Evoluzione e Tradizione. Umanitá al bivio. Il filosofo Galimberti a Macerata mette in guardia: “La tecnica non é piú strumento nelle mani dell’uomo”. Tanto pubblico all’evento

“La tecnica non è più uno strumento nelle mani dell’uomo ma è diventato un mondo che ha ridotto quest’ultimo a funzionario degli apparati tecnici”. Lo ha sottolineato il filosofo Umberto Galimberti nel suo intervento al convegno del Goi “Evoluzione e Tradizione. Umanitá al bivio”organizzato dal Collegio delle Marche e dall’Associazione Filo della Sinopia, che si é tenuto l’11 novembre al Teatro Lauro Rossi, in Piazza della Libertá, a Macerata.

L’evento é stato presentato da Marco Vignoni, Secondo Gran Sorvegliante del Grande Oriente d’Italia, che ha illustrato le caratteristiche e le finalità dell’organizzazione, definendola una realtà non segreta ma riservata, che si propone di promuovere la cultura, il dialogo e la solidarietà. Poi la parola é passata a  Marco Scali, maestro venerabile della loggia maceratese Evoluzione e Tradizione n.1196 che, ha cercato di sfatare alcuni luoghi comuni che circondano la Massoneria, presentandola come un’organizzazione trasparente volta al miglioramento di sé stessi e della comunità.

Come primo relatore é intervenuto il giornalista e saggista Carlo Cambi, che ha affrontato il concetto dell’etica nelle società protestanti e non ed evidenziato le differenze tra le due visioni del mondo, la prima concentrata sull’individuo, legata al profitto e dominata dalla finanza, la seconda sulla societá, invitando a riflettere e a cercare di capire come  ritornare a quella finanza legata invece ai mezzi di produzione, all’intelletto, alle scoperte, che sono a disposizione di tutti e generano un profitto soltanto in quanto utili.

Galimberti ha posto un focus sulla relazione tra l’essere umano e gli effetti imprevedibili della tecnica. Quest’ultima in origine, ha detto, era uno strumento al servizio dell’uomo, mentre oggi è diventata una forza che lo domina e lo condiziona, dando luogo al fenomeno di una tecnica per la tecnica, che non ha alcuna finalità se non quella di produrre sempre nuovi risultati tecnici che sfuggono a ogni controllo. Uno scenario tautologico improntato alla distruzione, l’uomo perde il senso della storia, il senso del suo essere nella natura, diventando un mero esecutore, un “funzionario degli apparati tecnici”.

Di qui, secondo il filosofo, la necessità di cambiare paradigma culturale:” non più l’uomo al centro dell’universo ma la vita”. Occorre abbandonare l’antropocentrismo e adottare un biocentrismo che riconosca l’uomo come parte integrante della natura e della biosfera. Come l’uomo ha compiuto un’evoluzione biologica passando dalla scimmia allo stato attuale così può avere la possibilità di un’evoluzione culturale, passando alla logica della fraternità, la stessa che Francesco D’Assisi aveva già intuito nelle Laudes Creaturarum definendo il sole ‘fratello’, la luna ‘sorella’.

L’incontro, moderato dal professore Evio Hermas Ercoli, che ha ripercorso anche la storia della Massoneria maceratese, ha richiamato molto pubblico (fonti stampa e media locali)



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