online nuova edizione del telegiornale del Grande Oriente. Iniziative a Firenze e a Ravenna celebrano Massoneria e Unità d’Italia.

Online nuova edizione del telegiornale del Grande Oriente. Iniziative a Firenze e a Ravenna celebrano Massoneria e Unità d’Italia.

Su www.goitv.it nuovo look per il Telegiornale del Grande Oriente d’Italia che nella nuova edizione si occupa del 150esimo dell’Unità d’Italia. Sono proposte tre iniziative che, lungo l’analisi del nostro processo unitario, evidenziano il ruolo delle logge massoniche italiane nella costruzione della identità nazionale e delle libertà civili del nostro Paese.

È una Libera Muratoria intesa come “agenzia educativa” quella emersa in tutti gli incontri, a partire da quello di Firenze del 19 febbraio con il convegno “La Massoneria in Toscana nei 150 anni d’Unità d’Italia” che ha avuto tra i suoi protagonisti il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Il suo intervento– in sintonia con le conclusioni del Gran Maestro Gustavo Raffi – ha dato grande attualità ai lavori, apprezzando l’opera della Libera Muratoria, toscana in particolare, con cui le istituzioni tendono sempre più a confrontarsi. Le logge della regione si sono distinte fino a oggi nell’ambito culturale, ha spiegato la relatrice Donatella Lippi ai microfoni del nostro Telegiornale, con figure d’avanguardia come Antonio Cocchi che dall’inizio del XVIII secolo ha segnato la strada allo studio e alla ricerca scientifica libera e dogmatica, e sul piano dei diritti, hanno ricordato il presidente circoscrizionale della Toscana Stefano Bisi e lo storico Fulvio Conti che hanno commentato, sulla scia dei loro interventi, l’importanza di dare piena cittadinanza giuridica ai massoni alla luce di antiche e nuove discriminazioni, ormai antistoriche.

Ravenna è stato lo scenario degli altri due appuntamenti all’attenzione del Telegiornale del Grande Oriente. Il 4 marzo la mostra “Percorso Risorgimentale Massonico” realizzata nel Museo del Risorgimento e il convegno “Massoneria, Risorgimento e Cinema nella costruzione dell’identità nazionale, svoltosi presso la Biblioteca Classense, hanno mostrato nuovi ambiti di studio della Massoneria nella storia dell’Unità d’Italia. Giovanni Fanti, curatore dell’esposizione organizzata dall’Ordine della Casa Matha e dalla Fondazione del Museo del Risorgimento, spiega in un’intervista storia e contenuti della mostra che ha il suo nucleo centrale nella collezione della famiglia Guerrini, collezionista da tre generazioni di cimeli massonici e risorgimentali.

Con il convegno alla Classense, le logge ravennati, in collaborazione con il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, hanno invece presentato al grande pubblico – anche attraverso la proiezione di cortometraggi del primo Novecento – l’azione pedagogica della cinematografia italiana nella costruzione della nostra identità nazionale attraverso i principi di libertà e progresso propri della Libera Muratoria. Ai microfoni del Telegiornale, lo storico del cinema Sergio Toffetti ha paragonato il nostro cinema a tema risorgimentale al genere western d’oltreoceano, attraverso cui gli Stati Uniti d’America hanno improntato la coscienza del popolo nordamericano.

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Firenze 19 marzo 2011 – Convegno “Etica con Dio, etica senza Dio”.

Firenze 19 marzo 2011 – Convegno “Etica con Dio, etica senza Dio”.

Per il ciclo “Incontri con il Grande Oriente d’Italia”, ideato dal compianto fratello Guido D’Andrea, il Collegio Circoscrizionale della Toscana ha in programma, per il prossimo 19 marzo a Firenze, un incontro a più voci dal titolo “Etica con Dio, etica senza Dio”. L’appuntamento è all’Hotel Astoria (Via del Giglio 9) alle ore 15,30.

Intervengono: il filosofo Michele Ciliberto, l’imam di Firenze e presidente dell’Unione Comunità Islamiche in Italia Izzedin Elzir, il pastore della chiesa evangelica valdese di Firenze Pawel Andrzej Gajewski, il responsabile dell’ufficio cultura dell’Arcidiocesi fiorentina Alfredo Jacopozzi, il rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Joseph Levi, il presidente del Monte Paschi di Siena e dell’Associazione bancaria italiana Giuseppe Mussari.

Il presidente circoscrizionale della Toscana Stefano Bisi introdurrà i lavori che saranno moderati dal bibliotecario del Collegio Francesco Borgognoni.

Info: Moreno Milighetti, vicepresidende Collegio Toscana info@goitoscana.it

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