Vito Mancuso: “Lavorate sempre al vostro tempio interiore, lì c’è la grande bellezza”/BZ News24


Un viaggio dentro se stessi. Dall’origine della vita sino alle più intime convinzioni passando per quei parallelismi che uniscono le religioni e le spiritualità. Questa mattina Vito Mancuso ha preso per mano un pubblico folto all’Eurac per portarlo a guardarsi dentro. All’edificazione del proprio tempio interiore. Un evento organizzato dal Grande Oriente d’Italia. 

Quando si lavora al tempio interiore? 

“Qui e ora. Adesso. Ogni momento è quello possibile per la costruzione di un tempio interiore. Per elevarsi. Uno dei grandi pericoli da cui dobbiamo proteggersi è l’appiattimento della nostra multidimensionalità” 

Lavorare alla costruzione interna è l’antidoto? 

“Sì, fare questo significa custodire la nostra natura che è elevata. A più dimensioni. Questo progresso, però, è qui e ora. Si costruisce nel momento”

Bisogna essere capaci di parlare con l’interiorità.

“La prima riflessione da fare è come ciascuno chiami la sua inferiorità. Non per sfociare nel nominalismo ma per rispettare le fondamenta della conoscenza di qualsiasi cosa che è fatta di res e di nomen. Della cosa e del nome. Il secondo è al servizio della prima. Come la chiamate?”

Anima? 

“Sì quello è il termine che la tradizione ci consegna. È un concetto che mi è caro ma so anche che qualcuno alza le sopracciglia e lo avverte come un concetto di altri tempi. Persone che sentono come il termine anima non vada più bene per quella interiorità. Qualcuno potrebbe parlare di mente, un altro ancora di spirito, coscienza, cuore, ragione, profondo sè…”

Avranno degli elementi in comune tutti questi termini? 

“Sì ma l’importante è sapere di rivolgersi a questa dimensione. Qualsiasi forma di vita capta informazioni dall’ambiente e le elabora per soddisfare prima di tutto i bisogni primari come l’alimentazione e la riproduzione. Poi si può approfondire nel rapporto con tutti gli altri entrando nell’ambito, per esempio, della coscienza morale”

Torniamo al concetto di costruzione.

“La radice etimologica porta proprio al processo che edifica. Ecco, noi dobbiamo sentirci dentro ad un grande processo costruttivo che nell’interiorità può continuare sempre verso l’alto rispetto alla costruzione fisica. La mente può essere sempre più pulita, cristallina e trasparente” 

Un’igiene spirituale? 

“Sì, un lasciare filtrare la luce dentro di noi. La luce del bene, della bellezza. La passività dell’ascolto e dell’accoglienza è più importante, alla lunga, dell’attività. È una capacità che non verrà mai meno fino alla fine dei nostri giorni. Dovremmo rinnovare, inoltre, la meraviglia verso la vita quotidianamente. È un miracolo che dimentichiamo. La nascita della vita è un qualcosa di incredibile. Se fosse nata dal caso è come pensare che una tromba d’aria passando su un magazzino di materiali produca un Boeing 747 perfettamente funzionante. Eppure è una possibilità valida. Ciascuno sceglie la teoria che lo fa vivere meglio: il caso? Dio? A metà tra caso e Dio? Va tutto bene. I dogmi sono al servizio del vivere bene”



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