Un libro racconta il sindaco massone Nathan e la costruzione di Roma Capitale

Lo scorso 3 febbraio  il Campidoglio ha dato il via alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dall’istituzione di Roma come Capitale d’Italia che si concluderà il 3 febbraio 2021, al compimento dell’anniversario. Tra i vari saggi usciti sull’argomento segnaliamo un volume, dal titolo L’etica di un sindaco (Nova Delphi),  che raccoglie 19 interventi, divisi in quattro parti, di autorevoli studiosi, che hanno partecipato a convegni dedicati alla straordinaria figura di Ernesto Nathan, il più celebre sindaco della città eterna, un incarico che ricoprì dal novembre 1907 al dicembre 1913,  convegni che si sono svolti tra maggio e novembre 2019 nell’ambito del progetto realizzato da Marisa Patulli Trythall, che firma il volume.

Dalla preziosa pubblicazione,  che approfondisce il contesto storico e politico,  le origini, la formazione di  Nathan, occupandosi di  vari aspetti dello sviluppo di Roma capitale e confrontando la sua figura  con personaggi più o meno vicini, emerge lo spaccato di un’epoca e di un uomo speciale.

Nathan era ebreo, massone, anticlericale, bloccardo (cioè esponente del Blocco popolare, coalizione di forze politiche radical-liberali e socialiste, vincitrice delle elezioni comunali del 1907); e a tutt’oggi resta modello insuperato per come seppe amministrare una città già allora difficile come Roma, in impetuosa crescita demografica. Furono sei anni di buona amministrazione, improntata a una salda visione  di cui sono parte la decisiva valenza riconosciuta all’istruzione e la volontà di coinvolgere i (pochi) elettori (il suffragio universale deve ancora arrivare) nelle scelte più importanti.

Nathan era stato iniziato alla Massoneria nel 1887; nel 1893 divenne maestro della loggia Propaganda di Roma e, nel 1896 fu eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, succedendo ad Adriano Lemmi e rimanendo in carica fino al 1904 per poi riprendere la guida della Comunione di nuovo dal 1917 al 1919.  Morì nel 1921, a 76 anni. La salma fu tumulata nel cimitero del Verano. Per approndimenti Leggi Erasmo n. 3 2020 Clicca qui



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