Rimini 30 marzo 2012 – Gran Maestro Raffi (GOI): “Cultura, valori e progetti generazionali. Rimettiamo in piedi l’Italia”

Rimini 30 marzo 2012 – Gran Maestro Raffi (GOI): “Cultura, valori e progetti generazionali. Rimettiamo in piedi l’Italia”

Occorre promuovere diritti e possibilità per tutti, lottando le ingiustizie. Ma niente si può realizzare senza la partecipazione del cittadino

“In un tempo di crisi e smarrimento, i costruttori devono portare il loro contributo di idee e valori per rimettere in piedi l’Italia”. Così il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, nella sua Allocuzione alla Gran Loggia 2012 dal titolo ‘Oltre la crisi, la bussola dei valori per ritrovare l’Uomo’, in corso fino a domenica a Rimini. “Per uscire dai vicoli ciechi – ha rimarcato il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – occorre valorizzare giovani e scuola pubblica, investire sulla cultura, formare cittadini, promuovere possibilità per tutti e lottare per la dignità della persona”.

“Occorre aiutare chi è senza diritti – ha proseguito Raffi – e legare in un nuovo patto civile i vecchi e i nuovi italiani, per dare un’anima all’Italia e costruire un futuro solidale, oltre i racconti e le ricette del momento”. “Ma niente si può realizzare – ha avvertito il Gran Maestro del GOI – se non si crea vera partecipazione di cittadini, se non si lancia una rivoluzione delle coscienze contro precarietà ed emarginazione”. “L’Italia oggi è addormentata – ha sottolineato Raffi – si rotola sugli egoismi di parte. Domina la filosofia spicciola del tirare a campare, della furbizia, del voltare lo sguardo per far finta di non aver visto, sentito o capito. Noi vogliamo lavorare per realizzare progetti generazionali, partendo dall’identità culturale. Non è più il tempo degli occhi fissi ma dello sguardo sull’altrove, per costruire prospettive nuove con impegno e responsabilità, lottando le ingiustizie”.

“In Patria e oltre confine – ha ricordato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – gli uomini del dubbio sono sentinelle etiche del proprio tempo, maggior fabbri di nuova umanità. Non stanno in silenzio ma si fanno carico di ciò che giovani e anziani, uomini e donne attendono per la loro vita concreta: risposte ai problemi sociali, al dramma di chi perde il lavoro, alla sofferenza di chi chiede da troppi anni giustizia. La speranza è che la nostra interrogazione, giunta da lontano, possa continuare a sovvertire false certezze, impedendo che si riposi a pochi metri dalla fossa comune della mancanza di progetti. Questa – ha concluso il Gran Maestro Raffi – è la ragione della nostra lotta e della speranza che vogliamo portare al Paese e all’Europa. Lottando per la verità, in nome dell’Uomo”.

Rimini 30 marzo 2012

 

Gianni Pittella, vice presidente del Parlamento Europeo:”Serve un nuovo Umanesimo” [ Scarica file File Formato PDF Size 60.0 Kb ]

Rimini 30 marzo 2012 – Al via la Gran Loggia del Grande Oriente. Idee e confronto per il Talk Show La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini

Rimini 30 marzo 2012 – Al via la Gran Loggia del Grande Oriente. Idee e confronto per il Talk Show La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini

Al via la Gran Loggia del Grande Oriente. Idee e confronto per il Talk Show La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini Per restituire l’Italia all’Europa e l’Europa a se stessa. In presa diretta la cronaca degli interventi Talk Show La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini

Al via la Gran Loggia 2012 del Grande Oriente d’Italia. I Liberi Muratori dell’Obbedienza di Palazzo Giustiniani si sono ritrovati al Palacongressi di Rimini per contribuire a pensare e vivere un’Italia più responsabile e solidale. “Oltre la crisi, la bussola dei valori per ritrovare l’Uomo”, è il titolo della più importante assise massonica italiana, che si terrà fino a domenica tra momenti rituali e dibattiti aperti al pubblico.

Nella Sala del Castello del Palacongressi, il Talk Show sul tema La sfida delle scelte: non numeri ma Uomini Per restituire l’Italia all’Europa e l’Europa a se stessa, condotto da Alessandro Cecchi Paone, ha visto gli interventi di Claudio Bonvecchio, Università Insubria di Varese; Gian Mario Cazzaniga, Università di Pisa; Dino Cofrancesco, Università di Genova; Aldo Masullo, Università di Napoli; Antonio Panaino, Università di Bologna; Valerio Zanone, politologo.

I lavori sono stati preceduti dal saluto introduttivo del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, che ha ricordato “l’indimenticabile Antonio Calderisi, uomo libero e infaticabile lavoratore per l’organizzazione degli eventi del Grande Oriente”. La platea, in piedi, ha tributo un lungo applauso al Fratello scomparso a novembre 2011. Il Gran Maestro ha quindi tracciato il senso della convention massonica, rimarcando il bisogno di “formare coscienze e cittadini responsabili. Occorre rivalutare – ha sottolineato Raffi – il ruolo della scuola, della cultura e dell’educazione civica. E saper guardare avanti: i Liberi Muratori portano un mattone di costruzione per promuovere il dialogo e dare un’anima all’Italia e all’Europa. Perché l’Uomo viene prima dei conti e delle banche”.

Apprezzato l’intervento di Antonio Panaino, che nell’indicare il senso dell’azione della Massoneria oggi, ha spiegato: “Un’agenzia etica come il Grande Oriente d’Italia, pone al centro delle sue riflessioni problemi e questioni. Al di fuori dell’agone partitico e della competizione, svolgiamo un ruolo civile: quello di poter creare dei luoghi liberi di discussione, in cui il tema della scelta diventa l’elemento cardine. Perché scegliere vuol dire conoscere ed essere liberi”. Per il docente dell’Università di Bologna, “è prioritario creare una cittadinanza europea. Come mai – ha chiesto Panaino – i leader non si rivolgono mai ai cittadini europei per dire qual è l’indirizzo e dove si sta andando? Le scelte sono onerose, di indirizzo. In Italia abbiamo appaltato decisioni a una élite tecnica, perché ci sono partiti incapaci di assumersi le responsabilità”. In questa situazione di smarrimento etico, ha rimarcato lo studioso, “il compito della Massoneria è creare spazi dove la conoscenza venga rafforzata, dove si costruisca cultura ed etica. Il mio invito è riprendere un vecchio libro di Edwin Abbott Abbott, ‘Flatlandia’, d

Rimini 31 marzo 2012 – Ritroviamo l’Italia del dovere e della coscienza. La cronaca del secondo Talk Show dal titolo ‘Laici e costruttori, cittadini di un nuovo tempo’

Rimini 31 marzo 2012 – Ritroviamo l’Italia del dovere e della coscienza. La cronaca del secondo Talk Show dal titolo ‘Laici e costruttori, cittadini di un nuovo tempo’

Ritroviamo l’Italia del dovere e della coscienza. La cronaca del secondo Talk Show dal titolo Laici e costruttori, cittadini di un nuovo tempo Talk Show 'Laici e costruttori, cittadini di un nuovo tempo'

“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. L’aforisma di Immanuel Kant è di casa all’assise dei massoni del Grande Oriente d’Italia, riuniti a Rimini per la Gran Loggia 2012 dal titolo ‘Oltre la crisi, la bussola dei valori per ritrovare l’Uomo’. Oltre 700 le persone hanno assiepato la Sala del Castello del Palacongressi, per seguire il secondo Talk Show dal titolo Laici e costruttori, cittadini di un nuovo tempo, condotto da Alessandro Cecchi Paone, che ha visto gli interventi di Luisella Battaglia, docente all’Università di Genova; Domenico De Masi, docente di Sociologia del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma, del giornalista Oscar Giannino e di Maurizio Viroli, Università di Princeton. Un confronto per ripartire. Per ritrovare la bussola dei valori e contribuire a formare cittadini responsabili.

“Se c’è un mito di cui abbiamo bisogno oggi in Italia, è quello della rinascita”, ha detto Maurizio Viroli, autore de ‘Le parole del cittadino’ (Laterza), “perché negli ultimi anni è stato incoraggiato lo spirito servo, il cinismo, l’inclinazione a perdonare tutto, è prevalso l’abito di mettere a tacere la coscienza. Posto che vogliamo rinascere come popolo – ha aggiunto lo studioso – come avvengono le rinascite nella storia? Attraverso un ritrovare, riscoprire parole che non usiamo più o ridando significati nuovi a ciò che conosciamo. E’ lo sforzo di ritrovare dimensioni che fanno parte della nostra storia profonda”. La ricostruzione, ha spiegato Viroli, si fa “chiarendo i problemi”. Un percorso in cui “la verità non si impone ma parla con l’esempio con la parola responsabile e l’impegno. Occorre formare cittadini che abbiano consapevolezza etica. In America – ha sottolineato – non ci sono centri di ricerca e università ma una religione civile, la difesa delle leggi, della bandiera, dei luoghi della memoria. C’è un’etica che si traduce in un rispetto rigoroso delle regole. Son comportamenti che contano e che hanno la stessa forza del denaro. Non è vero che i laici non hanno molto da dire. Non possediamo la verità rivelata ma abbiamo una forza enorme: la coscienza morale. Una forza che nessuno ha mai battuto. E’ in grado di resistere a qualsiasi potere, anche totalitario. Se vogliamo contribuire a un nuovo progetto, andiamo a riscoprire nella nostra tradizione le parole e i concetti che possono aiutarci. Suggerisco, a voce bassa, la religione del dovere di Giuseppe Mazzini e la religione della libertà di Benedetto Croce”. Per il professore di Teoria Politica, “il dovere non è opposto a libertà: è libertà. E’ un principio che segui non perché sei costretto ma perché hai una strada interiore. Se non c’è senso del dovere, si è servi degli altri. Caritas civium era il modo antico per chiamare l’amor di Patria. Dobbiamo riscoprire l’idea che essere cittadino vuol dire sentire per il bene pubblico un amore di tipo caritatevole che dà la forza interiore per costruire prendersi cura. Essere cittadini – ha rimarcato Viroli – è avere dei doveri, vederne la bellezza e saperli assolvere. Il libro che Norberto Bobbio avrebbe voluto scrivere poteva avere come titolo L’Italia dei doveri”.

Rimini 1 aprile 2012 – Il messaggio alla Comunione Massonica

Rimini 1 aprile 2012 – Il messaggio alla Comunione Massonica

Il messaggio alla Comunione Massonica Gran Loggia 2012 - Il Tempio

Fratelli carissimi,

in questi giorni di confronto abbiamo cercato insieme percorsi per dare storia ai grandi valori che appartengono alla nostra Istituzione. Interroghiamoci ancora, guardando al futuro: un Libero Muratore può perdere la bussola di fronte alla crisi economico-morale che travaglia l’umanità? E qual è la bussola di un Libero Muratore? Sono domande quanto mai attuali che richiedono risposte chiare e precise. Un Libero Muratore non può e non deve perdere la bussola. Glielo impedisce la sua formazione, la sua educazione ma soprattutto il suo essere un Iniziato. Anche nei momenti più bui della storia dell’uomo, i Liberi Muratori moderni e i loro antenati non si sono mai persi d’animo. Non hanno mai perso il coraggio. Non hanno mai abbandonato le loro bandiere. Non hanno mai cessato di lottare per una umanità migliore.

Hanno semmai moltiplicato i loro sforzi, hanno affinato i loro strumenti, hanno lavorato meglio sulla simbolica tavola da disegno e sulla realtà che ne è l’espressione. E per questo hanno saputo dare anche un contributo forte di libertà, nata da dolore e sofferenza. Hanno saputo versare anche quel sangue che avevano promesso di dare il giorno della loro Iniziazione. Per questo non hanno mai perso la bussola. Anzi, saper usare la bussola per orientarsi sulle strade del destino è stato ed è il vanto della Libera Muratoria Universale e del Grande Oriente d’Italia che ne è parte viva, attiva, integrata e partecipe.

Ma cosa segna la bussola di un Libero Muratore? Anche in questo caso la risposta è netta e senza ambiguità: il Nord dei Liberi Muratori è un chiaro sistema di valori che non possiamo e non vogliamo mettere in discussione. Un impianto che si basa su pilastri precisi:

L’uguaglianza. Che non è una parola vuota, ma una inclinazione universale in cui il messaggio più alto e nobile di ogni religione e di ogni vera cultura si fonde con l’imperativo categorico kantiano. Tutti gli uomini sono tra loro uguali per diritti e doveri. Tutti hanno e devono avere uguali diritti e uguali chances di vita e di sviluppo. Tutti devono poter vivere senza essere sottoposti a discriminazioni e violenze di sorta.

La fratellanza. Che non è mera retorica, ma comune sentimento di appartenenza che senza escludere ovvi processi identitari, etnici, religiosi e nazionali vuole affermare la radice comune dell’umanità che deve essere declinata come amore universale, rispetto, tolleranza, apertura e dialogo.

La libertà. Che non è uno slogan, ma la convinzione profonda che ciascun uomo, ha diritto a pensare, agire, lavorare, parlare, amare, soffrire e morire senza che nessuno lo obblighi a fare, a credere, a professare ciò di cui non è convinto. E ancora: la convinzione profonda e vissuta di un ideale di perfezionamento che deve essere attivo e operante in ogni uomo e che per i Liberi Muratori coincide con la scelta iniziatica di percorrere la via esoterica. Un percorso che non separa e non vuol separare dagli altri uomini. Che non è un attributo nobiliare da far valere o una decorazione da ostentare, ma una scelta di vita con cui e per mezzo di cui testimoniare negli atti, nelle parole, negli atteggiamenti e nei comportamenti la nostra fede nell’Uomo. In quel fragile, debole, finito, limitato essere che è l’uomo, ma che