Strage in Kenya. Il Grande Oriente fa appello alla comunità internazionale a rompere il silenzio

Il Gran Maestro Bisi: “Bisogna essere decisi nel fermare le stragi e le persecuzioni mascherate da ragioni di fede e il martirio crescente che ferisce il cuore e provoca un grande dolore nello spirito di tutti gli uomini costruttori di pace e fratellanza”

La tragedia di Garissa, in Kenya, dove gli shaabab islamisti arrivati dalla Somalia hanno ucciso in un Campus 150 poveri studenti, ripropone angosce e paure già viste, e mette in primo piano ancora una volta l’urgente necessità che le Istituzioni e tutte le forze democratiche in Occidente gridino ad alta voce, come ha fatto Papa Bergoglio, con tutta la forza necessaria e senza rinchiudersi in pericolosi e ambigui silenzi, sdegno e condanna di fronte all’ennesimo massacro perpetrato nei confronti dell’Umanità dalle forze del male.

Bisogna condannare e frenare questi folli mostri che hanno spezzato tante giovani vite, questi folli mostri che stanno insidiando la nostra quotidianità, questi folli distruttori che stanno cercando di infondere nella nostra civiltà il germe della loro malvagità e che vogliono imporre la loro sinistra dittatura con la più spaventosa efferatezza, spargendo il sangue di tanti uomini e donne innocenti in tante parti del mondo. Non è un caso che in Kenya siano stato colpiti i luoghi del sapere e dell’istruzione, perché il sapere e l’istruzione sono una delle armi più temibili ed efficaci che l’Umanità ha per contrastare gli egemonici e crudeli piani di chi nutre soltanto odio nei confronti del prossimo e vuole con le decapitazioni ed i massacri di massa mettere ancora più in crisi un mondo alle prese con evidenti problemi di identità e di valori.

Il Grande Oriente d’Italia in questa ora cupa della storia e dei destini umani non può e non intende stare in silenzio ed è pronto ad alzare sempre la voce e la sua bandiera verde simbolo di speranza e coraggio, contro ogni bandiera nera del terrore. I liberi muratori del Grande Oriente d’Italia, fedeli ai loro principi di dialogo, di confronto, di tolleranza, invitano le nazioni unite e civili a non stare in silenzio. Bisogna essere decisi nel fermare le stragi e le persecuzioni mascherate da ragioni di fede e il martirio crescente che ferisce il cuore e provoca un grande dolore nello spirito di tutti gli uomini costruttori di Pace e fratellanza.

Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Roma, Il Vascello 7 aprile 2015



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