Ricordando Lando Conti, sindaco e massone, ucciso a Firenze dalle Br

Nel pomeriggio del 10 febbraio 1986, nella zona di Ponte alla Badia a Firenze, Lando Conti, da solo in auto, si stava recando in Consiglio comunale, dove rappresentava il Partito Repubblicano. Fu assassinato con una raffica di 17 colpi di pistola. Aveva 52 anni e lasciava la moglie e 4 figli e da pochi mesi aveva terminato il mandato di sindaco di Firenze che lo aveva avuto apprezzato amministratore della città. Nella stessa serata con una telefonata anonima a un giornale milanese le Br si assunsero la paternità dell’attentato. Conti era un libero muratore.

L’iniziazione nel Grande Oriente

Era stato iniziato nel Grande Oriente d’Italia  il 22 novembre del 1957 nella loggia “Giuseppe Mazzoni” (62) di Prato. Nel 1959 si era trasferito nell’officina “La Concordia” (110) di Firenze e nel 1970 troviamo il suo nome tra i fondatori della Costantino Nigra (714), sempre di Firenze. In seguito, passò alla “Abramo Lincoln” (884) che oggi è a lui intitolata. Fu Gran Cappellano, nel 1974, dell’Arco Reale. Nel 2006 è stato proclamato Gran Maestro Onorario alla memoria. Quattro logge portano il suo nome e la nostra Comunione  lo ricorda e ne commemora come ogni anno l’anniversario della morte, tanto più fiera  in un’epoca come la nostra in cui si vorrebbero escludere i fratelli dall’amministrazione della cosa pubblica, di  uomini come lui che si sono impegnati sul territorio a lavorare per il bene comune, uomini di talento, preziose e importanti risorse per il paese, primi cittadini, che spesso hanno fatto la differenza.

Maestri per la città, i sindaci liberi muratori


Maestri per la città, i sindaci liberi muratori

A loro è dedicato il monumentale lavoro pubblicato in due volumi da Tipheret, dal titolo “Maestri per la città”, curato con straordinaria passione dal professore Giovanni Greco, Gran Rappresentante del GrandeOriente d’Italia, già docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna. Un’opera – realizzata da una squadra di 64 tra studiosi massoni e profani, giovani ricercatori ed esploratori dei vari territori appassionati alle vicende storico-muratorie – che fa luce per la prima volta sul contributo, finora inesplorato, che tanti fratelli hanno dato allo sviluppo dell’Italia, da nord a sud, da est a ovest, isole comprese. Da Bolzano a Lipari, da Portoferraio a Cento, da Firenze a Roma, Perugia, Bologna, Rieti, Lugo, Terni, Udine…

Realtà diverse tra loro, che hanno sperimentato, per brevi o lunghi periodi, la guida da uomini, portatori di valori universali e senza tempo, impegnati a rendere il mondo migliore, e anche più bello. Duecentoquarantadue “cittadini militanti”, come li definisce il curatore ricorrendo all’espressione usata da Giampaolo Pansa proprio per Lando Conti, dei quali è stato possibile rintracciare sufficiente documentazione. Storie, vicende umane e politiche che sono la testimonianza, la prova tangibile del fatto che la Massoneria fa parte del tessuto stesso della tradizione democratica del  nostro paese. La migliore risposta agli attacchi di chi si nutre di meschini pregiudizi.



La risposta a chi si nutre di pregiudizi

L’opera apre con Franz von Gumer (siamo nella seconda metà del
Settecento), il primo di otto sindaci massoni di epoca precedente
all’unità di Italia, a testimonianza dell’esistenza “di un reticolo già
vasto e articolato”, che andrà via via arricchendosi sempre più fino
ai nostri giorni di personaggi la cui fama a volte è legata anche ad
altre vicende, come Camillo Benso conte di Cavour, che fu sindaco
di Grinzane, Bettino Ricasoli, che fu sindaco di Firenze, Agostino
Depretis, primo cittadino di Stradella, Francesco Budassi, il “filosofo
pratico” che fu sindaco di Urbino, Andrea Costa, che fu sindaco di
Imola e primo deputato socialista della storia d’Italia. E poi Giuseppe
Mussi, Ugo Lenzi, Giuseppe Pizzarelli, Aldo Nucci, Canzio
Vannini, Manlio Cecovini, Giorgio Casoli, Mario Valentini, Lando
Conti, Giorgio Cardetti, Giovanni Memola… Alberto Manzi, l’indimenticabile “maestro degli italiani”, anche lui sindaco – è stato
primo cittadino di Pitigliano, comune in provincia di Grosseto – e
massone. Giovanni Malvezzi de Medici, Attilio Morara, Luigi Rava,
Carlo Turano, Francesco Angelini, sindaco di Ancona (1949 – 1964)
… Antonio Starabba marchese di Rudinì… Gabriele Albertini, sindaco
di Milano dal 1997 al 2006, “massone in pectore” durante il
suo mandato, essendo stato iniziato alla Libera Muratoria solo dopo,
nel 2015… Placido Martini, sindaco di Compatri tra il 1903 e il 1906,
poi trucidato alle Fosse Ardeatine insieme ad altri diciannove massoni…
E ancora, Giuseppe Zanardelli, che fu sindaco di Nava, piccolo
centro del bresciano prima di diventare presidente del Consiglio,
ministro della Giustizia (fu lui a fare approvare il primo Codice
Penale dell’Italia unita, il più liberale dell’epoca, e poi a fare abolire
la pena di morte) …Filippo De Pasquale primo cittadino di Lipari,
il sindaco più longevo di tutti, guidò il Comune dell’Isola dal 1837
al 1882…. Elio Morpurgo, il primo ebreo massone- E tanti altri.

Il 13 febbraio a Firenze una tornata per commemorarlo

Mercoledì 13 febbraio, alle 20:30, nella  Casa Massonica di Firenze di Borgo Albizi, Lando Conti verrà ricordato dalla loggia del Grande Oriente a lui intitolata la n.884 del capoluogo toscano con una tornata in grado di apprendista e una tavola affidata a Gianmichele Galassi.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *