Roma 9 giugno 2010 (Affaritaliani.it) Retroscena / Bersani ha indossato il “grembiulino”. Ecco perché il Pd si apre ai massoni.

Si può essere massoni e iscritti al Pd a patto che la loggia non sia segreta e che, al momento di aderire al partito, si dichiari l’appartenenza a qualsiasi associazione così da consentire la verifica. Questa la decisione dei garanti del Partito Democratico che, di fatto, non sbarrano la strada alla massoneria, anche se impongono regole di trasparenza che varranno per tutti coloro che, oltre al Pd, fanno parte di altre aggregazioni laiche o religiose che siano. Decisione che però non placa i maldipancia degli ex Popolari. Beppe Fioroni in testa.

Ma perché Pierluigi Bersani ha accettato di lasciare aperte le porte dei Democratici alla massoneria? Semplice, spiega un parlamentare del Pd. In Romagna e in Toscana esiste da decenni una numerosa componente di massoni, storicamente anti-clericale e legata anche al vecchio Partito Repubblicano. Per questo motivo, nonostante il timore di clamorose uscite da parte dei cattolici (occhi puntati sui TeoDem rimasti nel Pd), il segretario ha deciso per una linea morbida. Troppo forte il pericolo di perdere consensi nelle Regioni rosse e nelle roccaforti della sinistra

Nel frattempo Ezio Gabrielli, l’assessore di Ancona costretto alle dimissioni dopo aver dichiarato di essere affiliato al Grande Oriente d’Italia, è sospeso dal partito. I garanti hanno deciso che potrà rientrare nel Pd se dimostrerà che la sua loggia massonica non è segreta e non ha fini contrari al codice etico e allo statuto. Ma, d’ora in poi, l’obbligo di dichiarazione preventiva varrà per tutte le associazioni, bocciofila o Opus Dei che sia. “È una delibera che riguarda tutte le associazioni – spiega il presidente della commissione di garanzia Luigi Berlinguer -. È una delibera contro tutte le organizzazioni segrete o riservate e contro un male tipicamente italiano, quello della raccomandazione. È una delibera all’insegna della trasparenza come valore fondante di una società democratica”.

Ma la decisione dei garanti non placa i critici. “Il nodo è politico – afferma Giuseppe Fioroni – e afferisce alla politica e non alle garanzie dello statuto perché è necessario sapere se l’autonomia e la libertà del Pd sono compatibili o no con l’appartenenza alla massoneria. La commissione – prosegue – ha individuato un percorso così complicato e farraginoso che spero, visto che sarà applicato a tutti, che non faccia passare la voglia di essere iscritti. Ma soprattutto si affida alla discrezionalità di valutazioni ciò che dovrebbe essere oggettivo e soprattutto dimostra, come detto dal presidente della commissione, che oggettivamente si è in presenza di sensibilità diverse dentro il Pd.

Ancora più deciso il giudizio di un altro ex Popolare, il senatore Lucio D’Ubaldo che si spinge fino ad invidiare le regole del Carroccio: “Spiace dirlo, ma la decisione della Commissione dei Garanti del Pd non mette un punto fermo sulla vicenda degli iscritti alla massoneria. Bossi è più chiaro”. Soddisfatto, invece, l’avvocato Ezio Gabrielli il cui caso, assieme a quello di un altro assessore Pd del comune di Scarlino (Grosseto), aveva scatenato il dibattito. “Mi pare una decisione aperta – commenta – e che, comunque, non vi sia alcun tipo di discriminazione della massoneria rispetto ad altre associazioni. È un fatto importante”. Quello della commissione, aggiunge, “è un giudizio più completo dovrò leggere attentamente la decisione, ma ripeto che mi sembra importante il fatto della non discriminazione”.

Quanto alla presunta segretezza della massoneria e, in particolare della maggiore obbedienza massonica italiana, Grande Oriente d’Italia, Gabrielli ricorda le parole del gran maestro Gustavo Raffi, che aveva sottolineato come si tratti di una associazione alla luce del sole, i cui iscritti giurano fedeltà alla Costituzione e il rispetto delle leggi italiane



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