La dinastia Gattai protagonista di 90 anni di vita pubblica viareggina/Il Tirreno

Viareggio è città di artisti, di medici, di avvocati. Tantissimi sono, in quest’ultima professione, i cittadini che si sono distinti e che hanno partecipato con entusiasmo e passione alla vita pubblica. Tra i tanti spiccano le figure della dinastia Gattai, dal padre fondatore Giuseppe all’ultimo rampollo John Gabriele. Lo studio Gattai celebra quest’anno i 90 anni dalla fondazione, così l’Ordine deg,liAvvocati della provincia di Lucca, durante una fastosa cerimonia alla “Casa del boia” sulle mura lucchesi, ha premiato 60 anni di professione del principale animatore dello studio attuale, l’avvocato John Gattai, figura storica dell’ambientalismo versiliese, patrocinatore di “Italia Nostra”, notissimo per la professione nel settore della cantieristica da diporto.

Ma esemplare fu la figura del fondatore, Giuseppe, repubblicano praticante, membro autorevole del Cln viareggino durante la guerra di liberazione, massone. Andò così, che arrivati gli eserciti alleati in città nel 1945 su iniziativa del comando inglese, e inglese era il primo governatore di Viareggio, fu riaperta la loggia massonica “Felice Orsini” che il fascismo aveva chiuso disperdendo i suoi tanti iniziati. La prima riunione libera della loggia avvenne proprio nello studio dell’avvocato Gattai, in via Sant’Andrea 24. Vi parteciparono vecchi affiliati come Eugenio Barsanti, Guido Casella, Enrico Belli, Attilio Barsanti, Lisandro Pasquinucci, Emilio Guidi. Ad essi si aggiunse il “profano” Giuseppe Gattai che aveva attivamente partecipato al Comitato di liberazione nazionale in rappresentanza del partito repubblicano. Negli anni successivi Gattai partecipò al consiglio comunale e durante le successive elezioni politiche del ’48 attivò la campagna elettorale dei repubblicani.

Erano anni roventi. A Viareggio gli attori principali della vita pubblica erano i “rossi”, comunisti e socialisti che avevano come leader il sindaco Sandrino Petri e principali esponenti l’ingegner Sergio Bres chi, il “Mosca” del romanzo “Il clandestino” di Mario Tubino, e Giuseppe Antonini, ambedue prestigiosi ex comandanti partigiani. Occorreva del coraggio ad affrontare nelle piazze, affollate ed entusiaste, le sinistre. I comizi, allora, si svolgevano in piazza del mercato, con contraddittori scalmanati; basti ricordare quello tra il giornalista Giancarlo Fusco, comunista, e la onorevole Vera Dragoni, democristiana, donna avvenente e prosperosa che, durante la disputa, per le sue forme conquistò talmente Fusco che a fine comizio corse ad abbracciarla, primo clamoroso esempio di compromesso storico. I repubblicani portarono invece a comizio nientemeno che l’onorevole Ferruccio Parri, uno degli eroi della Resistenza e primo presidente del Consiglio. Ebbene la piazza “rossa” non gradì l’oratore che fu fischiato e impedito a parlare. Allora Giuseppe Gattai prese dei pomodori sui banchi del mercato, li sfregò sui sedili dell’auto munita di altoparlante e con questa si mise a scorrazzare per Viareggio urlando, visto il pomodoro-sangue, che Parri fosse stato aggredito e malmenato. Apriti cielo. I democristiani che con l’ onorevole Togni parlavano in piazza Margherita intervennero a creare il caos, clamoroso, e così il fronte anticomunista aViareggio vinse quelle e le successive elezioni. Ma Giuseppe Gattai fu noto, oltre che per i successi professionali, anche per aver sposato l’attrice Franca Taylor, amica di Zacconi, Ruggeri, la Melato, una delle viareggine più straordinarie e coinvolgenti che abbandonò le scene proprio per il matrimonio con Gattai al quale diede due figli, John e Gilberto, ambedue divenuti anch’essi avvocati e continuatori affermati del mestiere. Giuseppe che fondò lo studio in via Sant’Andrea lasciò ai successori l’attenzione alla vita pubblica. Cosicché John ai giorni nostri è sempre in prima linea nelle battaglie per la difesa del verde, del magnifico paesaggio versiliese assieme ai militanti di “Italia Nostra”. John, che festeggia quest’anno i 60 anni di professione, si laureò in giurisprudenza all’Università di Pisa e si dedicò specificatamente alle delicate questioni di carattere matrimoniale e familiare.

Ma si specializzò anche nell’assistenza e stipula dei contratti e nei contenziosi relative alle opere d’arte antiche e all’attività di scultorie pittori contemporanei in campo nazionale e internazionale. Particolarmente affezionato alla memoria della madre Franca Taylor (di insigne famiglia britannica), ne ha curato diverse edizioni di opere poetiche e narrativa e fece restaurare quel mirabile film “Noi i giovani dell’appartamento”, gradevole spaccato di vita viareggine degli anni ’60. L’ultimo della dinastia, John Gabriele, laureatosi in cativa esperienza nel contenmembro dell’Associazione itacontinuità di una tradizione giurisprudenza a Pisa nel zioso civile, commerciale e liana deg,li avvocati per la famifa così piena parte della storia 2012, ha maturato una signifidelle controversie m materia glia e per i minori (Aiaf). RIPRODUZIONE RISERVATA



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