Per il massone Mozart tantissimi applausi a Genova

Mozart è stato un Massone, una scelta che influenzò la sua musica. Entrò ufficialmente nella Massoneria il 14 dicembre del 1784, nella loggia “Zur Wohltätigkeit” (Alla Beneficenza) fondata dal Maestro Otto von Gemmingen. Da quella data sembra cambiare anche l’intero linguaggio mozartiano, così come lo stesso destino del repertorio massonico. Il concerto di Genova organizzato dal Collegio Goi Liguria, presso la Sala Montale del Teatro Carlo Felice, ha fatto registrare il tutto esaurito, con una presenza di ‘profani’ superiore alle attese.

L’evento è stato introdotto da Carlo Alberto Melani, presidente della Circoscrizione, e dal vice presidente della Fondazione Teatro Carlo Felice, Roberto Pani. Sul palco si sono esibiti il tenore Erlendur Thor Elvarsson accompagnato al violino da Marcello Defant, Roberto Traini al violoncello,  Piero Barbareschi al pianoforte e il relatore Giacomo Fornari.

Il repertorio massonico costituisce un momento centrale nella produzione di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Se nei primi anni il fanciullo prodigio sembrava limitarsi a soddisfare le richieste di un mecenate “misterioso” con cui aveva contatti occasionali, come accade ad esempio nel caso del Lied O heiliges band KV 148 (125h), le cose cambiano con il definitivo ingresso nell’ordine avvenuto a Vienna nel dicembre del 1784. Da quella data, infatti, sembra cambiare anche l’intero linguaggio mozartiano, così come lo stesso destino del repertorio massonico.

Mentre agli esordi della Massoneria cosiddetta speculativa la musica era considerata un semplice, ma apprezzato abbellimento del lavoro rituale, con l’apporto di Mozart essa assume caratteristiche e canoni propri, secondo procedimenti armonici caratteristici e definiti in modo sistematico e inequivocabile. Così facendo, la musica diviene un linguaggio capace di tradurre la simbologia in un’esperienza sonora unica e irripetibile.

Mozart diviene un modello vincolante e imprescindibile per tutti i compositori che si sono occupati di musica massonica anche a grande distanza di tempo. Nel brano An die Stärke KV620/20, eseguito in prima assoluta moderna, si nota un particolare aspetto del repertorio massonico consistente nella rielaborazione di arie note che venivano ritestualizzate e rese adeguate alle diverse esigenze dei lavori di loggia. Grazie a questo procedimento, molti brani celebri di natura profana sono stati “travestiti” di nuovi contenuti subendo un processo di nobilitazione sotto il profilo contenutistico ed estetico.



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