Roma 2 settembre 2010 – (Adnkronos) Serve oggi un nuovo ‘Risorgimento della ragione’.

“Un ponte per superare l’incompiuto e pensare una nuova idea di Italia. Questo il senso del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Tra riflessione storica e nuove ragioni di impegno condiviso, questo anniversario chiede alle coscienze libere di farsi carico di una storia profonda, proiettandola sul domani”. Così Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, parla al’ADNKRONOS delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

“Serve oggi un nuovo ‘Risorgimento della ragione’ -spiega l’avvocato ravennate alla guida di Palazzo Giustiniani- Ci sono tante questioni da affrontare guardando avanti e cogliendo un patrimonio di valori unitari e di sfide aperte. Perciò occorre porre pietre di costruzione per superare quelle che il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha definito ‘le incompiutezze dell’opera di edificazione dello Stato unitario’. Questo -rimarca Raffi- è anche un invito a leggere l’intero di una storia e non solo di una parte”.

“Sono convinto -sottolinea ancora il Gran Maestro del Goi- che questo anniversario possa rappresentare un ‘nuovo innesco’ capace di metterci in sintonia con i problemi reali del paese, superando il cortile delle polemiche e l’egoismo del particolare. Serve, come sempre, il coraggio di sfidare gli elefanti, ovvero le rendite di posizione di chi non ha intenzione di porsi in discussione. Ma occorre anche essere capaci di vedere l’unità nella diversità e multiculturalità dei nostri giorni, e costruire vie per il dialogo: questo vuol dire far strada all’Italia responsabile”.

“In questa topologia del 150° anniversario -sottolinea Raffi- intesa come spazio che raccoglie tutte le voci e le storie al di là della barriere cronologiche, stanno assieme il Gran Maestro massone Giuseppe Garibaldi, il pensiero di Mazzini e il sogno e il dolore di un Sud che è rimasto ancora il primo dovere della politica interna di questo paese. Le celebrazioni del centocinquantenario -ribadisce il Gran Maestro- non possono perciò ridursi a sterile nostalgia: esse hanno senso perchè l’Italia ha bisogno di una nuova e più forte coscienza unitaria”.

“Se questa nostra bella Italia -aggiunge- culla di cultura e di arte, ha un senso, lo ha come paese che crede e scommette sui giovani e sul loro pensiero”. Per la Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani, “la sfida è lottare la visione gattopardesca di abitare sempre il paese degli accomodamenti. Ma significa anche trovare antidoti etici, modelli e prassi per sconfiggere il virus della decomposizione, che affligge molte terre ed energie”.

“Svegliare il sentimento nazionale -sottolinea- vuol dire riscoprire un insieme di valori, di norme e simboli che sono parte di noi, dandoci forza per combattere quello che gli studiosi chiamano il fenomeno della de-istituzionalizzazione. Significa anche riscoprire la bellezza di coltivare un progetto per un’Italia diversa e vera, che non ha paura dell’agorà e del confronto. E’ L’Italia che amiamo -conclude Raffi- non è quella del pensiero sottratto ma del ‘nomos’ del cambiamento di mondo. Quello che più ci intriga, quello per cui vale la pena lottare: un ‘Nuovo Risorgimento’ della ragione e delle coscienze”.

(AdnKronos) 2 SET 2010



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