Livorno, svelata la targa in memoria del “Gran Maestro dell’esilio”, l’antifascista Alessandro Tedeschi. L’omaggio della cittá e del Grande Oriente


Domenica 14 maggio alle 12 si é tenuta a Livorno la cerimonia di svelamento della targa commemorativa di Alessandro Tedeschi, grande figura di medico, di antifascista e di libero muratore, al quale la cittá toscana diede i natali il 31 gennaio 1867. Alla cerimonia di inaugurazione, che si é tenuta nella piazza intitolata a Giuseppe Emanuele Modigliani, altro illustre livornese, con il quale Tedeschi condivise la militanza nella Concentrazione antifascista durante l’esilio a Parigi, hanno partecipato il Gran Maestro Stefano Bisi, che ha ringraziato le autoritá comunali per l’iniziativa; l’assessore alla Cultura Simone Lenzi, che ha ricordato la figura di Tedeschi e la legge voluta da Mussolini nel 1925 che mise al bando la Massoneria; il presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso; il Gmo Massimo Bianchi, sostenitore della proposta della targa, insieme a Matteo Vivoli, segretario della loggia Adriano Lemmi, che ha firmato la richiesta presentata al sindaco e poi approvata all’unanimitá dal Consiglio Comunale. E ancora il presidente dell’Anpi, il capo della Comunitá ebraica, tantissime altre personalitá di spicco locali e numerosi fratelli.


Tedeschi, che morí in Francia in esilio, a Saint-Loubès, il 19 agosto 1940, è ricordato dalla Massoneria del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani come il Gran Maestro dell’esilio. Guidò infatti la Comunione prima da Gran Maestro aggiunto e poi effettivo dal 29 novembre 1931 alla sua morte mentre il Goi , messo al bando in Italia dal fascismo, era impegnato all’estero tra mille difficoltà a riprendere i collegamenti con le logge superstiti nei vari paesi d’emigrazione, a mantenere i contatti con i nuclei clandestini operanti in Italia, a lottare i totalitarismi che avanzavano. Una missione che Tedeschi portò avanti con tenacia e coraggio insieme al ristretto ma determinato gruppo dirigente che si era raccolto intorno a lui.

Tedeschi era stato iniziato nel 1892 nella loggia livornese Garibaldi e Avvenire. Dopo la specializzazione in anatomia patologica presso l’Università di Siena, la nomina a direttore dell’Istituto di anatomia patologica presso l’Università di Cagliari, spinto da nuove aspirazioni professionali si trasferì in Argentina nel 1899 dove si dedicò ad avviare nuove strutture ospedaliere; il 12 febbraio 1900 a Buenos Aires venne affiliato alla loggia Unione Italian n. 12, appartenente anch’essa al Grande Oriente d’Italia. Tedeschi mantenne forti legami con la massoneria italiana: nel 1925, proprio quando il fascismo imponeva lo scioglimento delle logge, fu tra i più attivi nel ruolo di coordinamento dell’attività in esilio del Grande Oriente. Nel 1930 abbandonò la professione medica e, non potendo tornare in Italia a causa delle sue dichiarate posizioni antifasciste, si trasferì in Francia a Chateau Reignac (nei pressi di Reignac-sur-Indre), collaborando attivamente con i liberi muratri in esilio. Il 29 novembre 1931 venne nominato Gran maestro aggiunto (facente funzione di Gran maestro effettivo) del Grande Oriente d’Italia in esilio e, alla morte di Domizio Torrigiani (31 agosto 1932), subentrò a quest’ultimo. Rimase in carica per circa otto anni, fino alla sua morte. Dal 1937 al 1940 fu pure Sovrano gran commendatore del Supremo Consiglio d’Italia del Rito scozzese antico ed accettato. Tedeschi, perseguitato e ricercato dalla Gestapo in quanto ebreo, antifascista e massone, si rifiutò di fuggire per salvarsi e si lasció trovare morto.
A lui é intitolata un’officina dell”Oriente di Livorno.



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