L’ultimo giorno del papa re. Il 20 settembre ora per ora. La cronaca della presa di Porta Pia

Martedì 20 settembre 1870: Roma è circondata da 50 mila soldati italiani che, dopo aver forzato i confini dello Stato Pontificio, l’assediano con cinque divisioni militari. La città del Papa Re, difesa da 11 mila uomini in armi, è pronta a resistere. All’alba dall’avamposto pontificio di villa Patrizi partono all’improvviso colpi di fucile contro le truppe avversarie schierate a villa Albani: è l’inizio della battaglia. Poche ore dopo, mentre Pio IX celebra la messa nella sua cappella privata davanti ai rappresentanti del corpo diplomatico, Hermann Kanzler, capo supremo dell’esercito pontificio, è costretto a ordinare la resa: la capacità di resistenza dei suoi soldati, nonostante la tenace difesa, è giunta al limite estremo, soprattutto nel tratto fra porta Salara e porta Pia. Alle 10 sulla cupola della basilica di San Pietro sventola la bandiera bianca; poco dopo la città è violata con le armi dai bersaglieri e dai fanti del generale Cadorna, che vi irrompono a passo di carica attraverso una breccia aperta a cannonate nelle mura Aureliane, vicino a porta Pia.

Antonio Di Pierro in questo libro dal titolo “L’ultimo giorno del papa re. Il 20 settembre 1870” ( Edizioni Clichy  e introduzione di Giorgio Dell’Arti)  ricostruisce la cronaca dettagliata, ora per ora e in presa diretta, di quella giornata fondamentale nella storia dell’Italia moderna in cui veniva cancellato dall’atlante politico europeo uno degli Stati più antichi e Roma si apprestava a diventare, dopo Torino e Firenze, la capitale definitiva del giovane Regno. Così, attraverso le parole e i ricordi dei protagonisti, possiamo rivivere lo stato d’animo degli assediati e degli assedianti, il travaglio di Pio IX attaccato da un re cattolico (Vittorio Emanuele II) e le sue speranze prima nell’intervento di una potenza straniera e poi in una restaurazione; e ancora lo sconcerto del mondo cattolico, il disincanto del popolino romano, il terrore della nobiltà nera fedele al papa; la gioia dei patrioti rientrati a Roma al seguito dell’esercito italiano che vedevano finalmente coronare il sogno vagheggiato da Cavour, Garibaldi, Mazzini.

Il risultato è una ricostruzione accurata dell’atmosfera della Roma del Belli e di Mastro Titta, colta nello sguardo emozionato e stupefatto dei giornalisti stranieri e dei soldati italiani che la scoprivano, magnifica, per la prima volta.



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