Addio a Parenti, politico gentiluomo

Addio a Parenti, politico gentiluomo

L’ultimo saluto al l’awocato questa mattina al cimitero di Donatella Francesconi

VIAREGGIO Di Viareggio parlava come di «una città che ha grandi potenzialità e potrebbe fare e disfare. Se solo avesse la voglia e la capacità di mettere in campo buona volontà, fantasia e capacità di sognare…e un po’ d’amore». Gianfrancesco Parenti, avvocato, ex vice sindaco, attivissimo esponente dei Lions, è morto nella notte tra venerdì e sabato, all’età di 74 anni, ricoverato da qualche tempo all’ospedale Cisanello dopo un intervento chirurgico che gli aveva dato problemi. Dal primo pomeriggio di ieri la salma è stata esposta alla Croce Verde di Viareggio ed oggi sarà salutata alla chiesina del cimitero comunale, alle 10. «Mi sono subito adoperata perché il rientro di Parenti a Viareggio fosse il più rapido possibile come era suo desiderio», sono le parole di Carla Vivoli, presidente della Croce Verde: «Felice di essere utile ad un uomo che era disponibile con tutti». Un uomo che ha mantenuto alto il proprio stile personale nell’essere avvocato e politico. Impossibile non ricordare quando, nel 2005, già vice sindaco dell’amministrazione di Marco Marcucci, ammise pubblicamente il proprio appartenere alla Massoneria (Grande Oriente d’Italia), con queste parole a mettere fine alla bufera politica che si era scatenata: «Vorrei tranquillizzare i mie concittadini: l’unico giuramento che ho fatto è quello di rispettare la Costituzione e le leggi dello Stato». Alla politica era arrivato militando nel Partito liberale, del quale era stato segretario provinciale. Da quella esperienza approdò prima alla formazione “Rinnovamento italiano”, di Lamberto Dini, per poi traghettare nella Margherita perché così lo ricorda il collega Roberto Righi, nel piangere «la grave perdita» «non aveva mai “digerito” Berlusconi». Tanto che, nel giugno 2006 dalle pagine del “Tirreno”, Parenti dichiarava: «E noto che sono un uomo libero, senza padroni e la cosa peggiore e antidignitosa che potrebbe capitarmi sarebbe quella di stare con chi sta dalla parte, anzi è ai comandi, di Berlusconi». Gianfrancesco Parenti ai “comandi” ha dimostrato più volte di essere allergico. Fu il suo l’unico voto contrario su 14 membri della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca allo «scippo» perpetrato dalla Bpl nei confronti della Cassa di risparmio di Lucca. «Nessuno ha alzato la mano per bloccare Fiorani», si leggeva sul “Tirreno” del maggio 2005: «Solo Parenti ha avuto il coraggio di dire no». Della Margherita Parenti fu presidente provinciale e membro dell’assemblea regionale. «Non ci devono essere partiti egemoni all’interno del centrosinistra», era il suo pensiero nel giugno del 2011 nel tenere a battesimo la nuova formazione politica alla “Pia Casa” a Lucca. Qualche anno dopo, già vicesindaco, nel formulare gli auguri per Capodanno ai viareggini scriveva: «Mi piace pensare che con l’aiuto di tutti si possa costruire nella nostra città un rapporto di maggiore comprensione tra uomini e donne di diverse culture, nei partiti, nelle associazioni, nel lavoro, in ogni mondo di tutti i giorni, condizione indispensabile per la crescita democratica di una società». Tra la fine degli anni Novanta e quel Duemila che lo vide protagonista della vita politica cittadina, Parenti si era dedicato con grandissimo impegno nel sostenere il recupero di Villa Argentina. «La cultura si fa sui ricordi della città», ebbe a dire nel 2014 quando la Provincia, dopo un iter lunghissimo, riconsegnò a Viareggio il gioiello oggi luogo di visite affollate. Nel 1998, dopo dieci anni, Gianfrancesco Parenti torna a vestire i panni di presidente delle zebre del Viareggio Calcio. Una partecipazione tanto intensa alla vita societaria e ai successi della squadra che, nel giugno dello stesso anno pochi mesi dopo essere tornato in carica l’emozione dei festeggiamenti provoca a Parenti un malore negli spogliatoi che allarma tutti. «Viareggio perde uno dei suoi protagonisti, un uomo discreto e garbato che ha servito la propria città con rispetto e convinzione. Il Partito democratico perde un amico spesso anche critico e severo come soltanto i veri amici possono e sanno essere», si legge nella nota della segreteria del Pd viareggino, che aggiunge: «Per certi versi Parenti era un uomo di altri tempi, la sua eleganza nella persona, nell’eloquio, in ogni momento lo rendevano un incontro piacevole per parlare di diritto, di politica, e anche di arte e cultura». Questa mattina alle 10, alla chiesa del cimitero comunale, si terrà l’ultimo saluto a Parenti. Che lascia i figli Lelia e Bruno, e la moglie Emmabruna Vannucci. «Ma anche l’amatissimo nipotino Giovanni, nome con il quale tutti gli amici chiamavano Gianfrancesco», sono le parole dell’amico fraterno Alberto Benincasa, «al quale ha trasmesso la sua fede calcistica rigorosamente viola». «Ho perso un amico dai tempi del liceo» racconta commosso Antonio Dalle Mura, presidente di Italia Nostra Versilia: «Io giovane repubblicano e lui giovane liberale. A cementare la nostra amicizia, su fronti diversi, il senso della tolleranza. La cultura della tolleranza e della laicità erano per Giovanni persona di grande apertura valori veri, profondi». Gianfrancesco Parenti (foto d’archivio) Nel 2005, quando era nella Giunta del sindaco Marcucci, dichiarò apertamente la propria appartenenza alla Massoneria

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