Storia del Grande Oriente d’Italia, testo a cura di Emanuela Locci/AdhocNews

Storia del Grande Oriente d’Italia – Questo libro, curato da Emanuela Locci, è la traduzione italiana di un libro pubblicato in precedenza e nato con l’intento di colmare una lacuna bibliografica, infatti, fino alla sua pubblicazione non era presente nella letteratura massonica un testo che trattasse la storia del Grande Oriente d’Italia, scritto in inglese. Il libro nasce dall’unione delle competenze di giovani ricercatori italiani che si occupano di massoneria e si sono incontrati in occasione del primo seminario promosso dal Centro Ricerche Storiche sulla Libera Muratoria che si è tenuto a Torino nel 2017 e che hanno deciso di mettere il loro sapere e la loro professionalità storia e di questo libro.

Il volume, che si compone di otto capitoli, principia con una parte introduttiva che esplora il settecento italiano e l’ingresso della massoneria nella penisola. Il capitolo scritto da Giulia Delogu, offre una disamina esaustiva di quella che era la realtà massonica italiana dal settecento fino al periodo napoleonico. dalla prima metà del Settecento furono fondate logge in diverse città, Roma, Firenze, Napoli, Milano, ma quasi tutte affrontarono difficoltà e persino persecuzioni.

Il periodo napoleonico e il successivo periodo del Risorgimento sono al centro del contributo di Giuseppe Luca Manenti, il cui saggio ripercorre le vicende della massoneria italiana dal periodo del dispotismo illuminato fino all’unificazione della penisola.

Il terzo e il quarto capitolo scritti rispettivamente da Demetrio Xoccato e Emanuela Locci sono incentrati sulla storia della massoneria italiana nel periodo liberale, quindi dall’unità d’Italia fino al primo decennio del Novecento. Questa parte risulta particolarmente importante nell’economia del volume in quanto descrive la nascita della prima Obbedienza strettamente italiana: il Grande Oriente d’Italia.

I capitoli si soffermano sull’operato di tre Gran Maestri che si sono susseguiti alla guida

dell’Obbedienza, Adriano Lemmi, Ernesto Nathan ed Ettore Ferrari. I tre leader con la loro azione hanno impresso un’impronta indelebile sulla massoneria del periodo.

Il capitolo successivo, scritto da Nicoletta Casano offre una disamina completa rispetto al periodo della Prima Guerra Mondiale per poi inoltrarsi nella descrizione e analisi di uno dei periodi più bui della storia del Grande Oriente d’Italia durante il periodo fascista. La massoneria di palazzo Giustiniani giocò un ruolo chiave nella decisione dell’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale affianco all’Intesa. Grazie all’importante ruolo socio-politico nazionale e internazionale della massoneria italiana d’inizio secolo scorso, quest’Obbedienza poté agire sull’opinione pubblica in modo più capillare dei partiti politici intervenzionisti.

Il sesto capitolo è in realtà un piccolo cammeo, redatto da Emanuela Locci, e tratta l’esilio della massoneria italiana e descrive come il Grande Oriente d’Italia è riuscito a non subire l’oblio massonico, ossia grazie all’opera di alcuni esponenti della massoneria italiana che si lavoravano latomisticamente al di fuori dei confini nazionali.

Il settimo capitolo, scritto anch’esso da Emanuela Locci, è incentrato sulla presenza delle logge all’Obbedienza del Grande Oriente d’Italia che operavano all’estero, nella cornice della presenza di comunità italiane qui dislocate. I casi studio riguardano le logge italiane presenti in Turchia, Egitto, Tunisia, Libia e Eritrea (di Valerio Borghese). Storia del Grande Oriente d’Italia, testo a cura di Emanuela Locci



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