150 anni fa nasceva Leone Mucci, politico, libero muratore, avvocato dei lavoratori e dei perseguitati politici. Il Goi e San Severo, la sua cittá, lo hanno ricordato con un convegno

Il 10 gennaio di 150 anni fa nasceva a San Severo, in provincia di Foggia, centro pulsante del Tavoliere, Leone Mucci, politico, avvocato dei lavoratori e dei perseguitati politici, e massone. Il Grande Oriente d’Italia e la sua cittá lo hanno ricordato con un convegno che si é tenuto nel Foyer del Teatro Comunale Giuseppe Verdi. In mattinata la Massoneria del Goi del territorio gli ha reso omaggio deponendo una corona di fiori sulla sua tomba, dove sono state solo recentemente traslate le spoglie, che si trova nell’area dello storico cimitero cittadino riservata ai sindaci.

All’incontro hanno partecipato il sindaco Francesco Miglio, l’assessore alla Cultura Celeste Iacovino, il presidente del Collegio della Puglia Luigi Gianni, Gabriele Falcone, maestro venerabile della loggia Raimondo De Sangro, Antonio D’Amico, giornalista, Michele Santarelli, ex primo cittadino della cittá e attuale segretario provinciale del Partito Socialista e Enzo Maraio, segretario nazionale del Psi. Ha moderato Michele Princigallo Responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune.

L’iniziazione

Pupillo di Andrea Costa, Filippo Turati e Arturo Labriola, Leone Mucci, venne iniziato nella loggia Humanitas di San Ferdinando di Puglia il 29 settembre 1908, e, due anni dopo, il 28 novembre, rientrato per breve dagli Stati Uniti, era stato elevato nello stesso giorno al grado di compagno e di maestro. “Non è la violenza che farà trionfare la nostra idea, ma unicamente la discussione e la verità che si impone all’intelletto: la nostra arma è la parola che illumina le menti; il nostro nemico l’ignoranza e il pregiudizio”. Sono le sue parole, la sua eredità spirituale, che le umiliazioni e i sogni infranti che segnarono gli ultimi anni della sua vita non sono riusciti a cancellare.

Il processo

Entrato nella storia come avvocato dei lavoratori e dei perseguitati politici, di cui difese i diritti con straordinaria passione, Mucci, nel 1912 a Boston guidó il collegio di difesa di Arturo Giovannitti e Giuseppe Ettor, due leader sindacalisti italiani dell’Iww (Industrial workers of the world), e di Joseph Caruso, operaio, coinvolti nelle manifestazioni di protesta che infiammarono il Massachusetts nei primi mesi di quell’anno. I due, sottoposti al giudizio di una giuria del tribunale di Salem, città tristemente famosa per il processo per stregoneria che si era celebrato nel 1692, vennero assolti. Quella vicenda giudiziaria fu una grande vittoria per il movimento sindacale americano e segnò un punto di svolta importante nella legislazione sul lavoro.

Il caso Sacco e Vanzetti

L’anno dopo, su invito della direzione del Partito Socialista, rientrò in Italia, accolto alla stazione della sua città da una folla di 20 mila persone, come riferiscono le cronache locali. Vinse le elezioni per la Camera dei deputati nel 1919 e nel 1921, due legislature che lo videro battersi in prima linea per la rinascita del Mezzogiorno. Non solo. Quando nella primavera del 1920 esplose il caso Sacco e Vanzetti -per altro Sacco era un uomo della sua terra, emigrato negli Stati Uniti da Torremaggiore, piccolo centro vicino a San Severo- Mucci fece il possibile per sensibilizzare il governo che attaccò, in più riprese, duramente sia con interrogazioni parlamentari che con dibattiti alla Camera, chiedendo un intervento attivo, e rimase sempre fino all’ultimo in stretto contatto con Fred Moore, l’avvocato difensore dei due italiani, suo amico ai tempi di Boston.

Suo il ddl sull’Acquedotto Pugliese

Durante i due mandati parlamentari venne eletto membro della Commissione permanente per l’Economia nazionale e commissario per le autorizzazioni a procedere contro i deputati sotto inchiesta e presentò alcuni disegni di legge, tra cui la proroga dell’esercizio provvisorio dei bilanci, provvedimenti per il Mezzogiorno e per le Isole Tremiti e per la costituzione dell’Ente Autonomo dell’Acquedotto Pugliese.

L’avvento del fascismo

Con l’avvento del fascismo la vita di Mucci divenne impossibile. Perseguitato dalle squadracce del regime, si trasferì a Roma, dove continuò a mantenersi in contatto con Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Di Vagno e altri. Arrestato il 2 dicembre del 1926, fu prima mandato a Lampedusa e poi a Foggia, sotto vigilanza. Vessato in ogni modo, spesso rinchiuso, senza motivo, per qualche ora o per qualche giorno in camera di sicurezza, gli fu persino vietato di portare il cappello e imposto di sostituirlo con una bustina di carta di giornale, come era quella dei muratori, lui che appunto era un libero muratore. Colpito da una grave e lunga malattia, che lo consumò ed esaurì, si spense il 18 dicembre 1946.

La sua cittá lo ricorda

“Vogliamo ricordare con un convegno – hanno dichiarato il Sindaco di San Severo Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura Celeste Iacovino – uno dei figli prediletti della nostra San Severo proprio nel giorno in cui è nato 150 anni fa, il 10 gennaio 1874. Leone Mucci ha contraddistinto, con ingegno, capacità e forte attivismo, un segmento importante della nostra storia, di quella della nostra San Severo, dove ha ricoperto ogni ruolo istituzionale: è stato consigliere comunale, assessore e Pro Sindaco, eletto Deputato al Parlamento del Regno d’Italia. E’ stato apprezzato leader socialista in Italia e negli Stati Uniti, illuminato avvocato in entrambi i continenti (aiutato dalla forte conoscenza delle lingue: infatti parlava fluentemente anche l’inglese, il francese e il tedesco), ha difeso i diritti dei più poveri, degli emarginati, dei braccianti, degli emigranti, diventandone un loro insostituibile punto di riferimento durante il suo lungo soggiorno a Boston negli Stati Uniti prima dello scoppio della Grande Guerra. San Severo gli ha dedicato una arteria tra le più importanti della città e la Sala della Giunta a Palazzo Celestini. Solo poche settimane fa la sua salma è stata traslata e riposa ora nell’area cimiteriale occupata dalle spoglie dei Sindaci di San Severo nel viale principale del Cimitero”. La sua storia è raccontata in un saggio, corredato da un’ampia docu­mentazione, dal titolo “Leone Mucci. Il difficile cammino del Socialismo” (Capone editore 1989) di Assunta Facchini e Raffaele Iacovino. IN ALLEGATO LA BROCHURE

Per approfondire leggi Erasmo n.6 2020

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