Un viaggio nell’esoterismo attraverso gli scaffali di Aseq/ La Repubblica

Provate a immaginare la storia di
una libreria romana come un viaggio
fantastico e periglioso, un po’
Borges e un po’ la dickensiana bottega
dell’antiquariato.
Marina Bornoroni ha scritto Aseq.
Una speciale bottega libraria (Aseq
Edizioni), biografia simpatetica della
libreria omonima, sita in via dei
Sediari, fondata nel 1976 (in una sede
diversa) da Stefano Andreani e
Edoardo Quarantelli, intrecciando
ricordi personali, riflessioni, aneddoti,
microritratti di frequentatori
della libreria.
Nei locali della libreria scorre un
pezzo della storia della nostra città,
riportandoci a un periodo in cui la
Aseq fu una risposta ai “canoni normativi”
e identitari dell’Ideologia.
Ma soprattutto il libro si può leggere
come ariosa, competente guida al
“mare sconfinato”della cultura esoterica.
Bornoroni si distende con lievità
“mozartiana” (Mozart era massone)
sul divano occidentale-orien-
Personaggi e pagine
nel racconto
della libreria
di via dei Sediari
tale della Spiritualità, e condensa in
poche, sapienti pagine intere tradizioni
di pensiero: mistiche, alchemiche,
eretiche e fino al pasticcio New
Age. Un manuale di topografia culturale,
scandito dagli scaffali della libreria.
Con una attenzione particolare
al Femminile, a partire dalla
Grande Madre della religione arcaica,
passando per ambienti più gnostici
che clericali, fino alla straordinaria
e poco nota figura di Alexandra
David-Neel, orientalista, femminista
e anarcoide. Se si dovesse rintracciare
un invisibile filo rosso nella
tradizione esoterica potrebbe consistere
nell’idea che il divino abita
l’interiorità dell’essere umano, e
dunque che la salvezza dipende da
un risveglio, da una “conoscenza”
che ci permetta di attingere a questo
divino nascosto. Ma più ancora
dei concetti sono alcune immagini
icastiche che animano le pagine del
libro: ad esempio quella del “magnetismo”
dell’India che opera attraverso
i colori, luminosissimi e contrastanti.
Solo registro — un po’ per celia
— un piccolo dissenso con l’autrice
su due punti: d’accordo sulla “elegante
autorevolezza” dei libri di Elemire
Zolla, indispensabile mediatore
culturale, ma non riesco a levarmi
di testa l’aforisma di Flaiano: “Zolla?
Preferisco la folla”. E poi il libretto
di René Guenon sull’esoterismo
di Dante: originale ma enormemente
riduttivo. Ogni visitatore potrà
utilmente trovare alla Aseq (che
ospita pure incontri) un filo di Arianna
da districare, proprio come l’autrice.
Ma in definitiva a me sembra
che l’insegnamento prezioso che ritroviamo
in qualsiasi sapere, disciplina,
pratica attinenti all’universo
esoterico consista anzitutto nel coltivare
alcune facoltà umane oggi neglette
— cura della propria postura,
attenzione della mente, purezza di
cuore, stupore conoscitivo , facoltà
che poi ciascuno potrà liberamente
usare peri fini che crede. (di Filippo La Porta)



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