Roma 19 marzo 2011 – Immagini e fatti. On line il Convegno di Palermo.

Roma 19 marzo 2011 – Immagini e fatti. On line il Convegno di Palermo.

L’informazione del Grande Oriente d’Italia è sempre più multimediale. In occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, che vedono protagonista la Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani con numerose iniziative su tutto il territorio nazionale, il sito ww.grandeoriente.it nella sezione Area Multimediale, presenta on line tutti i video integrali dei convegni del Goi. La formula scelta, oltre ad arricchire l’area di comunicazione offerta alla comunità massonica e soprattutto all’esterno, punta a riproporre integralmente e in stile di piena trasparenza i dibattiti e i confronti, rendendo anche ‘presenti’ agli eventi i Fratelli che non possono parteciparvi di persona.

Concluse le celebrazioni, il pacchetto multimediale costituirà, accanto alla pubblicazione degli atti ed ai Telegiornali di GoiTv, un ulteriore documento audio-video con il quale la Massoneria di Palazzo Giustiniani lancia il proprio messaggio di comunione e identità per il 150° dell’Unita’ d’Italia, dando voce a fatti e protagonisti, raccontando storie e approfondimenti con immagini e interviste.

Da Torino a Palermo, le telecamere del Goi, in presa diretta raccontano gli interventi di studiosi e degli alti gradi dell’ordine, il confronto offerto dal Gran Maestro Gustavo Raffi e il bisogno di un nuovo Risorgimento della Nazione per superare l’incompiuto della storia unitaria. Solo ieri era cronaca, oggi è già storia.

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19 marzo 2011 – (Gazzetta del Sud) La Massoneria del GOI e l’Unità d’Italia- I ringraziamenti al sindaco Salvatore Perugini: «Esempio di laicità».

19 marzo 2011 – (Gazzetta del Sud) La Massoneria del GOI e l’Unità d’Italia- I ringraziamenti al sindaco Salvatore Perugini: «Esempio di laicità».

La Massoneria rivendica il proprio ruolo centrale nella storia del Risorgimento italiano. Un ruolo che il gran maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Tonino Perfetti, reclama a piena voce nel giorno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

«Al processo di unificazione abbiamo contribuito grandemente attraverso i nostri figli che sono stati sacrificati sull’altare della Patria. Questo è stato messo in ombra – afferma Perfetti – e non pienamente valorizzato nelle manifestazioni svoltesi ieri perchè, ritenendo gli amministratori che i festeggiamenti siano parte esclusiva dell’attuale apparato statale, non hanno dato posto alla voce dalla massoneria tramite il suo maestro aggiunto presente nella città. I massoni cosentini hanno partecipato in maniera massiccia alla manifestazione svoltasi nel Vallone di Rovito non per celebrare il passato, non per piangere il loro dolore, ma per trovare forza nell’insegnamento di quei martiri ed in particolare, nell’insegnamento di Emilio Bandiera, il quale diceva: “Dobbiamo studiare la storia non tanto per conoscere il nostro passato, quanto per prevenire il futuro”».

Perfetti, poi, aggiunge: «L’unico intervento nel quale è stata ben sottolineata l’opera della Massoneria italiana è stato quello del sindaco, Salvatore Perugini, che ha posto in rilievo come furono gli ideali di uomini che si abbeverarono agli insegnamenti della Massoneria a creare un terreno fertile per pervenire all’unità del nostro popolo. É stato lo stesso sindaco, la sera prima, a dare il suo benvenuto nella città a tutti i rappresentanti della Massoneria calabresi». In città si sono riuniti in occasione dell’anniversario i rappresentanti di quasi tutte le logge calabresi e delle dodici logge bruzie.

«Un ringraziamento particolare voglio rivolgere a Salvatore Perugini per la laicità mostrata in occasione dell’incontro avuto con i rappresentanti dell’Obbedienza del Goi. A fronte delle prospettive di qualche ideologia che cerca di minare l’unità d’Italia, i massoni sono qui ancora una volta a testimoniare i valori risorgimentali che impediscono l’affermazione di ideologie velleitarie».

(Gazzetta del Sud) 19 MAR 2011

19 marzo 2011 – (Il Resto del Carlino) Parole shock sull’Unità d’Italia.

19 marzo 2011 – (Il Resto del Carlino) Parole shock sull’Unità d’Italia.

Povera Patria. Nello stesso giorno in cui si festeggiava il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’assessore provinciale alla cultura e alla pubblica istruzione Andrea Antonini (Pdl) se n’è uscito sul suo profilo di Facebook con un «Sardo-piemontesi massoni, giacobini e assassini», invocando poi addirittura il Regno delle due Sicilie come modello di stato alternativo a quello portato dai vari Cavour, Mazzini e Garibaldi un secolo e mezzo fa. Parole che hanno fatto insorgere il capogruppo del Pd, Emidio Mandozzi, che nella sua risposta, prima cita le parole dette durante le celebrazioni di giovedì dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano («Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità») e poi auspica le dimissioni di Antonini dalla sua carica di assessore.

«Il sacrificio di tanti italiani morti per un’unica bandiera ed un’unica patria ha dichiarato Mandozzi , non può essere bistrattato e vilipeso così come ha fatto Antonini, che a mio avviso per quelle parole dovrebbe dimettersi da assessore di una istituzione della Repubblica Italiana quale la Provincia». Se dal fronte istituzionale il solo ad esporsi è stato Mandozzi, su Facebook le parole dell’assessore hanno scatenato una valanga di commenti, tra chi sosteneva la verità di quelle parole, ricordando l’uccisione dei briganti e altre amenità sul Risorgimento e chi, invece, si dichiarava fedele al Tricolore e fiero di quanto successe centocinquant’anni fa, tirando in ballo anche la figura dei partigiani, pericolosi estremisti che avrebbero voluto trainare il paese verso l’Unione Sovietica per alcuni e patrioti per altri. La cosa bizzarra, sottolineata tra l’altro anche da Antonini nella sua infelice dichiarazione sul social network, è che, dopo anni di incertezze e opposizioni, questa volta il centrosinistra si è riscoperto patriottico, mentre il centrodestra sta portando a galla la sua metà oscura filoborbonica e antiunitaria.

(Il Resto del Carlino) 19 MAR 2011

Colle Val d’Elsa 18 marzo 2011 – 150 Italia: Massoneria in Val d’Elsa.

Colle Val d’Elsa 18 marzo 2011 – 150 Italia: Massoneria in Val d’Elsa.

Il Gran Maestro Onorario e Grande Oratore Morris Ghezzi, il giornalista Michele Taddei, l’antropologo Vinicio Serino, il giornalista e presidente circoscrizionale toscano Stefano Bisi saranno a Colle Val d’Elsa il 18 marzo per parlare dell’ impegno liberomuratorio toscano per il compimento della nostra unificazione nazionale. L’organizzazione è della loggia locale “Arnolfo di Cambio” che terrà l’iniziativa al Teatro dei Varii (Via del Castello 64) dalle ore 17.

Con il convegno “Il contributo della Massoneria in Val d’Elsa nei 150 anni d’Unità d’Italia” saranno evidenziati fatti e personaggi della zona della Val d’Elsa secondo un’ottica nazionale e della regione dove le logge hanno sempre avuto un’ampia incidenza nel tessuto sociale. Non mancherà anche l’approfondimento alla realtà di oggi.
Modera i lavori il vicepresidente circoscrizionale Moreno Milighetti.

Info: info@goitoscana.it

 

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18 marzo 2011 – (Il Messaggero) Giuseppe Garibaldi massone, anticlericale e criminale.

18 marzo 2011 – (Il Messaggero) Giuseppe Garibaldi massone, anticlericale e criminale.

Lanciano. «Giuseppe Garibaldi massone, anticlericale e criminale che arruolò bambini, dagli 8 ai 15 anni, nei garibaldini. L’Italia ha 2000 anni, non 150. E non c’è nulla da festeggiare, c’è un Italia da salvare». È la provocazione, con decine di cartelli affissi sui muri, fatta ieri ad Atessa dal gruppo Forza Nuova – Sangro Aventino. Ognuno insomma ha festeggiato l’Unità a modo suo. Non è solo questione di Lega Nord. Ad Atessa i militanti di Fn hanno così contestato, alle prime luci dell’alba, l'”Eroe dei due Mondi”. «Abbiamo voluto descrivere – dicono a Fn – la vera e mai narrata storia di Giuseppe Garibaldi, i suoi crimini compiuti in Sudamerica e in Europa, la sua appartenenza alla Massoneria e il suo fanatico anticlericalismo; e ancora le crude verità sulla Spedizione dei Mille e sul falso mito del Risorgimento Italiano».

Forza Nuova ha inoltre voluto rimarcare che l’Italia ha 2000 anni, in quanto unita amministrativamente già dall’Imperatore romano Augusto e spiritualmente dal Cristianesimo, e che, dunque, non c’è nulla da festeggiare per i 150 anni. E non è finita; attraverso il suo consigliere comunale Luigi Marcolongo, Fn presenterà una proposta di cambiamento dell’intitolazione della piazza a Garibaldi a favore di San Rocco; «come d’altronde è chiamata abitualmente, si spiega, dalla maggior parte degli atessani». Domani si torna sull’intero argomento con l’annunciato volantinaggio di Lotta Studentesca al locale Istituto d’Istruzione Superiore “S. Spaventa”. Ma Atessa ha avuto anche le sue ricche manifestazioni ufficiali per la “Notte del Tricolore” con la banda nazionale dei vigili del fuoco e fuochi pirici e fino al 27 c’è una mostra sul Risorgimento a palazzo Ferri.

(Il Messaggero) 18 MAR 2011

18 marzo 2011 – (Il Resto del Carlino) Col 150° rispunta la loggia urbinate «Victor Hugo».

18 marzo 2011 – (Il Resto del Carlino) Col 150° rispunta la loggia urbinate «Victor Hugo».

Era dal 1924, ovvero da quando il regime fascista fece distruggere le logge massoniche d’Italia, che ad Urbino non si vedeva una manifestazione pubblica del Grande Oriente d’Italia, la massima comunione massonica del Paese. Quasi 90 anni fa, la loggia d’Urbino che contava i personaggi più in vista della città venne devastata: i mobili bruciati, la biblioteca distrutta e gli aderenti furono perseguitati. La loggia «Victor Hugo 1893» numero 1273 all’Oriente di Urbino è però risorta anni fa, tanto da riempire nella mappa massonica mondiale un «tassello» che era rimasto vuoto (nel sito www.grandeoriente.it è possibile vederla nell’elenco ufficiale delle logge d’Italia).

Ieri il maestro venerabile della «Victor Hugo», Almerindo Duranti, ha deposto una corona davanti alla porta di Santa Lucia, sotto la lapide che ricorda l’ingresso dei Finanzieri nel 1860. In una lettera mandata giorni fa al sindaco, la massoneria ha ricordato che la «”Victor Hugo 1893″ fu fondata in Urbino alla fine dell’800 da numerosi fratelli. Nel periodo del suo massimo fulgore superò il numero di 60 iscritti. Nella loggia vi erano rappresentati tutti i ceti sociali e fu senza ombra di dubbio uno dei motori dello sviluppo politico e culturale della nostra città e del Montefeltro».

Tra i membri il professor ed onorevole Francesco Budassi (sindaco d’Urbino), l’onorevole Angelo Battelli di Macerata Feltria (che veniva alle riunioni in Urbino a cavallo, coperto dal tabarro) e tanti altri, inclusi rettori e figure di primo piano dell’Ateneo. Ma, in realtà la presenza della massoneria ad Urbino risale alla seconda metà del Settecento. «La Massoneria scrive Duranti per sua antica tradizione è stata ed è il centro d’incontro di uomini liberi, di diversa condizione sociale, culturale, religiosa. La nostra Istituzione attraverso la pratica quotidiana, predispone all’ascolto del diverso, all’elevazione culturale, all’ affermazione di principi di libertà e di pace (la Croce Rossa, la Società delle Nazioni, l’ONU sono il frutto del diuturno lavoro dei nostri fratelli), la Massoneria ha dato il suo ampio contributo di idee e sangue all’affermarsi di tanti Stati moderni».

(Il Resto del Carlino) 18 MAR 2011

 

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18 marzo 2011 – (La Nazione) Nessun invito per la Massoneria «Un vulnus alla storia cittadina».

18 marzo 2011 – (La Nazione) Nessun invito per la Massoneria «Un vulnus alla storia cittadina».

«Alle sedute solenni dei Consigli Comunale e Provinciale mancavano solo gli eredi degli Zuavi di Pio IX, la Militia Christy che ogni anno manifesta il 20 settembre contro Porta Pia, e qualche esponente della Nobiltà papalina. Per il resto la cronaca ci informa di un parterre assai affollato».

Massimo Bianchi del Grande Oriente d’Italia mostra il suo disappunto per il mancato invito alle cerimonie del presidente dell’Oriente di Livorno. «Una scortesia sottolinea l’esponente della Massoneria livornese che voglio benevolmente attribuire alla scarsa propensione per lo studio della Storia Patria e di quella livorense».

(La Nazione) 18 MAR 2011

18 marzo 2011 – Carlo Fruttero – Massimo Gramellini, La Patria, bene o male.

18 marzo 2011 – Carlo Fruttero – Massimo Gramellini, La Patria, bene o male.

Mondadori, Milano 2010

“Non sembra il caso di suggerire ai nostri lettori di non aspettarsi i grandiosi affreschi di Tucidide o Tacito, di Machiavelli o Gibbon. Tutti sanno che non siamo storici e non avremmo comunque il mestiere e il genio per guardare a tali altezze. Ma da quei maestri una lezione l’abbiamo pur appresa: la Storia obiettiva, la Storia imparziale, la Storia definitivamente veritiera non esiste, può essere soltanto un’aspirazione, una meta intravista e irraggiungibile.
Ogni pagina di questo libro è arbitraria e contestabile. Abbiamo scelto 150 giornate a nostro avviso significative, distribuendole equamente fra i quindici decenni dell’Italia Unita. Ma cosa vuol dire significative? Alcune erano obbligatorie, la breccia di Porta Pia, Caporetto, la marcia su Roma, il rapimento Moro, Mani Pulite, eccetera. Ma molte altre, non senza lunghe discussioni tra di noi, sono state incluse o escluse, con intendimenti ragionevoli e tuttavia opinabili. C’è cronaca rosa e c’è cronaca nera, sinistri figuri stanno accanto a purissimi eroi, non manca Pavarotti, ma è assente la Callas. C’è il Vajont, ma non il Polesine. L’assassinio di Casalegno e non quello di Tobagi. Primo Carnera, Enrico Cuccia e Alberto Sordi non sono chiamati sul palco, solo citati di sfuggita.
Abbiamo letto un numero impressionante, ma sempre insufficiente, di testi relativi a ogni episodio, a ogni personaggio, ciascuno dei quali meriterebbe e in certi casi ha meritato, un intero volume, se non interi scaffali. Ma a ogni capitoletto di questa ormai lunga vicenda abbiamo cercato di dare un taglio narrativo, di partire da un particolare più vivido (il rivoluzionario Bakunin che fugge da Bologna travestito da prete, Roberto Saviano sulla sua Vespa scassata in un’esplosiva piazza di Napoli) per evitare ai nostri lettori la triste impressione del grigiore scolastico. Sono 150 racconti contratti, ridotti all’essenziale e dolorosamente privi di infiniti risvolti, sacrifici dettati dalle necessità grafiche del quotidiano torinese La Stampa che ha avuto l’idea e che ha pubblicato nei mesi scorsi queste pagine. Il nostro intento era di offrire un’infarinatura di storia d’Italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l’hanno mai avuta. Si tratta di una categoria di persone che conosciamo bene, avendone fatto parte anche noi prima di metterci all’opera. Non che avessimo dimenticato proprio tutto. Ma certo si trattava di ricordi confusi. Ci è venuto il sospetto che non fossimo i soli a trovarci in questa condizione. E, da buoni italiani, abbiamo cercato di metterci una pezza.
L’impressione finale è che questa Patria sia una difficile Patria, più volte sull’orlo del baratro, più volte nel baratro precipitata, con continue riprese anche stupefacenti, anche ammirevoli. C’è di che inorgoglirsi, ma purtroppo anche di che vergognarsi. Un Paese irritante, fastidioso, quasi sempre dilaniato da emotività contrapposte e che potrebbe fare molto di più, come dicevano gli insegnanti alle nostre mamme. E ovviamente molto di più avremmo potuto fare anche noi, narrando questa Patria nel bene e nel male.”

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