Oltraggio a Miliocchi Sul busto: ‘Scimmia ebrea’/La Nazione

Personaggio di alto profilo. Fu giornalista, massone e mazziniano convinto La statua imbrattata si trova ai giardini di Sant’Ercolano. Indaga la Municipale

Ci avverte un residente di passaggio: «Volevo segnalarvi che hanno sfregiato con un scritta antisemita il busto di Guglielmo Miliocchi”. Succede ai Giardini di Sant’Ercolano, “Scimmia ebrea”, recita la vernice in rosso. L’opera, realizzata dagli scultori Matteo Peducci e Mattia Savini, è stata la prima di una serie di busti che il Comune ha voluto dedicare a personaggi perugini del Novecento, e nasce su iniziativa della loggia locale Guglielmo Miliocchi. Miliocchi (la madre era una sarta, il padre calzolaio) nato nel 1873 al Borgo D’Oro dove morirà nel 1958, è stato maestro elementare, combattente garibaldino, politico repubblicano, giornalista, massone, figura indelebile della storia di Perugia. L’abbondante aneddotica lo descrive avvolto «in un nero tabarro e con il fiocco nero al posto della cravatta» e, di lui, lo scrittore e avvocato Dante M agnini, fondatore dell’Associazione Culturale Famiglia Perugina scrisse: «Maestro elementare, fu portabandiera della più radicata ideologia mazziniana e repubblicana. Patriota autentico». In difficoltà dopo l’avvento del fascismo ra- diato dall’insegnamento per idee anticlericali ed anti monarchiche ed accusato di aver promosso comizi non autorizzati ne patì rappresaglie, umiliazioni ed incarceramenti. Perse per sempre la possibilità di insegnaIl busto offeso dalla scritta re e fu annoverato tra gli schedati politici sottoposti a severa e costante sorveglianza. Il poeta Claudio Spinelli lo ricordò con commozione in svariate poesie edite dopo la morte del maestro. Nel 2019, a poco più di sessant’anni dalla morte, Perugia volle ricordarlo con il busto marmoreo nei giardini Caselli. «Ho vissuto e muoio nella fede di Giuseppe Mazzini”: così recita la sua lapide. Intanto il Municipio condanna il gesto e fa sapere che la Municipale sta indagando per risalire ai colpevoli. Silvia Angelici



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