XX Settembre 1870. Il Gran Maestro Bisi a Porta Pia, “Vogliamo e chiediamo che questa data cancellata dal regime fascista venga celebrata con tutti gli onori che merita”.

“Noi c’eravamo ieri. Ci siamo oggi. E ci saremo domani. Perché quel 20 settembre 1870, i fratelli del Grande Oriente d’Italia non lo dimenticano. E non è per fare una nuova battaglia contro qualcuno. E’ un impegno per la memoria, per la libertà e per la giustizia, affinché le istituzioni pubbliche si ricordino di questa ricorrenza, che come ebbe a dire il Gran Maestro Ernesto Nathan, fu una svolta nella storia d’Italia, e che fu definita da colui che sarebbe diventato Paolo VI una data della Provvidenza”. Lo ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi nel corso della cerimonia che si è tenuta come ogni anno dinanzi alla Breccia di Porta Pia. “N oi auspichiamo ancora una volta – ha aggiunto il Gm-  e non ci stancheremo di ripeterlo, che questa data, che era segnata in rosso sul calendario e venne poi cancellata dal fascismo torni a essere festa nazionale, torni ad essere celebrata. Lo dobbiamo a quanti morirono per l’unità d’Italia, lo dobbiamo a quanti caddero quel giorno, lo dobbiamo a Niccolò Scatoli, il bersagliere senese che quella fatidica mattina suonò la carica”.

“Non c’eravamo ieri. Ci siamo oggi. E ci saremo domani .Perché quel 20 settembre 1870, i fratelli del Grande Oriente d’Italia non lo dimenticano. E non è per fare una nuova battaglia contro qualcuno. Ma un impegno per la memoria, per la libertà e per la giustizia. Una  battaglia affinché le istituzioni pubbliche si ricordino di questa ricorrenza, che come ebbe a dire il Gran Maestro Ernesto Nathan, fu una svolta nella storia d’Italia, e che fu definita da colui che sarebbe diventato Paolo VI una data della Provvidenza”. Lo ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi nel corso della cerimonia che si è tenuta come ogni anno in questa ricorrenza dinanzi alla Breccia di Porta Pia. “N oi auspichiamo ancora una volta – ha aggiunto il Gm-  e non ci stancheremo di ripeterlo, che questa data, che era segnata in rosso sul calendario e venne poi cancellata dal fascismo torni a essere festa nazionale, torni ad essere celebrata. Lo dobbiamo a quanti morirono per l’unità d’Italia, lo dobbiamo a quanti morirono quel giorno, lo dobbiamo a Niccolò Scatoli, il bersagliere che quella fatidica mattina suonò la carica”.

Non solo Porta Pia. Come è tradizione, la giornata del XX Settembre per il Grande Oriente si è  aperta al Gianicolo, con il consueto  omaggio a Giuseppe e Anita Garibaldi. Tantissimi i fratelli presenti numerosi e uniti a stringersi in questa data così densa di storia introno al Gran Maestro e alla Giunta.

La battaglia per Roma

Il 20 settembre 1870, alle prime luci del mattino, i cannoni del generale Raffaele Cadorna aprirono una breccia di trenta metri nelle Mura Aureliane, poco distante da Porta Pia. L’entrata dei bersaglieri in Roma non fu soltanto un episodio militare: fu il compimento del Risorgimento, l’atto che trasformò la città eterna nella capitale del Regno d’Italia, ponendo fine al potere temporale dei papi. Quella data, per decenni, fu venerata come la vera festa civile della neonata nazione italiana. L’imprimatur ufficiale arrivò nel 1895, con l’entrata in vigore della legge 19 luglio n. 401,  che prevedeva celebrazioni per l’Unità conquistata nelle scuole, nei municipi e nelle piazze.  Ma nel 1930 tutto cambiò. Con la legge 27 dicembre n. 1726, il regime fascista abolì la festa, ritenuta incompatibile con i Patti Lateranensi da poco siglati con la Santa Sede. La data che ricordava la sconfitta del potere papale divenne ingombrante, e venne espunta dal calendario civile. Una cancellazione che la Repubblica non ha mai sanato. Da allora, più volte, in Parlamento si è tentato di riportare il 20 settembre tra le ricorrenze ufficiali, ma senza successo. Nel 2006, durante la XV legislatura, ad elaborare una proposta di legge che ripristinasse la ricorrenza nazionale fu il deputato Franco Grillini, insieme a Bimbi, Cappato, Cento, Cialente, La Malfa, Mancini, Maran, Rugghia e Visco. Ma quel progetto rimase lettera morta. Lo stesso Grillini ci riprovò nel 2000 presentando un nuovo testo, che ebbe lo stesso destino del primo. Nel 2016 fu il deputato Luca D’Alessandro a farsi promotore di una nuova iniziativa chiedendo che il 20 settembre fosse celebrato con iniziative civili e culturali come “Giorno del Risorgimento italiano”. Anche questa proposta si spense nei cassetti parlamentari.

Un faro di libertà

Quella data, simbolo della laicità delle istituzioni e della separazione tra potere temporale e spirituale, è sempre stata particolarmente significativa anche per Marco Pannella. Per il leader radicale, il XX Settembre non era una semplice ricorrenza da celebrare con toni retorici, ma il segno tangibile di una battaglia sempre attuale, da rinnovare anno dopo anno, nella convinzione che la libertà e i diritti civili non siano mai conquiste definitive, ma traguardi da difendere quotidianamente. Nel 2015, in occasione del 145° anniversario della presa di Porta Pia, Pannella organizzò una manifestazione proprio di fronte alla storica breccia nelle Mura Aureliane. Con voce affaticata – sarebbe morto meno di un anno dopo – ma con lo stesso ardore che lo aveva sempre contraddistinto, sottolineò come quella ricorrenza fosse molto più di una pagina di storia: “La Breccia non è solo un ricordo, ma un invito costante a difendere la libertà e la laicità dello Stato. Se dimentichiamo Porta Pia, dimentichiamo noi stessi, la nostra identità civile.” Parole che restano uno dei suoi lasciti politici più intensi e che furono seguite, in quell’occasione, da un lungo abbraccio con il Gran Maestro Bisi, anche lui  presente a Porta Pia per il tradizionale omaggio del Grande Oriente a quel momento fondativo, che da sempre simboleggia la continuità dei valori della Massoneria italiana, emblema della lotta per l’emancipazione, per la democrazia e per il trionfo dello Stato laico. Porta Pia non è un semplice rudere tra le Mura Aureliane, ma un faro che continua a indicare la strada: libertà, diritti e laicità. La porta stessa racchiude un destino simbolico.

XX Settembre, 2015, Il Gran Maestro Bisi con Marco Pannella


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