Roma 29 maggio 2010 – (Il Foglio) Grembiuli democratici.

Ecco perché uno dei prossimi piccoli problemi da risolvere per il Pd si chiama massoneria.

Da qualche tempo a questa parte c’è una piccola domanda che gira con insistenza tra i corridoi del Partito democratico. Una domanda che non riguarda né il federalismo, né le intercettazioni né i termini della manovra finanziaria ma che a metà giugno finirà tra gli ordini del giorno della più importante tra le commissioni del Pd: quella di Garanzia. La domanda è semplice: Si può essere allo stesso tempo democratici e pure massoni?.

Il quesito è stato posto qualche mese fa da un esponente del Pd, il signor Ezio Gabrielli, ex assessore al Porto del comune di Ancona, che alla fine della scorsa estate aveva ammesso di essere un massone e aveva detto “di essere orgoglioso di esserlo”.

In seguito a un’insistita richiesta del sindaco della città (“un massone non può essere assessore”, era la tesi del primo cittadino), a novembre, Gabrielli si è dimesso dalla giunta marchigiana e ha iniziato a condurre una sua personalissima battaglia, arrivata ora al vaglio della commissione presieduta da Luigi Berlinguer.

Il senso di questa battaglia lo riassume al Foglio Gabrielli: “La massoneria è una risorsa dell’Italia e anche del Pd. E voglio che questo sia scritto nello statuto”. Un problema mica da poco, dato che tra i tanti punti presenti nel complicatissimo statuto del Pd una cosa è chiara: chiunque faccia parte di un’associazione segreta non può far parte del Pd.

Ecco, sarà così ancora a lungo? Della questione se ne riparlerà nei prossimi giorni quando la commissione avrà il compito di rivedere la norma e decidere definitivamente se la massoneria potrà essere accettata dal Pd, oppure no.

“Avete idea – racconta un noto esponente del Pd – di quanti dirigenti, soprattutto nel centro Italia, perderemo se dovessimo davvero vietare la massoneria? Neanche la chiesa oggi ti scomunica più se sei massone. Perché dovremmo continuare a farlo noi?”.

(Il Foglio) 29 MAG 2010



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