Roma 5 maggio 2010 – (Adn kronos) Unità d’Italia: Raffi (GOI), cogliere ‘nuovo innesco’ per vivere i valori profondi della nazione. Il vento dello scoglio di Quarto insegna libertà e capacità di costruire storie di democrazia.

Roma 5 maggio 2010 – (Adn kronos) Unità d’Italia: Raffi (GOI), cogliere ‘nuovo innesco’ per vivere i valori profondi della nazione. Il vento dello scoglio di Quarto insegna libertà e capacità di costruire storie di democrazia.

“Dallo scoglio di Quarto, da cui mossero il 5 maggio 1860 i Mille di Garibaldi, si alzi un vento nuovo e un rinnovato, profondo interesse per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Occorre andare alle radici di quella esperienza, rimarcando i valori strutturali dell’Unità e declinandoli nel contesto moderno. Bisogna essere capaci di ascoltare le grandi lezioni degli uomini del Risorgimento non per una sterile e museale celebrazione ma per sentire gli echi vivi di una Tradizione che parla all’oggi”.

Lo ha dichiarato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani in occasione del 150° anniversario dell’impresa dei Mille che apre le celebrazioni per l’Unità d’Italia.

Per il Gran Maestro, “va recuperata perciò la forza di quel pensiero risorgimentale che ha saputo costruire la storia cogliendo lo spirito unitario nella nuova Europa dei popoli. La Massoneria segnala il bisogno concreto di un ‘nuovo innesco’, di un nuovo ‘verbo’ unitario coagulando, come furono capaci di fare i nostri padri, attorno a nuovi interessi ed ideali, le sfide dell’abitare un comune destino nel Mediterraneo. La partita è troppo grande per perdersi in inutili polemiche. L’Unità d’Italia parla ancora al nostro futuro, al domani della Nazione”.

“Garibaldi, mito fondante del Risorgimento e della Repubblica – sottolinea Raffi – fu un uomo libero e un massone che nell’Italia dell’Ottocento seppe anticipare i tempi e lottare per la verità di un ideale che doveva farsi carne. Il sogno garibaldino di una società civile libera e democratica, capace di interrogarsi e di fare ponti al dialogo e all’umanità, ci fa ancora strada ed è una indicazione di percorrenza per pensieri liberi e azioni che, oggi come 150 anni fa, vogliono costruire il bene del popolo”.

(Adn Kronos) 5 MAG 2010

Roma 5 maggio 2010 – (ANSA) Italia 150: Raffi (Grande Oriente), nuovo innesco unitario.

Roma 5 maggio 2010 – (ANSA) Italia 150: Raffi (Grande Oriente), nuovo innesco unitario.

Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, intervenendo sul 150/o anniversario dell’Unità d’Italia ha affermato che “va recuperata la forza di quel pensiero risorgimentale che ha saputo costruire la storia cogliendo lo spirito unitario nella nuova Europa dei popoli. La Massoneria segnala il bisogno concreto di un ‘nuovo innesco’, di un nuovo ‘verbo’ unitario coagulando, come furono capaci di fare i nostri padri, attorno a nuovi interessi ed ideali, le sfide dell’abitare un comune destino nel Mediterraneo”.

Secondo il Gran Maestro, “la partita è troppo grande per perdersi in inutili polemiche. L’Unità d’Italia parla ancora al nostro futuro, al domani della Nazione”.

“Garibaldi, mito fondante del Risorgimento e della Repubblica – ha continuato – fu un uomo libero e un massone che nell’Italia dell’Ottocento seppe anticipare i tempi e lottare per la verità di un ideale che doveva farsi carne. Il sogno garibaldino di una società civile libera e democratica, capace di interrogarsi e di fare ponti al dialogo e all’umanità, ci fa ancora strada ed è una indicazione di percorrenza per pensieri liberi e azioni che, oggi come 150 anni fa – ha concluso Raffi – vogliono costruire il bene del popolo”.

(ANSA) 5 MAG 10

Roma 28 aprile 2010 – (Avanti!) L’ALDOPARLANTE di Aldo Chiarle.

Roma 28 aprile 2010 – (Avanti!) L’ALDOPARLANTE di Aldo Chiarle.

Rita Montalcini, Premio Nobel della Medicina e senatrice di diritto, ha compiuto centouno anni. Il direttore dell’Avanti! porge a questa illustre scienziata gli auguri più fervidi, anche a nome di questo giornale che le è stato sempre molto vicino, anche per le sue ricerche e per l’annuncio dell’avvio di una sperimentazione di un vaccino terapeutico contro l’Alzheimer. Alla insigne professoressa sono arrivati anche gli auguri del Grande Oriente d’Italia, presso la cui sede la scienziata è stata ospite graditissima.

L’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d’Italia in un telegramma le ha formulato gli auguri per il compleanno, aggiungendo: “Mai come oggi la sua incessante opera di scienziata e la sua battaglia per la libertà della ricerca rappresentano per tutti un esempio di come una vita intera possa essere completamente dedicata con passione e impegno, al progresso della umanità. Le auguro – ha concluso Raffi – buon lavoro e successo per le sue ricerche e per la sua battaglia tesa a valorizzare i giovani talenti di cui il Paese nostro ha enorme bisogno”.

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(Avanti!) 28 APR 2010

Roma 23 aprile 2010 – (Adn kronos) Unità d’Italia: Raffi (GOI), dimissioni da comitato siano salutari contro rimozione. ‘C’è un moto revisionista della Lega Nord ma anche di settori cattolici’.

Roma 23 aprile 2010 – (Adn kronos) Unità d’Italia: Raffi (GOI), dimissioni da comitato siano salutari contro rimozione. ‘C’è un moto revisionista della Lega Nord ma anche di settori cattolici’.

“Mi auguro che le dimissioni dal comitato siano un atto di protesta che si traduca in un benefico effetto salutare”.

Gustavo Raffi, gran maestro massonico del Grande Oriente d’Italia, appoggia i componenti del comitato dei garanti per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che hanno rassegnato le loro dimissioni, dopo la scelta del presidente del comitato Carlo Azeglio Ciampi, motivata però da ragioni di salute legate all’età.

“Assistiamo a un fenomeno di rimozione storica – lamenta Raffi – che si traduce quasi in un timore di professare valori nazionali e in particolare di evidenziare il valore del Risorgimento che culminò nell’Unità d’Italia. Un evento che si vuol far passare in sordina. E’ un moto che non riguarda solo la Lega Nord, ma – accusa l’esponente della massoneria – anche alcuni settori del mondo cattolico. L’esercizio critico è giusto che riguardi gli storici, ma quando si vuole demolire la stessa Storia nazionale, allora il discorso cambia”.

(Adn Kronos) 23 APR 2010

23 aprile 2010 – Garibaldi, da santo a quasi terrorista. La parabola di un’icona. L’800 adorava il condottiero, ora il dileggio leghista.

23 aprile 2010 – Garibaldi, da santo a quasi terrorista. La parabola di un’icona. L’800 adorava il condottiero, ora il dileggio leghista.

«Così ho trasformato il Sud da terza potenza mondiale in povera colonia italiana: eravamo solo mille… ma siamo stati sufficienti ad arraffare tutto l’oro del Meridione, a smontare le industrie del Sud che davano lavoro a migliaia di operai e a trasferire queste ricchezze al misero Nord». Sono parole messe in bocca a Giuseppe Garibaldi in una cartolina della serie «Garibaldi? No grazie», con tanto di barra di traverso diffusa dai nostalgici del Regno delle due Sicilie.

Direte: questa poi! E quando mai è stato il Mezzogiorno la «terza potenza mondiale »? A metà dell’Ottocento? Davanti o dietro gli Stati Uniti? Davanti o dietro l’impero francese? Davanti o dietro l’impero britannico? E dov’erano in classifica, per dire, l’Olanda che controllava immensi possedimenti coloniali o l’impero ottomano? Uno storico sicuramente non filo-unitario come Mario Costa Cardol ricorda che «nel 1860 il Piemonte contava 803 chilometri di strade ferrate, la Lombardia 202, il Veneto 298, la Toscana 256 (…) e infine veniva l’ex regno napoletano, con 98» peraltro non al servizio dei cittadini ma dei Borboni perché potessero raggiungere più comodamente le sontuose residenze reali di Portici e Caserta? Chissenefrega: abbasso Garibaldi!

Il tentativo di trasformare il protagonista del Risorgimento che all’epoca, secondo lo storico inglese Denis Mack Smith, era «la persona più conosciuta e amata del mondo» in una specie di «delinquente, terrorista, mercenario» (definizione di uno pseudo-saggio che dilaga online) non è nuovo. Basti rileggere I napoletani al cospetto delle nazioni civili scritto da un anonimo e pubblicato senza data né luogo di stampa perché clandestino sotto il nuovo regno d’Italia: «Briganti noi, combattendo in casa nostra, difendendo i tetti paterni, e galantuomini voi, venuti qui a depredare l’altrui? Il padrone di casa è il brigante o non piuttosto voi, venuti a saccheggiare la casa?» Negli ultimi anni, però, c’è stata un’accelerazione.

Che il culto antico di Garibaldi fosse a volte esagerato fino al ridicolo, non si può negare. Il catalogo della mostra «Garibaldi nell’immaginario popolare» curato da Franco Ragazzi e Claudio Bertieri, trabocca di oggetti incredibili: caraffe garibaldine, bottiglie garibaldine, sardine garibaldine, maccheroni garibaldini, ginseng garibaldini e poi spille e poltrone, divani e fermagli, ventagli e statuette di ceramica, bottoni e fazzoletti. Per non dire dei ritratti. Dei busti. Dei monumenti equestri sparsi per le contrade del mondo. E poi film, romanzi, saggi. Nel 1970 lo studioso Anthony Campanella contò non meno di 16.141 libri dedicati all’eroe. Da allora, sarebbero almeno raddoppiati.

Uno lo ha scritto una studiosa genovese, Franca Guelfi. Si intitola «Dir bene di Garibaldi » e raccoglie 155 epigrafi sparse per l’Italia. «Altro che Che Guevara!», commenta nell’introduzione Luciano Cafagna. Alcune sono strepitose. Come quella sul Palazzo Alliata di Villafranca a Palermo: «In questa illustre casa il 27 maggio 1860 per sole due ore posò le stanche membra Giuseppe Garibaldi. Singolare prodezza fra l’immane scoppio delle micidiali armi da guerra sereno dormiva il genio sterminatore d’ogni tirannide ». O quella a Lunano, Pesaro: «Inseguito da orde straniere, sostava qui con la fedele coorte tra l’agguato e l’ansia e gli batteva accanto il cor d’Anita». O quella a Palazzo Grignani di Marsala: «In questa casa per ore sessanta fu Garibaldi, qui nel 19 luglio 1862 la prima volta tuonò o Roma o morte». O ancora quella a Colle di Gibilrossa (Palermo): «Da questa rupe rivolgendosi a Bixio diceva le fatidiche parole, Nino domani a Palermo».

L’eroe dei due mondi, ha scritto Ragazzi, «era visto dal popolo come un santo liberatore. A Palermo era considerato “parente” di Santa Rosa così come a Napoli lo divenne di San

Roma 22 aprile 2010 – Montalcini: gli auguri della Massoneria Italiana.

Roma 22 aprile 2010 – Montalcini: gli auguri della Massoneria Italiana.

“Gentile Professoressa Levi Montalcini, desidero formularle, a nome mio personale e dei Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, i più cari ed affettuosi auguri per un felice compleanno. Mai come oggi la sua incessante opera di scienziata e la sua battaglia per la libertà della ricerca scientifica rappresentano per tutti, e soprattutto, per le giovani generazioni, un esempio di come una intera vita possa essere completamente dedicata con passione, impegno e competenza al progresso della umanità: impegno mai disgiunto da un profondo attaccamento ai valori della libertà e della democrazia”.

E’ questo uno dei passaggi del messaggio di auguri inviato dal Gran Maestro Gustavo Raffi alla senatrice Rita Levi Montalcini che compie oggi 101 anni.

“Le auguro – conclude Raffi – buon lavoro e successo per le sue ricerche, e per la sua battaglia tesa a valorizzare i giovani talenti di cui il nostro Paese ha un grandissimo bisogno”.

Silvia Renzi, 338 2366914
comunicazione e rapporti con la stampa

22 aprile 2010 – Il Ballo Excelsior e la parte ‘illuminata’ della Massoneria di Virginia Perini.

22 aprile 2010 – Il Ballo Excelsior e la parte ‘illuminata’ della Massoneria di Virginia Perini.

Il Ballo Excelsior è intriso di simboli massonici. Alla presentazione milanese della pellicola restaurata dell’omonimo film di Luca Comerio (1913), non se n’è fatta parola, ma il balletto mimico di Luigi Manzotti è al centro di una serie di studi approfonditi che confluiranno nella stesura di un libro in uscita per Excelsior l’anno prossimo. Questo spiega la presentazione in anteprima del film durante l’evento di due giorni a Rimini della Gran Loggia 2010. L’autrice del volume è Flavia Pappacena, insegnante all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e docente di estetica della danza all’Università La Sapienza.
E’ esperta di simbologia e spiega in anteprima assoluta ad Affaritaliani.it: “Il rapporto tra il balletto e la Massoneria è un tema molto delicato. Innanzitutto l’autore della musica, Romualdo Marenco, era massone”.

Riguardo al simbolismo racconta: “Il ballo prosegue la tradizione allegorica del Settecento. A partire dall’esaltazione della ragione, fino alla civiltà intesa come processo di elevazione culturale, i temi di fondo richiamano i principi massonici. Un punto chiave che sto analizzando è il significato della luce. Il balletto è un inno alla conoscenza e la luce nel Settecento significava proprio questo. Anche per la massoneria il percorso che conduce fuori dall’oscurità (intesa come non-conoscenza) è basilare”.

Poi fa una precisazione: “Quello che sappiamo per certo è che il significato dell’opera di Manzotti esclude le componenti religiose che sono diventate in alcuni casi cardine delle concezioni massoniche. I messaggi sono prettamente morali e razionalistici. Sui simboli non posso dire altro perché stiamo cercando di decifrarli ora e il terreno è scivoloso, si rischia di consegnare al pubblico messaggi errati. Meglio aspettare la fine dei lavori…”

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