Il 17 febbraio i Valdesi celebrano la festa della libertà

Il 17 febbraio è una data due volte storica per chi è incessantemente impegnato a combattere in ogni momento gli integralismi, l’imposizione di dogmi e di copyright divini, il prevalere del pensiero unico, i tentativi di ridurre a soggezione individuale e sociale gli essere umani. Una data che si identifica con Giordano Bruno, che il 17 febbraio del 1600 venne messo sul rogo per eresia a Roma in piazza Campo dè Fiori, ma una data che celebra anche la conquista dei diritti civili da parte dei valdesi – e successivamente degli ebrei – con l’emanazione nel 1848 delle Regiae Patenti di Carlo Alberto. Ricorrenze entrambe care alla Massoneria che si batte da sempre per la libertà di pensiero, per la necessità del dialogo con chi ha idee diverse dalle nostre e per la tolleranza e che ha già annoverato nel suo calendario questo giorno per questa sua importante e duplice valenza. Lo ha ricordato anche  il Gran Maestro Stefano Bisi durante l’incontro che si è tenuto l’11 febbraio a Roma nella Facoltà di Teologia Valdese, dedicato al tema dell’ascolto. Il suo pensiero è andato al filosofo nolano e ai falò della Val di Pellice che ogni 17 febbraio vengono gioiosamente accesi in ricordo appunto della fine per la piccola comunità valdese di secoli di persecuzioni . Il Grande Oriente da tempo auspica che questa ricorrenza venga estesa a tutto il paese nel ricordo e nell’affermazione continua di principi basilari nella vita dei singoli e delle società umane e che venga istituita una giornata della libertà di pensiero, di coscienza e di religione nel nome di Bruno e dei Valdesi.



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