Domenica 24 settembre il Vascello ha aperto al pubblico. Boom di visitatori

Domenica 24 settembre Il Vascello, sede del Grande Oriente d’Italia, ha spalancato i cancelli al pubblico, registrando un vero e proprio sold out di prenotazioni con oltre 200 visitatori che hanno partecipato in gruppi ai sei tour organizzati. Un successo che conferma l’appeal di questo bellissimo luogo ricco di storia, che nel maggio del 2021 partecipó alle Giornate di Primavera del Fai, classificandosi al primo posto per il maggior numero di visitatori.

La Villa, che domina il colle del Gianicolo e che  con il suo parco si estende  tra l’attuale via delle Fornaci ed un tratto della via Aurelia Antica fino alla Porta S. Pancrazio, occupa una posizione che è stata di grande importanza strategica per Roma, fin dall’antichità, e una zona ricca di acque sorgive. A progettare il palazzo, poi completamente distrutto, fu Plautilla Bricci, grande pittrice formatasi all’Accademia di San Luca, prima donna architetto della storia, che realizzó, come testimoniano ormai soltanto i suoi disegni, un edificio unico d’arte barocca, con la supervisione di una vera archistar dell’epoca, Gian Lorenzo Bernini, che ne immaginó la struttura come una nave. Una nave che fu difesa con coraggio e determinazione palmo a palmo nel 1849 dai garibaldini contro le truppe francesi e le cui rovine divennero emblema di un momento drammatico ed eroico, e degli ideali della Repubblica Romana del 1849.

Oggi è uno splendido spazio, che esprime magia, bellezza, armonia, e  trasmette inviti alla pace e alla libertá, quella per la quale combatterono i patrioti “senza speranza di vincere”, cui è dedicata una epigrafe rinvenuta nel giardino. Il Vascello non venne mai ricostruito cosí come era stato in origine e i ruderi divennero simbolo araldico dei Medici, elevati al titolo di marchesi ai quali la dimora fu destinata. Sulla ex limonaia venne edificato da Guido Beretta un villino sul modello rinascimentale per eccellenza, la villa Farnesina. Il Grande Oriente acquistó la dimora nel 1980, esaltando anche la vocazione ideale del luogo, attraverso varie fasi di restauro. Gli ultimi complessi lavori, sostenuti dal Gran Maestro Stefano Bisi e dalla sua Giunta, si sono da pochissimo conclusi.

La villa è stata adeguata alle nuove esigenze tecnologiche e alla sua funzione istituzionale, tenendo conto del prezioso patrimonio storico e culturale che rappresenta. Particolare valore è stato attribuito alla Biblioteca, all’ Archivio e alla sede della Fondazione che si trova al primo piano  e occupa le sale piú belle del palazzo. Una nuova vita è stata conferita al parco che offre la visione della cupola vaticana e di un meraviglioso tiglio, il piú antico di Roma. I muretti e i terrazzamenti sono stati consolidati, i viali riconfigurati e create nuove scalinate. Un luogo simbolico in cui si uniscono il Villino e il giardino è il portico, dotato dei busti di alcuni Gran Maestri: Giuseppe Garibaldi, Ernesto Nathan, Domizio Torrigiani, Ugo Lenzi e Adriano Lemmi, accompagnati da un’epigrafe dedicata a Ennio Battelli.



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