Il 31 maggio del 1754 nasceva a Milano il fratello Andrea Appiani, ritrattista di Napoleone ed esponente di spicco del neoclassicismo

Il 31 maggio di 270 anni fa veniva alla luce a Milano Andrea Appiani, principale esponente della pittura neoclassica in Italia. Massone dal 1785, fu iniziato nella loggia La Concordia di Milano, dove appare con il grado di compagno in una lista degli iscritti del 1785. La loggia era stata fondata nel 1783 dal conte Johann Joseph Wilczek con le patenti degli Illuminati di Baviera e nel 1784 si affiliò alla Gran Loggia Nazionale di Vienna.

Durante l’era napoleonica, sotto il Grande Oriente d’Italia, apparteneva alla loggia Amalia Augusta e successivamente fu maestro venerabile della Royale Josephine. In quegli anni, ricoprì anche il ruolo di guardasigilli del Grande Capitolo Generale della Massoneria Italiana. Alla fondazione del Grande Oriente d’Italia a Milano nel 1805, venne nominato Grande Ufficiale in carica. Numerosi sono i riferimenti massonici presenti nelle sue opere a Palazzo Reale di Milano.

La sua fama si consolidò durante il periodo della Repubblica Cisalpina. Quando Napoleone Bonaparte entrò a Milano il 15 maggio 1796, conquistò il suo favore con un eccezionale ritratto a carbone e gessetto su carta brunella. Il giovane generale, allora ventisettenne, gli affidò la creazione di testate, brevetti, allegorie repubblicane per proclami, documenti ufficiali e medaglie.

Appiani produsse una vasta quantità di opere: suoi sono i disegni per la medaglia commemorativa dei comizi di Lione nel 1801, la medaglia dopo l’attentato del 14 dicembre 1800, quella per la battaglia di Marengo, la medaglia dell’incoronazione a re d’Italia, le medaglie delle vittorie del 1809 e la medaglia del secondo matrimonio di Napoleone nel 1810.In questo periodo realizzò una serie di affreschi per la sala del trono del Palazzo Reale di Milano, culminanti nell’Apoteosi dell’Imperatore, completata nel 1808, caratterizzata da elementi di simbologia massonica come ouroboros, sfingi, compassi e pietre cubiche.

Nel 1812, realizzò il Parnaso, affrescato sulla volta della sala da pranzo della Villa Reale di Milano, su commissione del viceré e massone Eugenio di Beauharnais. Questa fu la sua ultima grande opera, prima di passare all’Oriente Eterno 8 novembre 1817. Fu un accademico di prestigio, noto anche per la galleria di ritratti dell’aristocrazia lombarda del tempo, di Napoleone stesso e di altri notabili francesi, tra cui il ritratto di Amalia Augusta di Baviera, moglie del Viceré d’Italia Eugenio Beauharnais, primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Alla Vice Regina d’Italia, la Massoneria di Brescia del periodo napoleonico dedicherà la propria loggia. Nella sua produzione emerge fortemente la riscoperta del potere degli antichi miti, celebrati anche nelle Logge napoleoniche. Sua è l’Apoteosi massonica di Napoleone, realizzata per la sala del trono del Palazzo Reale di Milano nel 1808. (Fonte: M. Volpe, “La massoneria napoleonica



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