Gran Loggia 2022 “Scienza e Conoscenza”.  Il Gran Maestro ha ricordato quando Nathan inaugurò Palazzo Giustiniani requisito poi dal fascismo, e ha detto “La questione è ancora aperta. E’ li che noi torneremo”. Il 13 ottobre prossimo sul caso si pronuncerà il Consiglio di Stato

“Noi vogliamo tornare a Palazzo Giustiniani e lo faremo”. Lo ha annunciato il Gran Maestro Stefano Bisi, intervenendo al convegno che l’8 aprile al Palacongressi di Rimini la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia ha voluto dedicare a Ernesto Nathan. Nathan fu appunto il Gran Maestro, ha ricordato Bisi, che il 21 aprile del 1901, giorno del Natale di Roma, inaugurò, con una cerimonia pubblica che si tenne nella Sala Zuccari dello storico edificio, oggi occupato dal Senato, la nuova sede della Comunione, poi requisita dal fascismo e mai restituita. Il Gran Maestro ha riferito gli ultimi sviluppi del caso che rappresenta una ferita che non si è mai rimarginata nel cuore di tutti i liberi muratori del Grande Oriente, spiegando che la questione non è affatto chiusa e che il Goi non ha alcuna intenzione di arrendersi, sulla base del fatto incontrovertibile che è l’unico a detenere il titolo di proprietà sull’immobile. Il 13 ottobre prossimo, ha annunciato, sulla vicenda si pronuncerà il Consiglio di Stato, al quale la Comunione ha presentato ricorso dopo che il Tar aveva deliberato la propria incompetenza a pronunciarsi sulla materia.

Il Grande Oriente e Palazzo Giustiniani, la storia

Dopo il trasferimento ufficiale nel 1901 al primo piano di Palazzo Giustiniani, affittato nel 1899
con contratto quinquennale per 11 mila lire l’anno, il 18 marzo 1910 il Grande Oriente d’Italia
firmò il compromesso per l’acquisto di tutto lo storico edificio, sito in Roma via della Dogana
Vecchia al n. 29, costituendo a questo scopo la Società Urbs nel cui cda figuravano l’allora Gran
Maestro Ettore Ferrari, il Gran Maestro Aggiunto Achille Ballori e i membri di giunta. L’atto venne
perfezionato il 16 febbraio 1911. L’immobile, costato un milionecinquantacinquemila lire, consisteva in sette piani e 405 vani. La Comunione vi organizzò la propria sede nazionale con gli uffici del Gran Maestro, dei Dignitari dell’Ordine e dei Riti, scegliendo come Tempio maggiore la Sala magnificamente affrescata da Federico Zuccari, preposta anche a ospitare riunioni di loggia, convegni
e nazionali e internazionali.

Il decreto legge n. 2192 del 25 novembre 1925, approvato ad hoc dal regime di Mussolini acquisì
al Demanio il Palazzo, mettendo contemporaneamente al bando la Massoneria. Caduto il fascismo,
nel 1947 il Grande Oriente d’Italia rivendicò la proprietà dell’immobile con un atto di citazione
nei confronti del Demanio dello Stato ma nel 1985 fu costretto forzatamente ad abbandonare la sua storica sede. Iniziò così una vicenda giudiziaria che è proseguita fino ai giorni nostri passando attraverso sentenze e ricorsi in Cassazione. E il cui epilogo è ancora tutto da scrivere.



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