Autore: goiadmin2
Roma 8 ottobre 2011 – Il Gran Maestro Raffi: “Sud alza la voce. Legalità, cultura e giovani per il riscatto delle coscienze”
“Sud alza la voce. Non si può più sbagliare: basta con le politiche dell’assistenzialismo e degli interventi a pioggia, che puntualmente finiscono sempre nel cortile di qualcuno: c’è bisogno di un grande progetto per il riscatto del Mezzogiorno che punti su giovani, cultura, legalità e scuola. Solo così si potrà celebrare davvero l’Unità d’Italia”. E’ quanto ha affermato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, al convegno ‘Dalla Campania per l’Italia’, che si è tenuto oggi al Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli.
“Siamo dalla parte – ha aggiunto il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – di quanti in questi anni hanno conservato un pensiero libero, tenuto controvento. Hanno denunciato malaffare e interessi di parte e non di rado hanno pagato per le loro scelte di coerenza. Il riscatto del Sud è la priorità del Paese, perché significa lotta per il lavoro e per i diritti, per una cultura della libertà che fa strada al cambiamento. Si traduce in scelte concrete perché tutto deve partire da una cultura di fondo che non è quella dei mandolini e dei nuovi Pulcinella ma è il coraggio di strappare i giovani alla droga. E’ la responsabilità – ha sottolineato Raffi – di chi denuncia il racket, di chi si impegna ogni giorno facendo il proprio lavoro, dei maestri che a Scampia mettono i libri sui banchi della scuola pubblica per insegnare ai giovani che la verità non è la violenza, e che si può essere uomini liberi anche se si vive all’Inferno”.
“A Napoli – ha rimarcato Raffi – non devono bruciare i cassonetti ma la rabbia per ciò che ancora non c’è, per ciò che vogliamo costruire. L’unica spazzatura in Campania devono essere i camorristi da consegnare alla patrie galere. La criminalità non può essere ammortizzatore sociale dove il lavoro scarseggia. Al Sud non si può sempre recuperare, bisogna anticipare. Dobbiamo affiancare e sostenere chi spezza le catene della minorità. Chi combatte per la dignità del Sud è nostro Fratello – ha scandito il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – perché deve tramontare il tempo dei mezzucci e della raccomandazione, per premiare finalmente il merito”.
“Lanciamo un appello alla coesione nazionale – ha concluso Raffi – attraverso un nuovo Patto di Fratellanza tra i cittadini. A Napoli e in Campania, fallito il miraggio del nuovo Rinascimento, venga il tempo di un Nuovo Risorgimento della Ragione. La stagione delle responsabilità condivise per dare risposte vere ai problemi e costruire il futuro. In nome dell’Uomo, per la verità dell’Italia”.
Roma, Villa il Vascello, 8 ottobre 2011
Napoli 8 ottobre 2011 – (Adnkronos) Unita’ d’Italia: Raffi (GOI), combattere per il riscatto del Sud
Serve Rivoluzione che punti su Giovani, Cultura, Legalità e Scuola
“Al Sud non si può più sbagliare. Basta con le politiche dell’assistenzialismo e degli interventi a pioggia, che puntualmente finiscono sempre nel cortile di qualcuno: c’è bisogno di un grande progetto per il riscatto del Mezzogiorno. Una rivoluzione che punti su giovani, cultura, legalità e scuola: solo così si potrà celebrare davvero l’Unità d’Italia”. E’ quanto ha affermato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, al convegno ‘Dalla Campania per l’Italia’, che si è tenuto oggi al Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli.
“Siamo dalla parte – ha aggiunto il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – di quanti in questi anni hanno conservato un pensiero libero, tenuto controvento. Hanno denunciato malaffare e interessi di parte e non di rado hanno pagato per le loro scelte di coerenza. Il riscatto del Sud è la priorità del Paese, perché significa lotta per il lavoro e per i diritti, per una cultura della libertà che fa strada al cambiamento. Si traduce in scelte concrete perché tutto deve partire da una cultura di fondo che non è quella dei mandolini e dei nuovi Pulcinella ma è il coraggio di strappare i giovani alla droga. E’ la responsabilità – ha sottolineato Raffi – di chi denuncia il racket, di chi si impegna ogni giorno facendo il proprio lavoro, dei maestri che a Scampia mettono i libri sui banchi della scuola pubblica per insegnare ai giovani che la verità non è la violenza, e che si può essere uomini liberi anche se si vive all’Inferno”.
“A Napoli – ha scandito Raffi – non devono bruciare i cassonetti, ma la rabbia per ciò che ancora non c’è, per ciò che vogliamo costruire. L’unica spazzatura in Campania devono essere i camorristi e i criminali da consegnare alla patrie galere. La criminalità non può essere ammortizzatore sociale dove il lavoro scarseggia. Al Sud non si può sempre recuperare, bisogna anticipare – ha avvertito il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – Dobbiamo affiancare e sostenere chi spezza le catene della minorità. Chi combatte per la dignità del Sud è nostro Fratello, identità che si fa parola per il presente. Siamo dalla parte della gente scomoda, di chi crede che non vince il folklore né la rassegnazione. Basta con lo ‘sconfittismo’, il ‘perditismo’ e le nostalgie”.
“Lanciamo dunque un appello alla coesione nazionale attraverso un nuovo Patto di Fratellanza tra i cittadini”.
(AdnKronos) 08 OTT 2011
Napoli 8 ottobre 2011 – (Adnkronos) Unita’ d’Italia: a Napoli Talk Show su ruolo massoneria in Identità Nazionale
Studiosi, massoni e società civile. Cinquecento persone hanno partecipato oggi, al Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli, al talk show ‘Dalla Campania per l’Italia’, condotto da Alessandro Cecchi Paone. Un momento di riflessione su che cosa significò essere patrioti e meridionali nell’Ottocento ma anche per ribadire che da Sud non si scrive una vicenda minore né una storia dei vinti. Il filo rosso che ha cucito gli interventi è stato il bisogno di ritrovare segni di unità nazionale per costruire il futuro e darvi un senso. A dare inizio ai lavori, il saluto introduttivo di Michele Di Matteo, presidente del collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Campania-Basilicata, che ha sottolineato il ruolo svolto da Napoli e dalla Massoneria nel processo unitario. “La nostra Istituzione -ha detto- è stata sempre protagonista nei momenti storici di questo Paese. Siamo ritornati ad essere artefici di un mondo migliore, in un momento in cui l’Italia vive una crisi morale. Non possiamo che ritornare ad essere quelli che la nostra storia ci ricorda e ci insegna: non ci sottrarremo al nostro compito”. E’ stata quindi la volta di Valerio Zanone, presidente del Comitato del Grande Oriente per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che ha definito le celebrazioni di Palazzo Giustiniani per i 150 anni “un viaggio nel tempo e nelle città. Dalla storia all’oggi, il Grande Oriente d’Italia ha dato un contributo importante alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia”. In questi 150 anni, l’Italia ha fatto più strada che nel periodo precedente. Questa storia in bianco e nero, fatta di luci e ombre, va compresa e raccontata tutta. L’Italia non è perduta né conquistata: celebriamo l’Unità non solo per ragioni storiche ma per ritrovare il fondamento di un vincolo unitario che è indissolubile. E’ questo, per dirla con Renan, il plebiscito di tutti i giorni”.
Lo storico Piero Craveri, dell’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli, ha sottolineato come “il compimento dell’Unità abbia rappresentato l’indipendenza, la conquista delle libertà pubbliche e civili ma anche la costruzione di uno Stato unitario che riporta l’ordine pubblico, costruisce ferrovie, punta su viabilità, tribunali, poste e telegrafi. La Massoneria -ha sottolineato Crateri- ha avuto un ruolo centrale nella difesa della struttura dello Stato”. “Ora -ha rimarcato lo storico-. bisogna recuperare creatività, perché le attitudini degli scorsi decenni non sono finite”. Santi Fedele, dell’Università di Messina, ha invece sottolineato come “in queste celebrazioni abbiamo rischiato di assistere una strana controstoria, quasi una celebrazione dell’Unità al rovescio. Tanti ‘storici della domenica’, ad esempio, hanno sostenuto che le masse contadine sono rimaste ai margini del moto risorgimentale, ma questo è un dato che era conosciuto. Il Risorgimento fu opera di elite urbane, che però -ha sottolineato lo storico- nelle loro componenti mazziniane e repubblicane, si sforzarono di allagare il consenso”. A tracciare le conclusioni, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italkia, Gustavo Raffi, che ha lanciato un appello: “Sud alza la voce”. “Il Mezzogiorno -ha rimarcato il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani- ha avuto fantasia e intelligenza, ha espresso grandi uomini e idee. Il cittadino deve avere una ‘rabbia salutare’, pretendere diritti e uscire dalla rassegnazione. Dove c’è libertà -ha ricordato Raffi- c’è una bandiera universale per la quale vivere e morire. Dove c’è un uomo che soffre, lì c’è mio fratello. Andiamo vedere anche quell’Italia fatta dai massoni, tutta d’un pezzo. E ricordando quei cuori -ha concluso Raffi- andiamo avanti. In nome dell’Italia, per costruire il futuro”.
(AdnKronos) 08 OTT 2011
Napoli 8 ottobre 2011 – (ANSA) Sud: Convegno ‘Grande Oriente’ a Napoli, non si può più sbagliare. Raffi, basta assistenzialismo. Serve Progetto per riscatto
“Al Sud non si può più sbagliare. Basta con le politiche dell’assistenzialismo e degli interventi a pioggia, che puntualmente finiscono sempre nel cortile di qualcuno: c’é bisogno di un grande progetto per il riscatto del Mezzogiorno che punti su giovani, cultura, legalità e scuola. Solo così si potrà celebrare davvero l’Unità d’Italia. Sud alza la voce”. E’ quanto ha affermato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, al convegno ‘Dalla Campania per l’Italià, che si è tenuto oggi al Teatro di Corte di Palazzo Reale, a Napoli. “Siamo dalla parte – ha aggiunto il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – di quanti in questi anni hanno conservato un pensiero libero, tenuto controvento. Hanno denunciato malaffare e interessi di parte e non di rado hanno pagato per le loro scelte di coerenza. Il riscatto del Sud è la priorità del Paese, perché significa lotta per il lavoro e per i diritti, per una cultura della libertà che fa strada al cambiamento. Si traduce in scelte concrete perché tutto deve partire da una cultura di fondo che non è quella dei mandolini e dei nuovi Pulcinella ma è il coraggio di strappare i giovani alla droga”.
“E’ la responsabilità – ha sottolineato Raffi – di chi denuncia il racket, di chi si impegna ogni giorno facendo il proprio lavoro, dei maestri che a Scampia mettono i libri sui banchi della scuola pubblica per insegnare ai giovani che la verità non è la violenza, e che si può essere uomini liberi anche se si vive all’Inferno”. “A Napoli – ha rimarcato Raffi – non devono bruciare i cassonetti ma la rabbia per ciò che ancora non c’é, per ciò che vogliamo costruire. L’unica spazzatura in Campania devono essere i camorristi da consegnare alla patrie galere. La criminalità non può essere ammortizzatore sociale dove il lavoro scarseggia”. “Al Sud non si può sempre recuperare, bisogna anticipare. Dobbiamo affiancare e sostenere chi spezza le catene della minorità. Chi combatte per la dignità del Sud è nostro Fratello – ha scandito il gran maestro del Grande Oriente d’Italia – perché deve tramontare il tempo dei mezzucci e della raccomandazione, per premiare finalmente il merito”.
“Lanciamo un appello alla coesione nazionale – ha concluso Raffi – attraverso un nuovo Patto di Fratellanza tra i cittadini. A Napoli e in Campania, fallito il miraggio del nuovo Rinascimento, venga il tempo di un Nuovo Risorgimento della Ragione. La stagione delle responsabilità condivise per dare risposte vere ai problemi e costruire il futuro. In nome dell’Uomo, per la verità dell’Italia”.
(ANSA) 8 OTT 2011