25 aprile. Il Gran Maestro Antonio Seminario: “E’ una data simbolo che deve unirci tutti nel segno di valori che sono irrinunciabili”

“Quella del 25 aprile è una data simbolo anche per la Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, una data che deve unirci nel segno di valori che sono irrinunciabili, a cominciare dalla parola Libertà che è scolpita nel trinomio all’Oriente dei nostri templi insieme a Uguaglianza e Fratellanza”. Lo ha detto il Gran Maestro  Antonio Seminario sottolineando come questa celebrazione  debba essere per tutti gli italiani “la festa della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, della rinascita del paese martoriato dalla dittatura e dalla guerra e  dell’avvento della Democrazia”. 

“Il Grande Oriente ricorda con fierezza e gratitudine i tanti uomini e donne, che contribuirono con la loro azione e con il loro sacrificio al trionfo della libertà. Ma anche i tanti Fratelli, che lottarono con coraggio e determinazione contro gli oppressori dello spirito e delle coscienze e resero possibile la nascita della Repubblica e l’affermazione dei principi e dei valori contenuti nella Costituzione. Fratelli che furono perseguitati e mandati al confino”, ha aggiunto il Gran Maestro  invitando “a non essere divisivi su principi  fondamentali che fanno parte della storia dell’Italia democratica, ma anche della storia della Massoneria”.

E il suo pensiero è andato al Gran Maestro Martire Domizio Torrigiani, che si trovò a guidare la Comunione in uno dei momenti più difficili e dolorosi della storia italiana, tra la fine del primo conflitto mondiale e l’avvento del fascismo che perseguitò la Massoneria. A fratelli come Mario Angeloni, illustre avvocato perugino leader antifascista in esilio, morto in combattimento all’inizio della guerra di Spagna, che condivise il confino a Ustica con Giulio Bacchetti, alto rango del Goi, che aveva contribuito all’acquisto di Palazzo Giustiniani, che il regime requisí al Grande Oriente. A Placido Martini, a Silvio Campanile, che insieme ad altri massoni vennero trucidati alle fosse Ardeatine… A Giordano Bruno Ferrari, figlio del Gran Maestro e scultore Ettore Ferrari, autore della statua di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori, convinto antifascista e fortemente attivo durante la Liberazione, che venne arrestato dai tedeschi 13 marzo 1944, torturato, condannato a morte e fucilato, il 24 maggio successivo, a Forte Bravetta dove oggi figura nell’elenco dei martiri. E ai liberi muratori che parteciparono in seno all’Assemblea Costituente alla stesura della nostra Carta Fondamentale. Tra i piú noti Giuseppe Chiostergi, Ugo della Seta, Randolfo Pacciardi, Piero Calamandrei, Giovanni Conti, Eduardo Di Giovanni, Vito Reale, Cirpiano Facchinetti, Oliviero Zuccarini, Aldo Spallicci, Mario Cevolotto e Meuccio Ruini, quest’ultimo fu anche presidente della Commissione dei 75, incaricata di scrivere bozza della Costituzione.

“È per loro e per la Libertà -ha rimarcato il Gm Seminario- che oggi dobbiamo più che mai ancorarci ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza per affrontare il particolare e delicato momento storico che stiamo vivendo con il dolore di una guerra che insanguina l’Europa e il conflitto in Medio Oriente. Ed é assolutamente necessario non dare per scontato quei valori ma custodirli nel cuore, difenderli e trasmetterli alle nuove generazioni”.



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