“Sinesio di Cirene. Tutte le opere” a cura di Francesco Monticini. La Fondazione del Grande Oriente d’Italia il prossimo 12 ottobre al Vascello presenterà questa storica raccolta pubblicata da Bompiani nella prestigiosa collana “Il pensier Occidentale” fondata da Giovanni Reale. L’appuntamento è alle 17.30 nella sala Biblioteca con Silvia Ronchey. Interverranno anche il curatore del volume Monticini, Moreno Neri, scrittore e studioso della Tradizione, e il Grande Oratore Marco Vignoni che concluderà l’incontro.
Filosofo neoplatonico, ambasciatore, capo militare e vescovo cristiano, Sinesio di Cirene (370 ca. – 413 ca.) seppe riassumere nella propria esperienza esistenziale tutta la complessità culturale e storica della Spätantike. Formatosi presso la scuola alessandrina della filosofa pagana Ipazia – cui non esiterà, molti anni più tardi, a riferire gli appellativi di “madre, sorella, maestra” –, dopo un periodo trascorso in una Costantinopoli abitata da uomini dottissimi, politici corrotti e mercenari germanici, Sinesio sarà ordinato metropolita di Tolemaide dall’intransigente patriarca Teofilo, già responsabile della distruzione del Serapeo di Alessandria. Copiate, studiate e commentate per tutto il millennio bizantino, le sue opere non hanno mancato di affascinare Marsilio Ficino, Girolamo Cardano, ma anche grandi intellettuali del nostro tempo primo fra tutti Mario Luzi. Sinesio, pur tra inesattezze e anacronismi, è anche uno dei protagonisti del film di Alejandro Amenábar “Agora” (2009). Come si evince dal suo lascito letterario, il filosofo riteneva che solo accettando l’apparente incongruenza del mondo fosse possibile elevarsi fino alla contemplazione dell’unità del reale, ovvero che vi fosse una molteplicità di strade e di dottrine da seguire per la conquista del vero. Questo profondo senso del metafisico, su cui ogni ricerca si fonda, è un terreno d’incontro tra filosofia e teologia. Sinesio, che la Ronchey definisce, un dandy, un decadente della Decadenza prima, era stato iniziato a tutti i misteri, pagani e cristiani. Scrive ancora di lui in un articolo su La Stampa: “Amava la filosofia e la caccia. I ragionamenti erano per lui come cavalli, segugi e arco. Alla cattedra universitaria preferì la vita di campagna, la facoltà di comporre logoi non misurati dalla clessidra ma dallo scorrere del torrente al di là dai suoi cipressi. Non volle mai studenti, né due né tre, per non farsi schiavo di norme: Avrei dovuto a causa loro andare sempre nello stesso posto, avrei dovuto parlare loro di argomenti prestabiliti. Secondo Sinesio la competizione universitaria èdannosa per l’identità intellettuale. (…) Invece, occuparsi di libri in modo disinteressato spinge la nostra identità intellettuale dalla potenza all’atto e quindi a migliorarsi. Sinesio scrisse solo per sé e collezionò classici: Come potresti impiegare meglio i beni di tuo padre? I miei campi li ho visti diminuire, molti dei miei schiavi sono divenuti miei concittadini, denaro non ne ho, né sotto forma di gioielli né in monete. Tutto ciò che possedevo l’ho speso per l’indispensabile: i libri“.
Francesco Monticini ha conseguito il dottorato di ricerca in Civiltà bizantina presso l’Università di Roma Tre e l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Borsista presso il Dumbarton Oaks Institute of Byzantine Studies (Harvard University), assegnista nell’ambito del programma europeo Leonardo da Vinci, ha trascorso periodi di ricerca presso l’Università di Uppsala, “Ca’ Foscari” – Università di Venezia e l’Università di Vienna. Attualmente è docente a contratto in Filologia tardoantica presso l’Università di Roma Tre. Si è occupato di Sinesio di Cirene, del quale ha tradotto e annotato l’ opera omnia, del platonismo tardoantico e del suo revival nella Bisanzio di età paleologa. Ha pubblicato tre volumi e vari articoli, su riviste nazionali e internazionali.
Silvia Ronchey è una bizantinista e scrittrice italiana (Roma 1958). Dopo la laurea ha lavorato a Patmos, Alessandria d’Egitto, Parigi e Washington. Docente universitaria a Siena, attualmente insegna Civiltà bizantina nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di RomaTre. Ha scritto e condotto programmi culturali per la RAI e ha collaborato con La Stampa, attualmente scrive per la Repubblica. Oltre a saggi specialistici ha scritto libri di ampia diffusione, tra questi: L’enigma di Piero (2007), Il guscio della tartaruga (2009), Ipazia. La vera storia (2011), La cattedrale sommersa (2017) e L’ultima immagine (2021; premio Viareggio-Rèpaci 2022 per la saggistica).