La libertà fragile. L’eterna lotta per i diritti umani

La libertà fragile: L'eterna lotta per i diritti umani (Saggi) di [Louis Godart]

Intorno al 2110 a.C. il re mesopotamico Ur- Nammu promulga un sistema di leggi che sancisce i diritti dei membri più deboli della società: orfani, vedove e poveri. Tre secoli dopo il sovrano babilonese Hammurabi emana un codice in cui viene riconosciuta agli schiavi e alle donne la personalità giuridica. Nel 1222 Sundjata Keïta, primo imperatore del Mali, proclama “ai quattro angoli del mondo” l’abolizione della schiavitù e il rispetto dei valori inalienabili della vita umana, della libertà individuale, della giustizia e della solidarietà.
Sono occorsi molti secoli e diverse rivoluzioni perché questi princìpi di validità universale fossero ripresi dall’Occidente e riformulati nelle varie “Dichiarazioni dei diritti dell’uomo”, che hanno profondamente segnato la formazione della coscienza collettiva contemporanea. Eppure, ancora oggi nelle nostre democrazie, che si fregiano di Carte costituzionali liberali e garantiste, non mancano scenari desolanti di brutale sfruttamento dell’uomo sull’uomo e di diritti calpestati, mentre stanno nascendo nuove forme di schiavitù, più subdole ma non meno disumane di quelle di un tempo.
Convinto che solo alla luce del passato è possibile guardare in modo costruttivo al presente, Louis Godart, studioso di civiltà antiche, ripercorre in questo libro La libertà fragile: L’eterna lotta per i diritti umani (Mondandori) le fasi cruciali della guerra millenaria condotta dagli “apostoli dell’homo socialis” contro ogni tipo di sopraffazione e di ingiustizia. Autori e pensatori quali Eschilo, Sofocle, Nicolas de Condorcet e Jean-Jacques Rousseau, insieme a coloro che hanno voluto cancellare gli orrori della seconda guerra mondiale, sono solo alcuni dei protagonisti di una storia che è iniziata oltre 4000 anni fa e ha generato diverse concezioni del diritto, tutte però accomunate dalla ricerca di una legge “giusta”: dal testo scolpito sul Cilindro dell’imperatore persiano Ciro il Grande (539 a.C.) fino alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo firmata a Roma nel 1950, passando per quelle autentiche pietre miliari che furono la Magna Charta Libertatum, imposta nel 1215 dai baroni inglesi al loro sovrano, e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino partorita dalla Rivoluzione francese.
Si tratta di un cammino tutt’altro che lineare, irto di ostacoli e contrassegnato da esaltanti successi e brucianti sconfitte, e che tuttavia deve assolutamente continuare perché, ricorda Godart, la conquista dei diritti umani non è mai un risultato acquisito, ma l’obiettivo di una lotta che non conosce tregua.



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