Servizio Biblioteca. L’alambicco di Lev Tolstoj. Guerra e pace e la Massoneria russa

Guerra e paceL’alambicco di Lev Tolstoj. Guerra e pace e la massoneria russa (Viella) è il titolo del volume di Raffaella Faggionato che il Servizio Biblioteca ha presentato lo scorso giovedì 22 ottobre a Casa Nathan. Con l’autrice sono intervenuti il Secondo Gran Sorvegliante Pasquale La Pesa e i Professori Gian Mario Cazzaniga (Università di Pisa), Cesare De Michelis (Università di Roma Tor Vergata) e Gianni Eugenio Viola (Università di Siena).  Moderatore della serata, seguita da un pubblico attento e numeroso, è stato il Gran Bibliotecario Bernardino Fioravanti che prima di lasciare la parola ai relatori ha rilevato come l’opera della Faggionato dimostri quanto l’Istituzione massonica abbia influenzato anche la cultura russa del XVIII e XIX secolo.

Cazzaniga

“Libro faticoso ma bello”; si tratta di un saggio filologico letterario che richiede sia una qualche conoscenza della storia della letteratura russa che della massoneria russa, due competenze difficili da trovare unite, per cui andrebbe forse letto a partire dalla ricca appendice finale intitolata: Breve storia della massoneria nell’età di Alessandro I. Lettura faticosa da imputare naturalmente a Tolstoj, che inizia un lavoro stimolato dal ritorno nel 1856 di alcuni decabristi, sui cui programmi falliti di emancipazione e di costruzione di una nuova società viene riflettendo, poi riorganizza e rivede il lavoro, stimolato anche da incontri e letture di ambito muratorio e, in particolare, di cultura rosacrociano-martinista, e infine rivede tutti questi stimoli nella costruzione di una propria filosofia della storia, espressa nella versione finale del testo, dove negli ultimi libri è rintracciabile anche qualche influenza della sua frequentazione nei primi mesi del ’68 di un circolo di tendenze slavofile. Potremmo dunque dire, prosegue Cazzaniga, che in Guerra e pace abbiamo anche una traccia di autobiografia spirituale, dove il passaggio dal riformismo sociale all’autocostruzione del sé si realizza attraverso un viaggio iniziatico.

De Michelis

In origine, l’idea del romanzo che sarà Guerra e pace sorse in L. Tolstoj alla fine della guerra di Crimea (1856), quando tornarono dalla Siberia coloro che v’erano stati esiliati dopo il moto decabrista (1825). Nato dunque come ‘risarcimento’ dello spirito nazionale russo umiliato dalla sconfitta, il progetto doveva riguardare uno dei momenti più nobili della storia recente: ma, per capirlo, il tema si spostava via via all’indietro, al 1812, al 1805, venendo a configurare una commistione inedita di romanzo storico e romanzo familiare, quello che V. Šklovskij ha definito come una “lingua” compenetrata in un’altra. Il collante tra le due “lingue” è la cultura e l’ideologia delle generazioni che hanno maturato il moto decabrista: e tra queste, una parte essenziale è riservata alla tradizione massonica, analizzata con encomiabile perspicuità da Raffaella Faggionato.

Viola

La ‘diversità’ della condizione russa per quanto riguarda l’introduzione e la storia della Massoneria è certo notevole e  materia di attente e complesse ricerche; tuttavia questo non può indurre a pensare che ciò significhi o giustifichi una sorta di ‘opposizione’ tra scuole e indirizzi occidentali e orientali. Vi sono poi stati ulteriori tramiti e motivi singolari e specifici, per quanto riguarda Tolstoj, che rendono le parti di Guerra e pace un laboratorio nel quale ansie e personali ricerche si decantavano sino a renderle specchio di una società intera.

La singolarità delle vicende massoniche nell’opera di Tolstoj consiste anche nel suo fondere echi della ricerca spirituale assai risalente (come il martinismo e persino il molinismo) con indirizzi moderni e coevi alla stesura del romanzo.

Fondamentale poi è l’aspetto linguistico -in senso lato, cioè non idiomatico- che comprenderà l’ingresso nella tessitura del grande romanzo dei linguaggi alchemici, quabbalistici, senza ovviamente dimenticare i linguaggi del sogno.

Faggionato

E’ intervenuta chiarendo come sia nata l’idea di questo libro. Nel testo definitivo di Guerra e pace sono presenti molte “stranezze”, che si concentrano in modo particolare negli episodi in cui è presente il tema della massoneria, e che non ci sono invece nelle prime versioni dell’opera. Questo è particolarmente evidente negli episodi che conducono all’affiliazione di Pierre Bezuchov a una loggia pietroburghese, e poi nel suo “diario massonico”, in cui, nell’ultima stesura del romanzo, compare la narrazione di sogni di evidente sapore ermetico. È stato quindi inevitabile per l’autrice cercare di capire cosa è successo nei sette anni in cui il romanzo è stato scritto, andare alla ricerca di quali fonti massoniche Tolstoj avesse letto e utilizzato, cercare di chiarire cosa ne pensasse della massoneria, e soprattutto “quale” massoneria avesse conosciuto. Tra la fine del Settecento e il primo Ottocento, infatti, nasce e si diffonde in Russia, per particolari ragioni storiche, un filone della massoneria europea che si può definire martinista-rosacrociano (i due termini in Russia si confondono). Attraverso i canali delle logge massonico-rosacrociane giungono nell’Impero russo tutti i classici della cultura mistica ed ermetica europea. Anche Tolstoj si appassiona a queste letture, da cui attinge materiali, idee, simboli che modificano via via il romanzo che sta scrivendo, imprimendogli la forma di un viaggio iniziatico dei due protagonisti.

La Pesa

Nel portare i saluti del Gran Maestro Stefano Bisi, La Pesa si è complimentato con la Faggionato per lo straordinario lavoro di ricerca condotto e per il convegno organizzato dal Servizio Biblioteca in quanto nelle tematiche affrontate vi ha ritrovato la summa di oltre venti anni  di appartenenza all’ordine iniziatico muratorio nella libera muratoria del Grande Oriente d’Italia.

La Pesa, che si occupa dei rapporti internazionali dell’Istituzione, ha descritto anche la situazione attuale della Massoneria russa e in particolare della Gran Loggia di Russia con la quale il Goi ha rapporti di mutuo riconoscimento, rilevando come nonostante la sua antica e importante tradizione esoterica oggi questa obbedienza conti su un migliaio scarso di fratelli distribuiti in 28 logge. Tornando al volume, La Pesa sottolinea anche quanto sia rimasto affascinato dalla prima parte di esso dove emerge una contrapposizione tra i decabristi ovvero “i massoni sociali” e i rosacruciani più “spirituali” che ancora oggi rappresenta la querelle che divide tutte le principali obbedienze a livello mondiale che scontano queste due anime. La massoneria offre tuttavia un metodo che è quello del dialogo, attraverso il quale è possibile conciliare e vivere con ricchezza sia l’anima prettamente sociale cioè dell’impegno nel sociale sia l’anima più esoterica, più spirituale. Di particolare interesse è stata la quinta parte del libro per la straordinaria attualità delle tematiche trattate e per la lirica raggiunta dalla Faggionato, soprattutto nei confronti di temi come la morte e l’amore per essa che è veramente il segreto massonico. La massoneria attraverso il lavoro in loggia offre, infatti, un rifugio a chiunque viva una spiritualità tormentata e a chiunque  non si accontenti dei dogmi che gli offrono le vie spirituali tradizionali.

 



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