Monza. Stregherie in mostra a Villa Reale

Dal 29 ottobre al 25 febbraio prossimo il Belvedere della Villa Reale di Monza ospiterá la mostra sul tema Stregherie. Fatti, scandali e veritá sulle sovversive della storia, a cura di Luca Scarlini, autore anche di un interessante volume sull’argomento,  ideata e prodotta da Vertigo Syndrome, con il patrocinio del Comune. In esposizione una collezione di stampe antiche unica al mondo, che mette insieme i maggiori artisti degli ultimi due secoli con straordinari illustratori anonimi dimenticati, presentando scene di malefici, torture, sabba, ma anche immagini luminose di guaritrici, zingare, simboli magici nascosti in quadri pastorali. La visita propone una vera e propria full immersion in un processo per stregoneria del 1539 per poi svelare i misteri dell’Antica Religione della Grande Madre attraverso la ricostruzione di luoghi, riti, azioni e oggetti in un percorso articolato in dieci stanze. Le opere comprendono circa cento incisioni originali antiche, scelte dal curatore all’interno della collezione Guglielmo Invernizzi. Collezione dalla quale provengono anche alcuni celebri trattati, come il Malleus Maleficiarum, nella pregiata edizione del XVI secolo, dove sono indicati caso per caso i supplizi e le pene da infliggere a chi era sospettato di stregoneria. La mostra presenta anche una selezione di manifesti, locandine e fotobuste scelti tra i cimeli cinematografici di Alessandro Orsucci, ed una serie di oggetti originali, mai visti in Italia, legati al mondo della stregoneria – antichi calderoni, bacchette, feticci, amuleti e talismani – prestati dal leggendario Museo specializzato in Stregoneria di Boscastle, in Cornovaglia.  Inoltre, una sezione di interesse locale è dedicata al romanzo storico La strega di Monza, scritto da Giuseppe Bertoldi da Vicenza nel 1861, proveniente dalla Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, che racconta le vicende della Matta Tapina, Strega herbaria, che visse nel “Bosco Bello”, selva poi inglobata nel Parco di Monza. L’esposizione si completa con una sezione separata che racchiude sei illustrazioni originali inedite di Gloria Pizzilli, collaboratrice di prestigiose testate come The New Yorker, The New York Times, Scientific American, The Boston Globe, GQ Usa, oltre a La Stampa, L’Espresso e Il Corriere della Sera per l’Italia. Il percorso della mostra è  immaginato come un viaggio iniziatico per diventare streghe, ed è  liberamente ispirato al classico di Dario Argento Suspiria. Di grande suggestione, l’elemento sonoro, che accompagna il visitatore lungo tutto il tragitto. Voci, sussurri e grida strazianti, evocano antichi rituali e, attraverso le parole della drammaturga Magdalena Barile, danno voce alle streghe stesse, che raccontano le proprie storie, dalla prima vocazione, sino alla piena realizzazione di sé, grazie all’uso della magia. Alla fine del percorso, giunti nella stanza finale, dopo aver acquisito consapevolezza della vera natura delle streghe e aver scoperto, attraverso di loro, la propria vocazione “per il mestiere”, benefica o malefica che sia, i visitatori saranno pronti a scrivere il loro scongiuro personale nel grande libro delle ombre. Tra le opere della collezione Guglielmo Invernizzi, spiccano un bulino di Dürer del 1501 raffigurante La strega a rovescio sul caprone, le xilografie del Maestro del Virgilio di Grüninger del 1502, Il giovane principe impara la magia di Hans Burgmair, del 1515, e La strega e il palafreniere di Hans Baldung Grien del 1544/45, sino ad arrivare alle incisioni moderne di Goya, tratte dalla serie dei capricci nell’edizione del 1886, e alle modernissime acqueforti di Joseph Apoux sulle streghe di Notre Dame del 1888, per finire con la litografia a colori di Leonor Fini rappresentante una strega a cavallo della mitica scopa, opera della fine del ‘900.



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