Le 99 vie massoniche di Napoli, cittá di fratelli. Presentato il 13 maggio il libro di Antonio Emanuele Piedimonte

Il 13 maggio presentato a Palazzo Nunziante, in Via Domenico Morelli, il volume “Le 99 vie massoniche di Napoli – La città dei fratelli, la storia della Massoneria meridionale nella toponomastica”, Edizioni Sub Rosa, distribuito in forma cartacea da Amazon. “Un libro divulgativo per raccontare una Napoli non molto conosciuta, un contributo per non perdere la memoria di uomini e storie”, come ha sottolineato l’autore Antonio Emanuele Piedimonte. Con lui all’incontro  il manager Oscar Cardarelli,  l’avvocato Gianandrea Maria Perrella, lo storico dell’ermetismo e dell’alchimia occidentale Massimo Marra, il giornalista Angelo Cerulo e nelle vesti di moderatore il sociologo Luca de Luca Picione, docente alla “Federico II”, che hanno ricostruito la storia della Massoneria meridionale e le vicende della capitale del Regno delle Due Sicilie, temi portanti  del libro di Piedimonte che è un vero e proprio viaggio nella più grande organizzazione iniziatica del mondo.

I due principi

Un itinerario esoterico “stradale” che spazia tra i due principi per antonomasia: Raimondo di Sangro di Sansevero e Antonio de Curtis in arte Totò, in una Napoli che è stata a lungo una delle capitali della Massoneria e nella quale ancora oggi, afferma lo studioso, “si annoverano migliaia di aderenti la maggior parte dei quali nel Grande Oriente d’Italia”. Un primato che Piedimonte descrive con sintetico rigore e dovizia di particolari nelle trecento pagine del libro. Pur ruotando intorno alla toponomastica dell’antica capitale, l’excursus apre continuamente lo sguardo sul resto della Campania, del Meridione e del mondo. Il volume si dipana tra i profili biografici dei “fratelli” che si sono guadagnati l’onore di una targa stradale, e che sono persino più dei 99 indicati nel titolo.  Dal cuore del centro cittadino alle lontane periferie gli esempi sono tanti: c’è il Lungomare che celebra un grande eroe, l’ammiraglio Francesco Caracciolo, e la piazza che ricorda Giovanni Bovio, filosofo, docente, stimato parlamentare e figura di primissimo piano nella storia della Massoneria italiana (fu anche l’oratore ufficiale all’inaugurazione del monumento a Giordano Bruno a Roma). Vie, vicoli, slarghi, che evocano la memoria di scienziati e letterati, avvocati e artisti, docenti e poeti, militari e studenti, politici e uomini di Chiesa, compresi alcuni vescovi, due re e una regina.

Il suggestivo itinerario prosopografico-toponomastico raccolto dal saggista napoletano colma una lacuna e va ad aggiungersi al già ricco elenco di opere dell’intellettuale che scrive per “la Stampa” ed è considerato uno dei maggiori studiosi di esoterismo. Lo stradario massonico – caratterizzato da una scrittura agile e dalla possibilità di poter disporre, nell’ambito di una divulgazione alta, di più chiavi di lettura – passa in rassegna i profili di piccoli e grandi protagonisti delle vicende storiche del Meridione e anche del resto d’Italia. Un modo efficace per scoprire e riscoprire figure ormai quasi dimenticate (o comunque poco conosciute) e i loro collegamenti con l’universo della Libera-muratoria partenopea e internazionale. Si pensi, ad esempio, a Gaetano Filangieri e ai suoi rapporti con il “fratello” statunitense Benjamin Franklin (venerabile della leggendaria loggia parigina “Les Neuf Soeurs”) e con il teologo danese Friederich C. H. Munter che a Napoli operò (con successo) per conto dell’Ordine degli Illuminati di Baviera.  O al brillante imprenditore ebreo che regalò ai napoletani la loro squadra di calcio e il primo stadio: Giorgio Ascarelli (il mitico primo presidente del Napoli calcio); o il geniale Hugo Pratt (il “papà” di Corto Maltese). Ma pure Luigi Settembrini, Pasquale Villari, Ettore Carafa, Alessio Aurelio Pelliccia, Giuseppe Fiorelli (il grande archeologo), Vittorio Imbriani, Giuseppe Piazzi (il fondatore dell’Osservatorio astronomico di Palermo), Arnaldo Lucci, Luigi Luzzatti, Pasquale Baffi. Dal documentato volume (arricchito da interessanti fotografie) emergono pure la foltissima pattuglia di medici – tra gli altri Cotugno, Cirillo, De Meis, Jannelli, Bianchi, Castellino, Pietravalle, Pascale – e quella ugualmente corposa dei letterati: i premi Nobel Carducci, Quasimodo, Fermi, e quindi Goethe, Stendhal, Sue, Dumas, Foscolo, Pascoli, De Sanctis, Malaparte. Ma il libro di Antonio Emanuele Piedimonte è anche l’occasione per andare alla scoperta di un’ulteriore pagina pressocché sconosciuta ai più: il ruolo delle donne massone. In primis le gran maestre napoletane Enrichetta e Giulia Caracciolo, due figure eccezionali che la stampa del tempo definì «le tigri del libero pensiero della massoneria italiana”. Un’originale mappa 320 pagine (con alcune foto “illuminanti”) che ci accompagna attraverso una Napoli segreta.

Giornalista saggista, fotografo, libero docente, Piedimonte è esperto di comunicazione, consulente per la tv e il cinema. Ha scritto per diversi quotidiani italiani, tra cui “la Repubblica”, il “Corriere della Sera”, “Metropolis”, “Il Riformista”, “Il Quotidiano del Sud”, e dal 2014 lavora come corrispondente per “La Stampa”. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui “Napoli Segreta”; “Filtri e magie d’amore: da Orazio a Jung”; “Il Cimitero delle Fontanelle e il culto delle anime del Purgatorio”; “Nella terra delle janare”; “Raimondo di Sangro principe di Sansevero”; “Milano esoterica”; “Lo spiritismo a Napoli”; “Leonardo da Vinci a Milano”; “La collina sacra”; “I segreti della Napoli sotterranea”. (fonti stampa locali, Mattino e Ansa)



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