Viareggio e Massoneria: un rapporto profondo che dura da due secoli. All’incontro dedicato a Roberto Mei il sindaco ha portato il saluto della città

Il palco. L’intervento del sindaco


Dai giacobini del settecento alle società operaie, dalla fondazione della Croce Verde alla nascita del
Carnevale la Libera Muratoria ha contribuito alla crescita di una Città libera e identitaria.
I simboli sono importanti per una città che ha celebrato ufficialmente il secondo centenario della fondazione e si
candida per essere la capitale della cultura italiana nel 2024 in occasione della nascita di Giacomo Puccini. In questo
percorso, che deve riscoprire uomini e memorie, Viareggio ha bisogno anche del contributo di associazioni, come la
vostra per il rilancio culturale della città.
Con queste parole il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, ha portato il saluto della città all’incontro
organizzato come ogni anno dalle logge di Viareggio, svolto nella splendida cornice di Villa Borbone per riflettere,
assieme a tanti ospiti, sull’attualità del libero pensiero in un momento complesso e delicato della società occidentale
che deve affrontare temi complessi e sfide nuove facendo tesoro della storia e delle esperienze del passato.
L’apporto costruttivo dei Liberi Muratori allo sviluppo della città di Viareggio inizia già nei primi decenni dell’ottocento
quando Francesco Belluomini, giacobino, figura centrale nella vita politica e sociale tanto di Lucca quanto di Viareggio,
ricchissimo uomo d’affari, con solidi rapporti con il governo francese e con i generali di Napoleone. Grazie agli
investimenti e all’intraprendenza della famiglia Belluomini – ha spiegato nella sua relazione di storica Anna Vittoria
Bertuccelli – Viareggio inizio ad avere, ben prima dell’unità d’Italia, sviluppo economico e sociale. Nei primi decenni
dell’ottocento si formò infatti una classe imprenditoriale legata al porto e ai traffici marittimi, allo sviluppo della
cantieristica e successivamente, con la riscoperta della bellezza della natura e del corpo in epoca romantica, alla
fruizione del mare e delle spiagge. Viareggio, che nel corso dell’ottocento, dopo l’intuizione e gli investimenti dei
Belluomini, sviluppa anche porto e cantieri effettua interventi nell’edilizia privata e si affranca, economicamente e
culturalmente, da Lucca.
“Poeti come Byron e Shelley che navigavano davanti alle pinete e alle coste della Versilia furono testimonial
eccezionali di questo processo di sviluppo sociale e culturale – ha ricordato Antonio Dalle Mura con un intervento
ricchissimo di aneddoti ed esempi concreti – nel quale i massoni viareggini hanno sempre avuto un ruolo di
protagonisti. Dal 1831, quando un gruppo di patrioti massoni che avevano partecipato al tentativo di insurrezione nello
stato pontificio, arrivarono a Camaiore e Viareggio, la città ha sempre visto una presenza attiva della libera muratoria
nella vita economica e sociale Dall’organizzazione della biblioteca circolante alla costituzione della società per
l’elettricità, presieduta da un massone, fino alla fondazione della Croce Verde e delle società operaie, simbolo della
tradizione di aiuto ai deboli, i liberi muratori viareggini hanno dato un contributo rilevante allo sviluppo sociale,
economico e politico della società e della città. È grazie a questo costante impegno innovatore, frutto di una visione
libera, aperta e di respiro internazionale che oggi Viareggio è città nella quale convivono attività disparate che
rappresentano una ricchezza unica”.
Figura fortemente rappresentativa “di questa capacità di partecipazione alla vita sociale della città è stato sicuramente
Roberto Mei, massone, esponente politico e amministratore pubblico – ha sottolineato Stefano Barsella, presidente
dell’associazione che vuole ricordarlo – al quale è dedicato, ogni anno l’incontro che si tiene, ormai da 56 anni, l’ultimo
venerdì di agosto.
Sulla bellezza della Versilia come valore che ne ha determinato lo sviluppo e la celebrità, si è soffermato Adolfo Lippi
ricordando che proprio le caratteristiche delle spiagge, delle pinete e del retroterra hanno attratto, fino ad oggi, poeti,
scrittori, musicisti, giornalisti che ne hanno fatto un simbolo, descrivendo un’identità unica e irripetibile. “Per questo
processo di costruzione e definizione della propria identità, Viareggio deve essere legata al gusto della bellezza che è
generata, oltre che dalla natura e dalle caratteristiche sociali e culturali anche da quelle uniche e straordinarie dal
punto di vista urbanistico e nell’organizzazione sociale. Questo spiega l’affermazione del Liberty come stile
architettonico, ma anche di vita, impegnando tutti noi nella custodia della bellezza come identità del passato da
trasmettere alle generazioni che verranno”.
Massimo Bianchi, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia, ha ripreso il tema dell’impegno della
massoneria nel campo dell’aggregazione “un impegno di volontariato laico che deve servire agli altri come a noi, per la
riaffermazione di valori universali da mantenere. A questa sollecitazione molti di noi, anche a Viareggio, hanno dato un
contributo concreto che resta nelle coscienze come nella storia”.
Dopo il saluto di Ubaldo Vanni, vice presidente del Collegio circoscrizionale del Maestri Venerabili della Toscana, ha
concluso l’incontro Francesco Borgognoni Gran Segretario del GOI riflettendo su un tema aperto nel corso
dell’incontro “la bellezza è al centro della dimensione spirituale dell’uomo. Ne siamo orfani, soprattutto di quella
naturale e originale che abbiamo perduto. Per questo la nostra vita, materiale e spirituale, tende a recuperare questa
dimensione – ha detto Borgognoni – senza dimenticare che la qualità del massone sta nel suo comportamento e nelle
risposte che riesce a dare in privato come in pubblico. Su questi temi le officine devono lavorare perché è con questi
strumenti che si produce cultura, in un confronto aperto e costruttivo con il mondo”.



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