Finalmente al via i lavori di restauro del Monumento di Garibaldi al Gianicolo  

Sono finalmente iniziati i lavori di consolidamento e messa in sicurezza del Monumento di Garibaldi al Gianicolo, che la mattina del 7 settembre 2018 era stato colpito da un fulmine e pesantemente danneggiato. Lo ha annunciato il Campidoglio precisando che la direzione del cantiere è stata affidata ai tecnici della Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali e  che si prevede che l’intervento abbia una durata di180 giorni. La notizia è stata accolta con forte soddisfazione dal Grande Oriente d’Italia e dal Gran Maestro Stefano Bisi, che fin da subito si era mobilitato, annunciando persino la disponibilità dell’istituzione a contribuire al  recupero dell’opera, realizzata dall’artista libero muratore Emilio Gallori. Garibaldi non solo è uno dei padri piú nobili del Risorgimento italiano, di cui quest’anno ricorre il 140esimo anniversario della morte avvenuta il 2 giugno 1882 a Caprera. Ma anche una figura di primo piano per il Goi. Un simbolo alto della sua storia, al quale la Comunione rende tradizionalmente omaggio durante le celebrazioni del XX Settembre. L’eroe dei due mondi è stato il Primo Massone d’Italia, titolo che gli venne attribuito nel 1861, e Gran Maestro del Grande Oriente, che lo elesse alla propria guida il 24 maggio 1864.

Il progetto di restauro messo a punto dal Comune di Roma ed elaborato in due fasi, è stato preceduto, riferisce il Campidoglio, da una accurata campagna di indagini storico-archivistiche, geognostiche, geomorfologiche, strutturali e ambientali, finalizzate ad accertare cause e conseguenze dei fulmini che hanno danneggiato il monumento nel 1944, nel 1971 e da ultimo nel 2018, e a mettere a punto un efficace sistema di protezione dell’opera da nuovi possibili analoghi eventi metereologici. Gli obiettivi sono quelli di consolidare il nucleo murario interno del basamento, di riassemblare i blocchi dissestati dal fulmine nell’angolo nord-ovest della parte alta del basamento e ricomporre e riposizionare sul prospetto ovest la lastra in granito col bassorilievo raffigurante il leone, spezzata in due parti e violentemente distaccata dalla scarica atmosferica.

Con l’occasione sarà anche revisionato lo stato di conservazione delle superfici lapidee e bronzee della statua equestre e dei gruppi scultorei, dopo il restauro eseguito nel 2011 in occasione delle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia e sarà effettuata la manutenzione dell’opera, con pulitura, stuccatura e protezione delle superfici, in modo da prolungare e preservare nel tempo gli effetti benefici del precedente restauro. Al termine è prevista l’installazione di un dispositivo di protezione del monumento dalle scariche atmosferiche, basato sui principi della gabbia di Faraday, messo a punto sulla base di acquisizioni scientifiche e verifiche tecnico-analitiche.

Collocata sul punto più alto del colle di Roma, l’imponente statua in bronzo firmata da Gallori, venne  realizzata nella Fonderia Galli e inaugurata nel 1895.  Poggia su un piedistallo in marmo, ai lati del quale sono scolpite le figure allegoriche dell’Europa e dell’America, oltre ai bassorilievi che rievocano lo sbarco a Marsala, la resistenza di Boiada, la difesa di Roma e il gruppo della libertà. Sui gradini a destra del basamento Ettore Ferrari,  Gran Maestro del Grande Oriente e autore del monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori,  aveva creato una corona, per ricordare che Garibaldi era stato il primo Gran Maestro della Massoneria italiana. Corona, che durante il fascismo venne sostituita con simboli del regime , e solo nel 1943  riposizionata, anche se non più l’originale. Nella prima versione della statua Garibaldi  aveva la testa rivolta verso il Vaticano, ma poi venne riorientata verso il Gianicolo e in questa nuova posizione solo il cavallo guarda il cupolone.



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