Gran Loggia 2024. Incontro con gli autori / Video

Alle 13 di venerdí 5 aprile ha preso il via in Gran Loggia la rassegna Incontri con l’autore a cura del Servizio Biblioteca.

Mario Galdieri, Giancarlo Tesei e Francesco Vannucci presentano il volume “I documenti delle origini dei Liberi Muratori di questa antichissima e venerabilissima Fratellanza ad uso delle Logge” (Firenze). Il filo conduttore dell’opera è costituito dagli Antichi Doveri sanciti nelle “Costituzioni dei Liberi Muratori”, conosciute anche come Costituzioni di Anderson. Un testo, pubblicato nel 1723, sei anni dopo la nascita della Massoneria speculativa, avvenuta a Londra il 24 giugno del 1717, e  le cui regole, ispirate ai nuovi principi illuministici, destinati a diventare i pilastri filosofici dell’Occidente, rappresentano tuttora i Landmarks, le basi stesse della Massoneria moderna, capisaldi di riferimento per tutte le logge regolari del mondo, colonno portanti di valori come Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, Tolleranza, Solidarietà, Unione, Lealtà, Rispetto, Merito, Dialogo, Etica, Pace e Amore verso i fratelli massoni e verso il prossimo. Verso tutta l’Umanità.

Alle 14 Moreno Neri parla di “Siamo Elleni – Scritti politici di Giorgio Gemisto Pletone” (Mimesis). Un libro dedicato al filosofo neoplatonico bizantino, che influì sulla riscoperta di Platone nella cultura umanistica del primo Rinascimento italiano e che fu portatore di un ideale di unificazione delle diverse religioni. Giorgio Gemisto, detto Pletone, sollecitó radicali rifome in tutti i settori. E questo volume raccoglie la sua Raccomandazione a Teodoro, despota di Morea, il Memoriale a Manuele, imperatore bizantino, riuniti e tradotti per la prima volta, in una doviziosa edizione critica, insieme alla lettera  Sull’istmo, che contiene preziose informazioni sulla situazione nel Peloponneso e presumibilmente fu scritta nel 1416. Il libro riporta anche il quarto discorso (1456) indirizzato a Demetrio, a quel tempo despota di Morea, che sarebbe stato in seguito coinvolto nella distruzione del più importante trattato filosofico di Pletone.Le concezioni politiche di questo intellettuale rinascimentale si radicano nel platonismo e si iscrivono nel quadro delle difficoltà del tramonto dell’impero bizantino e nondimeno, stabilendosi nei principi metafisici atemporali, conservano, sotto molti aspetti, una sorprendente attualità per gli avvenimenti del nostro tempo. L’opera è preceduta da un saggio introduttivo che ha lo spessore di una monografia ed è accompagnata da note di grande sottigliezza critica ed intellettuale. Mimesis ha anche pubblicato  il Trattato delle virtù di Pletone, a cui, tra non molto, seguiranno le opere di rigorosa critica ad Aristotele, a testimonianza della varietà di temi filosofici ai quali questo personaggio si è interessato.

Sempre Neri alle 14,30 propone al pubblico il volume “Studio sulla dottrina pitagorica della tetrade di Paul Kucharski” (Mimesis). La tetraktys è forse oggi uno dei simboli meno conosciuti del Pitagorismo. Tuttavia, la dottrina che si cela dietro la sua rappresentazione grafica è tra quelle che hanno più contribuito ad accrescere il prestigio di Pitagora. Paul Kucharski, (1893-1973), ellenista e studioso di Platone e delle opere giovanili di Aristotele,  partendo da una testimonianza di Aristotele e risalendo alle fonti di questa dottrina, ne spiega il significato con grande sagacia. E percorrendo la letteratura successiva alla scoperta del nucleo residuo della nozione autentica proveniente dal Pitagorismo antico e in particolare Teone di Smirne, testimone tardo ma prezioso, pone l’accento sul carattere “genetico” dei numeri considerati come “princìpi”. Accompagna questo studio del 1952 un altro importante saggio di Armand Delatte sullo stesso tema, risalente al 1915. Dopo aver esaminato le varianti del giuramento pitagorico sulla tetraktys, mettendo in luce l’esistenza di diversi rami, ma anche la garanzia che questa nozione risale al Pitagorismo delle origini, Delatte esamina metodicamente le antiche definizioni per far ritrovare il significato della dottrina, chiave delle leggi della musica, ma estesa anche alle leggi della fisica, principio, perciò, di una filosofia della natura, definita “aritmologica” perché ri-guardante le proprietà della tetraktys. Completano i due fondamentali studi della letteratura pitagorica su questo simbolo matematico, musicale, cosmologico e mistico, tradotti da Moreno Neri, un suo saggio sui “meravigliosi” aspetti della Tetraktys come chiave e simbolo universale del mondo e della vita, nella prospettiva della Tradizione unica e universale, e uno studio di Stefano Balli sul significato musicale di questa potente immagine come messaggio di armonia in se stessi e nel Tutto. Neri ha curato, commentato e tradotto (dall’inglese, dal francese e dal greco antico) opere su Pletone, sul Tempio Malatestiano e su Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica. Ha curato: Commento al sogno di Scipione di Macrobio (2007), Trattato delle virtù di Giorgio Gemisto Pletone (2010), Dialoghi per Massoni di Gotthold Ephraim Lessing e Johann Gottfried Herder (2014). Per Mimesis ha tradotto e curato i quattro volumi de La rivelazione di Ermete Trismegisto di André-Jean Festugière: L’astrologia e le scienze occulte (2019), Il dio cosmico (2020), Le dottrine dell’anima (2021) e Il dio ignoto e la gnosi (2023). Tra gli altri suoi lavori: In cerca di Ipazia (2016).

Alle 15l’appuntamento é stato con Filippo Grammauta e il suo saggio “Grande Guerra e massoneria. Il ruolo della Libera muratoria nel primo conflitto mondiale” (Tipheret). Nel volume l’autore si concentra su un momento, compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in cui la politica italiana subí l’influenza della Massoneria che, nel solco dello spirito innovativo del Risorgimento e di riforma sociale del Paese, fornì al Governo diverse proposte di legge riguardanti il trattamento dei lavoratori, la sicurezza dei posti di lavoro e la tutela delle donne e dei bambini. Influenza che si dispiegò soprattutto in coincidenza con la Prima Guerra mondiale, durante la quale la Libera Muratoria italiana dialogò molto con le Obbedienze francesi perché inducessero il loro Governo a riconoscere i diritti dell’Italia come erano stati sanciti dal Patto di Londra del 1915. Il contenuto di questo libro, attraverso la riproduzione di alcuni documenti, in particolare consente al lettore, al di là dell’ufficialità degli atti, di valutare il vero clima che si era instaurato a Parigi nel mese di giugno del 1917 in occasione della Conferenza Massonica dei Fratelli delle Obbedienze dei Paesi che sostenevano l’Intesa, situazione che si ripetette nel 1919 in occasione della Conferenza di Pace di Parigi.Grammauta, laureato in ingegneria civile con lode, vive e lavora a Roma. Per la rivista internazionale Grand Tour ha pubblicato diversi editoriali sui Percorsi Giubilari in Sicilia, Il porto di Palermo, Le carte di Cusa. Cultore della storia antica e moderna ha partecipato a numerosi convegni e pubblicato diversi articoli sui Templari. È socio fondatore e Rettore dell’Accademia Templare-Templar Academy di Roma. Con Tiphe-ret ha pubblicato: Il tempio di Gerusalemme: mille anni di storia del popolo ebraico (2015), Clemente V e l’arresto dei Templari (2021).

Michele Benussi alle 15,30 illustra il suo libro su “Jakob Böhme. Mistica e nascita spirituale” (Arkeios) proponendo all’attenzione del pubblico questa insolita figura di teologo, considerato da Hegel  il primo vero “filosofo teutonico”, molto apprezzato anche da Schelling e soprattutto da Schopenhauer e dai trascendentalisti americani come Thoreau ed Emerson. Un personaggio che con le sue idee influenzó molto il grande pensatore Franz von Baader e i cui testi sono stati studiati da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, da Carl Gustav Jung, che ravvisò in Aurora uno straordinario deposito di immagini archetipiche, da Martin Buber, Emanuel Swedenborg, William Blake, Madame Blavatsky, fondatrice della Società teosofica e, infine, da Louis Claude de Saint-Martin, uno dei padri del Martinismo. Benussi, nato a Udine, vive e lavora a Bolzano. Laureato in filosofia all’Univer-sità di Trento, è profondo studioso e conoscitore degli aspetti esoterici e dei movimenti iniziati-ci. Ha partecipato a numerose conferenze, anche come relatore, sul tema dell’esoterismo.

L’ultimo incontro della giornata è stato alle 16 con Alessandro Sbordoni che ha parlato de “Le pietre della massoneria. Dalla Prima Pietra alla Pietra Trionfale” di René Désaguliers  (Mediterranee). La strada proposta da questo libro, frutto di lunghi anni di ricerche e studi, si discosta dalla attuale tendenza a piegare il pensiero tradizionale a propositi razionalisti o moralizzanti, i quali hanno prodotto un’abbondante letteratura dai contenuti alquanto modesti. Cosa che insieme all’oblio delle autentiche fonti tradizionali ha permesso d’introdurre griglie d’interpretazione estranee allo spirito e all’ispirazione della prima Massoneria speculativa e dei suoi immediati antecedenti operativi: alchimia fan-tasiosa, cabala approssimativa e così via. Il simbolismo elementare che ne deriva presenta l’innegabile vantaggio di essere facile da capire e da trasmettere, ma manca tragicamente di profondità.Restituendo le pietre della Massoneria alle loro vere fonti, alle reali origini storiche, il saggio, suggerisce un percorso che, se può apparire esigente, è altresì appassionante e fecondo. Attraverso la riscoperta dei simboli fondamentali che sono, per la Massoneria, appunto le pietre, il lettore viene invitato a una prospettiva diversa e a un metodo simbolico radicalmente nuovo. La premessa è di Michel L. Brodsky, la prefazione di Robert Amadou e l’introduzione di Sbordoni. Désaguliers (al secolo René Guilly, 1921-1992) è stato un giornalista francese, storico e critico dell’arte, curatore di musei, massonologo che ha riscoperto la vera storia dei rituali massonici. Nel 1970 ha fondato la rivista Renaissance traditionnelle, una rivista fran-cese trimestrale di studi massonici e simbolici che ha lo scopo di far comprendere meglio la tradizione massonica nella sua doppia dimensione storica e spirituale. Sbordoni è compositore, pianista, fisarmonicista, improvvisatore, saggista e ricercatore. È stato presente fin dal 1972 all’interno dell’Associazione Nuova Consonanza di Roma, destinata alla promozione e diffusione della musica contemporanea. Ha suonato nell’omonimo Gruppo di Improvvisazione dal 1977 al 1985 e nel 2002 ha fondato il Gruppo AleaNova. Ha affiancato all’attività compositiva, quella didattica, sia insegnando presso il Conservatorio (Rossini di Pesaro, dal 1973 e poi l’Alfredo Casella dell’Aquila), sia svolgendo una regolare attività seminariale in Italia e all’estero. Inoltre la riflessione sull’evoluzione e lo sviluppo del pensiero musicale contemporaneo è confluita in scritti pubblicati su riviste internazionali.

Sabato 6 aprile si é ripartiti alle 13,30 con il libro di Massimo Bianchi “Dall’oblio alla memoria. Protagonisti Liberi Muratori e impegno civico (Pontecorboli). “L’aspirazione di questa ricerca – come spiega l’autore e Gran Maestro Onorario-  è solo rimuovere dall’oblio, anche dei massoni, i fratelli che pur nella difficile e tormentata vicenda del Grande Oriente d’Italia han-no assicurata a Livorno l’ininterrotta presenza delle nostre logge dal 1805 ad oggi. Da sempre sono convinto che insieme con la Storia, quella che si insegna, non sempre correttamente nelle scuole, sarebbe opportuno far studiare anche quella locale, non meno importante per conoscere l’identità e l’originalità di un territorio. Accanto a personaggi illustri di cui magari non si ricorda l’adesione alla massone-ria, ce ne sono altri che non vengono mai ricordati e che pure arricchirono la no-stra collettività. Questo vale anche per noi che onoriamo con orgoglio l’apparte-nenza alla Istituzione di Garibaldi, Bovio, Lemmi, Zanardelli, Nathan e Tedeschi, non ricordando la dedizione dei tanti massoni che in momenti facili, invero pochi, ma soprattutto difficili, ci hanno trasmesso il testimone dei nostri Valori”. Bianchi, livornese, inizia la sua attività lavorativa come giornalista dell’“Avanti!” e nel 1961 si iscrive al Psi, dove viene eletto segretario della Federazione giovanile del partito e poi segretario provinciale, Consigliere comunale a Livorno dal 1970 al 1975 e dal 1980 al 1995, vicesindaco di Livorno dal 1980 al 1984 e dal 1990 al 1994, consigliere provinciale dal 1975 al 1980 e, nello stesso periodo, anche assessore provinciale. Nel 1967 viene iniziato in Massoneria nella loggia Scienza e Lavoro di Livorno e, due anni dopo, è tra i fondatori della Adriano Lemmi n. 704 di cui sarà Venerabile. Presidente dell’Oriente di Livorno dal 1995 al 1998, viene eletto Gran Maestro Aggiunto dal 1999 al 2014, anno durante il quale viene acclamato in Gran Loggia come Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia.

La rassegna si é conclusa alle 14 con il volume “Casanova” di Alessandro Marzo Magno (Laterza) che si interroga su questo avventuriero intraprendente, letterato generoso, diplomatico accorto, baro temibile, viaggiatore instancabile e –ça va sans dire– grande amante delle donne. A quasi 300 anni dalla nascita, Marzo Magno ricostruisce la vita straordinaria di uno dei veneziani più noti al mondo, protagonista indiscusso del Settecento europeo, che nei 73 anni della sua esistenza visitò per 213 volte un centinaio di città e cittadine, da Madrid a San Pietroburgo, da Londra a Costantinopoli; incontrò ben dodici sovrani regnanti, conobbe Voltaire, Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart, fini nelle celle di cinque diverse carceri, evadendo rocambolescamente da una di esse, quella dei Piombi della sua Venezia e raccontò se stesso ne’ “L’ histoire de ma vie”, svelando la sua passione oltre che per le donne, per il gioco, la cucina, il teatro, la massoneria e la magia. Marzo Magno veneziano per tradizione e milanese per vocazione, si è laureato in Storia all’Università di Venezia Ca’ Fo-scari. Giornalista, dopo essere stato per quasi dieci anni responsabile degli esteri del settimanale “Diario”, dirige il semestrale “Ligabue Magazine” e collabora con “Il Gazzettino”. Ha pubblicato saggi di argomento storico, tra i quali “L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo” (Garzanti 2012, più volte ristampato e tradotto in inglese, spagnolo, giapponese, coreano e cinese). Per Laterza è autore di “La splendida. Venezia 1499-1509” (2019), “L’inventore di libri. Aldo Manuzio, Venezia e il suo tempo” (2020, tradotto in giapponese e spagnolo) e “Venezia. Una storia di mare e di terra” (2022, tradotto in cinese, greco, polacco e russo).



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