Società segrete nel Mediterraneo tra storia e nuove prospettive di ricerca

Sta crescendo a livello accademico l’attenzione per la storia delle società segrete in età contemporanea a partire dallo studio di Gian Mario Cazzaniga e Marco Marinucci, dal titolo “Per una storia della Carboneria dopo l’unità d’Italia” 1861-1975 (Gaffi, Roma) su un argomento poco studiato, quello delle vendite carbonare e del loro collegamento con organizzazioni politiche repubblicane, in un periodo quasi del tutto sconosciuto: dall’unità nazionale sino alla metà degli Anni ’70 del ‘900.

Un tema sul quale è in corso di pubblicazione in un volume collettaneo presso l’editore Viella anche un saggio di Marco Novarino. E che ha dato impulso all’iniziativa, nata all’interno delle attività del Centro Studi Il Mediterraneo – Al Mutawassit, che ha sede a Cagliari, di avviare le ricerche sulle società segrete che sono gravitate nell’orbita dell’area del Mediterraneo tra Ottocento e Novecento del secolo scorso e di raccoglierle in un volume, curato da Emanuela Locci, con la partecipazione di sette giovani ricercatori, italiani e stranieri.

Il saggio multilingue (italiano, inglese e francese), pubblicato da Bastogi, sarà strutturato in sette capitoli: “La critica alle società segrete nel processo di disfacimento della Repubblica di Venezia” di Sante di Biase, Università Sapienza, Roma. “La Sicilia segreta”: le trame massoniche per la rivolta contro i Borbone e la preparazione di un nuovo Stato di Salvatore Santuccio, Università di Catania. “I progetti geopolitici della massoneria filocavouriana: l’azione di Carlo Michele Buscalioni”, di Demetrio Xoccato, Università di Torino. “Greece: the case of Philiki etaireia & “Ethniki etaireia” di Ioannis Michaletos, Institute for Defense & Security Analysis, Atene. “La Crna ruka, una società segreta nella polveriera balcanica”, di Emanuela Locci, Università di Cagliari. “Storia ed evoluzione delle logge massoniche in Tunisia” di Leila El Houssi, Università di Firenze. “Géographie maçonnique: la Méditerranée comme vecteur symbolique” di Saïd Chaaya, Sorbona Parigi.



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