Gran Loggia 2023. Protagonista l’arte attraverso l’universo simbolico di Vincenzo Cacace

Protagonista in Gran Loggia anche l’arte attraverso l’universo simbolico di Vincenzo Cacace, presente al Palacongressi di Rimini con una bellissima mostra, inaugurata dal Gran Maestro Stefano Bisi nella mattinata del 14 aprile, che racconta gli “Eterni valori” della Libera Muratoria attraverso una serie di sanguigni e seppie, e due tele a olio, esposti lungo il corridoio-gallery della hall, e appositamente realizzati per questa speciale occasione. Una pittura segnata da “una complessità di simboli, di riferimenti tematici, di moduli espressivi, e soprattutto da un senso quasi aprioristico di memoria e di spiritualità”. “Un “universo composito”, al quale il maestro “è giunto per gradi, superando stagioni vigilate tra il pop e il concettuale, di cui sono segnate le opere giovanili. Fino al carismatico incontro con una materia alchemica, che oggi sembra pervadere la sua vita”.

Scheda

Gran Loggia. Spazio all’arte,  l’universo simbolico di Vincenzo Cacace    

Spazio all’arte in Gran Loggia. L’universo simbolico di Vincenzo Cacace sará protagonista al Palacongressi di Rimini il 14 e 15 aprile con una mostra che racconterá attraverso una serie di sanguigni e seppie, piú un dipinto ad olio, gli  “Eterni Valori” della Libera Muratoria.  Opere  dal “ registro onirico e surreale”, come scrive il critico Giorgio Agnisola, che “caratterizza da sempre la pittura di Vincenzo Cacace”, artista campano di fama internazionale. Una pittura segnata da “una complessità di simboli, di riferimenti tematici, di moduli espressivi, e soprattutto da un senso quasi aprioristico di memoria e di spiritualità”. “Un “universo composito”, al quale il maestro “è giunto per gradi, superando stagioni vigilate tra il pop e il concettuale, di cui sono segnate le opere giovanili. Fino al carismatico incontro con una materia alchemica, che oggi sembra pervadere la sua vita”. Nato a Nusco (Av) nel 1949, Vincenzo Cacace vive l’infanzia e l’adolescenza  a Siamanna, in Sardegna, dove comincia la sua formazione artistica, frequentando l’ Istituto Statale d’Arte, specializzandosi nella lavorazione della madreperla e l’incisione dei cammei e del corallo,  e poi appassionandosi al mondo nuragico ed esprimendo opere dall’impianto strutturale post-cubista. Nel 1967 approda a Napoli, dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti nella sezione Pittura diretta dal maestro Giovanni Brancaccio. Partecipa in pieno al clima del “sessantotto”, della Beat Generation, dei movimenti pacifisti. Sperimenta l’Informale sia come specifica ricerca cromatica e materica, interessandosi a “recuperi” o “ready mades” ripresi o suggeriti dal mondo naturale o da fenomeni della casualità. Partecipa a numerosi eventi del “Nucleo5”, gruppo di artisti giovanissimi unito e operativo fino ai primi anni settanta. Terminata questa esperienza recupera il linguaggio figurativo arricchendolo di messaggi sociali. Tiene personali e partecipa a collettive, attirando con la sua cifra originale l’attenzione di intellettuali come Michele Prisco e Domenico Rea. Nel 1975 fonda ad Ercolano il “Gruppo Introspezione” al quale si aggregano altri artisti operanti a livello locale e nazionale. È presente, inoltre, alla Mostra d’Oltremare con il Centro Italiano Divulgazione Arte e Cultura (CIDAC). Le sue opere vengono scelte ed esposte con quelle di maestri affermati come De Chirico, Guttuso, Attardi…Lavora anche alle scenografie per l’Ente Teatro Cronaca (ETC), la Compagnia “I comici invidiati dell’Arte” e la Compagnia del Teatro Italiano di Peppino de Filippo.  Costituisce il collettivo “Futuro2” e produce una serie di interventi estetico-politici nel sociale, utilizzando come spazio operativo la strada, la piazza e la partecipazione dei cittadini. Entra nell’Area degli operatori d’Avanguardia seguiti dal critico Enrico Crispolti. E’ un periodo di grande crescita artistica culminata nello sviluppo di quel “registro onirico e surreale”, che oggi caratterizza i suoi lavori, “segnato – come scrive  in un saggio il critico Giorgio Agnisola-  da una complessità di simboli, di riferimenti tematici,di moduli espressivi, e soprattutto da un senso quasi aprioristico di memoria e di spiritualità”. Tantissime le esposizioni che si sono susseguite in questi anni  in Italia e all’estero. Nel 2021 è stata tra gli artisti italiani presenti alla Biennale d’Arte Internazionale di Osaka, allestita nel Castello Bianco di Himeji (Giappone), dove tornerá con una sua opera anche quest’anno.



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