Dedicato al sindaco e massone Ernesto Nathan il primo appuntamento d’autunno a Casa Nathan

La Massoneria deve comprendere sempre i grandi cambiamenti e mettersi al passo con i tempi. Lo deve saper fare oggi nell’era di Internet, proprio come ha saputo farlo tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, quando è riuscita a dare un grande e straordinario contributo alla modernizzazione dell’Italia. Lo dimostra l’esempio di Ernesto Nathan, sindaco di Roma che fu alla guida del Grande Oriente d’Italia dal 1896 al 1904 e dal 1917 al 1919. E’ questo il messaggio lanciato dal Gran Maestro Stefano Bisi in occasione del convegno “Il buon governo di Ernesto Nathan.

Metodi e idealità per una Italia nuova”, organizzato dal Servizio Biblioteca il 17 ottobre a Casa Nathan, la nuova Casa Massonica romana e Centro Polifunzionale del Goi. E’ dalla sua storia e dalla sua cultura, alle quali la Libera Muratoria ha dato un fortissimo contributo, che l’Italia deve ripartire, ha sottolineato il Gran Maestro, ringraziando il Gran Bibliotecario Bernardino Fioravanti per le sue iniziative di così alto spessore e auspicando che il Grande Oriente possa riottenere uno suo spazio a Palazzo Giustiniani, sede storica dell’Obbedienza, inaugurata proprio da Nathan, per poter esporre libri e documenti che ripercorrono il cammino della Libera Muratoria. “La speranza -ha detto- è che la democrazia ci restituisca ciò che il fascismo ci ha sottratto con violenza”.

La straordinaria esperienza del blocco popolare
Ha introdotto i lavori del convegno il professor Carlo Ricotti dell’Università Luiss “Guido Carli”, che ha tracciato il quadro storico di riferimento, caratterizzato dal grande attivismo di radicali, socialisti e repubblicani, nel quale si inserì la straordinaria esperienza romana di Nathan e del suo blocco popolare. Esperienza che non fu isolata. Ne seguirono molte altre e tutte recano in maniera forte ed evidente traccia di “valori e personaggi della nostra istituzione, simbolo di buon governo”, ma anche “espressione compiuta, come anche la recente storiografia ormai riconosce, di un grande movimento europeo di modernizzazione”.

Nathan amministrò in maniera eccellente la Capitale (1907-1913), del resto quando salì in Campidoglio vantava già una lunga esperienza di amministratore pubblico e il suo impegno prioritario fu la scuola e l’educazione, indispensabile per la formazione dei cittadini consapevoli e responsabili, ma non mancò di occuparsi anche di sanità, trasporti, municipalizzazione delle varie aziende di servizi comunali, piano regolatore. Un modello di cui ancora oggi si sente più che mai la necessità. La sua figura e la sua giunta fecero da apripista estendendo anche ad altre città la formula dell’alleanza tra le forze riformatrici.

Anche la Massoneria giocò un ruolo di primo piano non facendo mai mancare il suo appoggio deciso alla politica dei blocchi popolari adottata apertamente dal Gran Maestro Ettore Ferrari nella Costituente massonica dell’aprile 1908. Nella sua giunta, Nathan poté circondarsi di dirigenti e dignitari del Grande Oriente d’Italia come Achille Ballori, Sovrano Gran Commendatore del rito Scozzese Antico e Accettato, che assunse le funzioni di pro-sindaco e assessore alla Sanità, Giovanni Antonio Vanni, capogruppo del blocco in Consiglio Comunale che fu presidente dello IACP, Assessore all’Agro Romano e Gran Maestro Aggiunto nel 1911 con Ferrari e ancora Meuccio Ruini, assessore e presidente dell’Incis e Gustavo Canti, assessore alla Pubblica Istruzione. Una presenza che assicurerà, anche nei momenti di forte contrapposizione, una coesione di fondo della coalizione, grazie anche alla capacità di mediazione dello stesso Nathan.

“La vera cifra dell’amministrazione Nathan – prosegue Ricotti – quello che colpisce ancora oggi di Nathan e dei suoi collaboratori è la capacità di pensare la modernità e progettare il futuro”. Non va poi dimenticato l’altissimo livello tecnico-scientifico dei membri dell’amministrazione e dei suoi collaboratori: Ivanoe Bonomi, Tullio Rossi Doria, Giovanni Montemartini, Vanni, sono tutti espressione della cultura italiana più moderna, che ha scalato le Alpi, e ha studiato le soluzioni più avanzate in Europa: dalle riforme sociali bismarkiane alle recenti razionalizzazioni del self-government britannico; non a caso nel suo discorso di insediamento del 2 dicembre 1907, Nathan dichiarava che: “l’aspirazione nostra deve tendere più al County Council di Londra che alla Prefettura della Senna di Parigi”. E’, in altre parole, una classe di governo che ha ben presenti, perché li ha analizzati, i problemi delle metropoli moderne. In conclusione, il professor Ricotti sottolinea come i tre insegnamenti di Nathan sono: 1) il tentativo di realizzare una forza riformatrice; 2) la centralità dell’istruzione e della ricerca; 3) l’esperienza e l’influenza mazziniana che lo accompagnò per tutta la vita. “La vita è una serie di doveri che bisogna compiere” ecco l’augurio espresso da Mazzini a Nathan in occasione del suo matrimonio.

Il modello milanese
Un filo rosso quello del buon governo radical-socialista e massonico delle amministrazioni locali che da un punto di vista cronologico ha un suo punto di partenza a Milano e prima ancora a Parma, ha ricordato nella sua relazione Marco Cuzzi (Università degli Studi di Milano). La giunta di Giuseppe Mussi, anche lui massone, si insediò a Palazzo Marino nel 1899 e fu la risultante di diversi fattori: una nuova generazione borghese che, in polemica con i vecchi ceti, e basante la sua forza principalmente su una piccolo-media borghesia imprenditoriale e artigiana, richiede sin dagli ultimi decenni del XIX secolo un’amministrazione più efficiente e servizi adeguati; un Partito socialista dominato dalle componenti riformiste moderate (Turati), ultrariformiste (Bissolati) e municipaliste (Caldara); una massoneria attenta ai problemi sociali, e ampiamente egemone del mondo radicale e repubblicano, che trova compiutezza nel vasto processo di modernizzazione e di secolarizzazione della città.

Su tutto ciò cala la cesura del maggio 1898, che può essere letta come una definitiva rottura tra le forze borghesi: a differenza di altri casi, a Milano non si avrà, almeno nell’immediato, l’alleanza tra liberali e radicali, e questo spingerà gli eredi di Cavallotti a stringere un accordo con repubblicani e socialisti anzitutto per ripristinare la legalità e quindi per rilanciare la città alla guida di una più vasta trasformazione del Paese. Si tratta di un episodio, rispetto alla tradizionale posizione antipolitica di una certa classe imprenditoriale milanese. Il risultato è un’alleanza dei partiti popolari che sale a Palazzo marino già nel dicembre 1899 e che resta, con alterne vicende, alla guida della città per quattro anni, compiendo una vasta opera riformatrice.
Una stagione di cambiamenti epocali per Milano, che verrà in qualche modo rivissuta tra il 1914 e il 1920 con la giunta socialista di Emilio Caldara, pur con tutte le grandi differenze e le lontananze culturali rispetto a Nathan, sembrerà far rivivere la stagione radical-socialista di riforme e modernizzazione d’inizio secolo.

La giunta Sangiorgi a Firenze
Firenze con la giunta di Francesco Sangiorgi, che fu sindaco dal 1907 al 1909, presenta tutte le caratteristiche dell’esperienza romana di Nathan, ha riferito poi nel suo intervento Zeffiro Ciuffoletti, (Università degli Studi di Firenze), concordando con Ricotti sul fatto che quanto avvenne in Italia in quegli anni fu “un fenomeno che si manifestò in tutt’Europa”. “Quando radicali e socialisti -ha spiegato- conquistarono il governo della città diedero infatti testimonianza di larghezza di vedute e originalità di interventi nel processo di modernizzazione urbanistica e dei servizi sociali delle città: dalla scuola ai trasporti”.

Tre grandi esempi: Urbino, Foligno, Imola
“Solo di recente si è iniziato a prestare attenzione alla presenza della Massoneria nelle amministrazioni locali, specialmente nei Comuni, all’indomani dell’unità nazionale”, ha osservato nel suo intervento Francesco Sberlati (Università degli Studi di Bologna), riferendo come di fatto i sindaci svolsero un ruolo di primo piano, di rilevanza non inferiore a quello di deputati o ministri o prefetti. “Nonostante non mancassero -ha detto- divergenze interne, il contributo della massoneria nel quadro delle amministrazioni locali fu tutt’altro che secondario e mostra anzi alcune caratteristiche che collegano fra loro esperienze geograficamente distanti”. Tra queste, lo studioso si è soffermato ad analizzare tre casi esemplari: Francesco Budassi a Urbino; Francesco Fazi a Foligno; Attilio Morara Casadio a Imola. Profonde le affinità in queste e in altre amministrazioni di fine Ottocento e inizio Novecento tutte accomunate dalla voglia di costruire un adeguato sistema di raccordo con il governo centrale e da una visione democratica e progressista fondata su ideali comuni e ispirata ai principi della Libera Muratoria alla quale appartenevano tanti primi cittadini.

Il prossimo incontro del Servizio Biblioteca è in programma a Casa Nathan per il 6 novembre alle 18.00 e sarà dedicato alla presentazione del trattato illuministico-massonico “Il Purgatorio Ragionato” di Francesco Longano a cura di Francesco Lepore pubblicato in Miscellanea Apostolica Vaticanae XX. Modererà il giornalista Ignazio Ingrao, interverranno il Gran Maestro Stefano Bisi, Lepore, Ruggero di Castiglione, Paolo Rodari, Antonio Trampus e Gianni Eugenio Viola.


“A spasso con Nathan” è il titolo del cortometraggio proiettato nel corso del convegno. Nel film di Giovanni e Giacomo Piperno -il primo regista e autore di documentari, il secondo attore e doppiatore- un ragazzino viene incaricato dal suo insegnante di fare una ricerca dedicata allo storico sindaco di Roma. Il piccolo chiede aiuto al nonno, insieme al quale inizierà un insolito e affascinante percorso attraverso la città e i luoghi più significativi legati alla memoria di Ernesto Nathan, che fu primo cittadino dal 1907 al 1913. Una favola straordinaria per raccontare con leggerezza il passato.

Video della conferenza – Prima parte

Video della conferenza – Seconda parte



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