“Diritti e doveri nella societá contemporanea”. Un successo l’incontro che si é tenuto il 10 gennaio a Pisa

Diritti e doveri nella societá contemporanea, é il titolo del convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia insieme al Collegio dei Maestri Venerabili della Toscana e gli Orienti di Pisa e Volterra, che si é tenuta il 10 gennaio a Pisa nella Sala Consiliare del Comune detta “Sala delle Baleari” alla presenza del Gran Maestro Stefano Bisi, che ha concluso i lavori, conquistandosi attenzione e applausi da parte del pubblico al quale ha spiegato che i massoni hanno gli stessi diritti degli altri uomini ma piú doveri da perseguire con forza e vigore, attuare e difendere: da quelli civili e politici, a quelli economici, sociali, al lavoro, all’istruzione, al diritto alla salute, fino a quello della vita. Il Gran Maestro si é anche soffernato in particolare a parlare di ambiente e dei doveri che hanno gli uomini nei confronti della madre terra. Un tema caro a Bisi. Dopo il saluto del presidente del Collegio Pierluigi Vispi, sono intervenuti i relatori: Pietro Finelli (Domus Mazziniana), Pierluigi Barrotta, docente di filosofia della Scienza nell’Ateneo cittadino, Fabrizio Grossi, oratore della loggia pisana Giustizia e libertá. Ha moderato il Gmo Massimo Bianchi.

Ecco l’intervento del Gran Maestro. “Ringrazio l’amministrazione comunale di Pisa e il consigliere Stefano Barsantini delegato dal sindaco per aver concesso al Grande Oriente d’Italia l’onore di poter svolgere questo incontro pubblico sui diritti e i doveri nell’età contemporanea della sala delle Baleari dove si riunisce il consiglio comunale. Significa che questa amministrazione riconosce alla nostra comunione il diritto di far parte di questa comunità civile e lo fa, ritengo, perchè il Grande Oriente d’Italia osserva i doveri che un’associazione come la nostra e i suoi componenti devono rispettare. Ognuno di noi, già al momento della sua iniziazione, promette in maniera solenne di osservare quello che è prescritto dalla Costituzione della Repubblica italiana alla cui stesura tanti nostri fratelli hanno partecipato, a cominciare da Meuccio Ruini, presidente dell’assemblea dei 75 che la scrisse e la portò all’approvazione. 

Osservare i doveri di cittadini di questa patria per noi massoni è un obbligo. E ho pronunciato la parola patria, come sempre noi massoni facciamo, anche per meritarmi il plauso del presidente del Senato Ignazio La Russa che si è complimentato con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel discorso di auguri per l’anno nuovo ha usato la parola patria. Aspettiamo anche noi, se non gli applausi, almeno una risposta dal presidente La Russa alle tante richieste che gli abbiamo rivolto per vederci assegnati quei 140 metri quadrati di Palazzo Giustiniani come previsto dalla transazione firmata nel 1991, dopo tre anni di trattative, con l’allora presidente del Senato Giovanni Spadolini. Aspettiamo anche che la Suprema Corte di Cassazione decida sul contenzioso giudiziario che abbiamo instaurato per vederci riconosciuto un diritto, visto che noi osserviamo i doveri di cittadini e di associazione. E per essere ancora più in linea con le leggi di questo Stato abbiamo costituito la Fondazione Grande Oriente d’Italia, che ha superato tutte le procedure per il suo riconoscimento da parte delle pubbliche amministrazioni. In questo età in cui si reclamano diritti uno di quelli riconosciuti dalla Costituzione è il diritto al lavoro che, talvolta, mal si può conciliare con quello alla tutela della salute. Mi è capitato di passare in due giorni successivi da Saliceto, un paese in provincia di Cuneo, immerso nel verde e dove ho visto tantissime finestre chiuse, sbarrate e dal quartiere Tamburi di Taranto. Anche qui ci sono tanti alberi ma hanno le foglie rosse, il colore delle polveri emesse dalle acciaierie. A Saliceto ormai ci sono pochi abitanti perchè non c’è il lavoro, a Taranto ci sono residenti ma la salute è tutelata? Il diritto al lavoro e il diritto alla salute sono temi di cui si parla da sempre. Vi leggo una riflessione e poi vi dirò a quale periodo risale: “Di sicuro non esiste un miglio quadrato della superficie abitabile della terra che non sia bello a suo modo, se solo noi uomini ci asterremo dal distruggere deliberatamente quella bellezza. Ciascuno di noi è impegnato a sorvegliare e custodire il giusto ordinamento del paesaggio terrestre, ciascuno con il suo spirito e le sue mani, nella porzione che gli spetta, per evitare di tramandare ai nostri figli un tesoro minore di quello lasciatoci dai nostri padri. Nessuno deve abbattere alberi che alterino il paesaggio e nessuno deve impunemente oscurare la luce con l’emissione di vapori, inquinare i fiumi, degradare i terreni coprendoli con cumuli di rifiuti e sconquassandoli brutalmente”. Pensieri e parole che risalgono all’Ottocento e sono stati manifestati da William Morris (1834 – 1896), inglese, considerato il padre di tutti i designer, fondatore del primo studio di design. Parlava dell’ambiente nell’Ottocento come oggi ne reclama la tutela la giovane e battagliera Greta Tumberg che, al di là, di qualche protesta eccessiva di suoi accoliti, ha sensibilizzato tutti noi. Ieri e oggi riflettiamo sugli stessi temi perchè l’età dei doveri e dei diritti non tramonta mai.



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