Garibaldi torna a dominare Roma dal Gianicolo. Restauro concluso

È stato restituito alla cittadinanza il monumento a Giuseppe Garibaldi al Gianicolo, restaurato e messo in sicurezza dopo essere stato colpito il 7 settembre del 2018 da un fulmine che aveva provocato considerevoli dissesti nella struttura del podio. Il Sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore alla Cultura Miguel Gotor e il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce  il 24 mattina hanno annunciato la conclusione dei lavori di restauro alla cittadinanza nel corso di un evento al quale hanno partecipato alcuni discendenti dell’eroe dei due mondi e una delegazione dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini. La notizia è stata accolta con forte soddisfazione dal Grande Oriente d’Italia e dal Gran Maestro Stefano Bisi, che fin da subito si era mobilitato, annunciando persino la disponibilità dell’istituzione a contribuire al  recupero dell’opera, realizzata dall’artista libero muratore Emilio Gallori.

Garibaldi non solo è uno dei padri piú nobili del Risorgimento italiano, ma anche una figura di primo piano per il Goi. Un simbolo alto della sua storia, al quale la Comunione rende tradizionalmente omaggio durante le celebrazioni del XX Settembre: è stato il Primo Massone d’Italia, titolo che gli venne attribuito nel 1861, e Gran Maestro del Grande Oriente, che lo elesse alla propria guida il 24 maggio 1864.

Il progetto di restauro è stato preceduto da accurate indagini storico-archivistiche, geognostiche, geomorfologiche, strutturali e ambientali, finalizzate ad accertare cause e conseguenze dei fulmini che hanno danneggiato il monumento per ben altre due volte prima del 2018, nel settembre 1944 e nel luglio 1963, sempre nel prospetto ovest, secondo la stessa dinamica, e a mettere a punto un efficace sistema di protezione dell’opera da nuovi possibili analoghi eventi metereologici.

I lavori sono stati progettati e diretti dai tecnici della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali che hanno seguito tre linee di intervento: •  Consolidamento strutturale del basamento; •  Restauro e manutenzione delle superfici in bronzo della statua equestre, dei quattro gruppi scultorei e delle superfici lapidee in granito con i rilievi allegorici del leone e della lupa; •  Installazione di una gabbia di Faraday per la protezione dai fulmini. Dopo la rimozione della cerchiatura metallica di sicurezza, installata nella parte superiore del basamento subito dopo l’incidente, si è proceduto al riallineamento e all’integrazione dei blocchi dissestati in corrispondenza dello spigolo nord-ovest. Sul prospetto ovest, inoltre, si è proceduto a riparare le lesioni interne e sono stati riempiti con iniezioni di malta cementizia fluida i vuoti prodottisi nel nucleo murario del basamento. Il rilievo danneggiato è stato ricomposto in tutte le sue parti, ancorato mediante barre in acciaio al supporto murario e, infine, consolidato con malta.

Collocata sul punto più alto del colle di Roma, l’imponente statua in bronzo firmata da Gallori, venne  realizzata nella Fonderia Galli e inaugurata nel 1895.  Poggia su un piedistallo in marmo, ai lati del quale sono scolpite le figure allegoriche dell’Europa e dell’America, oltre ai bassorilievi che rievocano lo sbarco a Marsala, la resistenza di Boiada, la difesa di Roma e il gruppo della libertà. Sui gradini a destra del basamento Ettore Ferrari,  Gran Maestro del Grande Oriente e autore del monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori,  aveva creato una corona, per ricordare ch e Garibaldi era stato il primo Gran Maestro della Massoneria italiana. Corona, che durante il fascismo venne sostituita con simboli del regime , e solo nel 1943  riposizionata, anche se non più l’originale. Nella prima versione della statua Garibaldi  aveva la testa rivolta verso il Vaticano, ma poi venne riorientata verso il Gianicolo e in questa nuova posizione solo il cavallo guarda il cupolone.



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