Roma 13 dicembre 2011 – (Adnkronos) Libri: ‘In nome dell’Uomo’, Raffi racconta le sfide della Massoneria nell’era di internet

21.400 liberi muratori organizzati in 757 logge, la laicità come progetto per l’Italia

“Ribelli per la verità e operai della speranza”. Gustavo Raffi, dal 1999 alla guida del Grande Oriente d’Italia, definisce così i Liberi Muratori di Palazzo Giustiniani: 21.400 Fratelli in tutta Italia, organizzati in 757 logge. Nel volume ‘In nome dell’Uomo. Dal Risorgimento alla modernità, il ruolo del Grande Oriente nell’Italia unita’, in libreria in questi giorni per le edizioni Mursia (pp.. 232, euro 17, a cura di Gerardo Picardo, prefazione di Paolo Peluffo), Raffi racconta il ruolo della Massoneria dal Risorgimento alla Modernità. Uomini del dubbio che sterrano strade all’incontro di culture e fedi diverse, abbracciandole nell’unico Pantheon dell’umanità.

Per loro la Massoneria è la religione della libertà, la cattedrale laica. Hanno un fine: educare una generazione di ribelli, coscienze libere contro il pensiero unico e il conformismo. Da anni, Raffi ha spalancato le porte di Villa il Vascello, sede nazionale dell’Ordine, e promuove il confronto a viso aperto sui grandi temi della laicità. I massoni hanno un passato di lotte per la libertà e hanno giocato un ruolo chiave per l’unificazione del Paese.

Il Gran Maestro del Grande Oriente continua in queste pagine il percorso di trasparenza che sin dall’inizio ha contraddistinto il suo mandato e affronta, senza mezzi termini, anche i nodi più discussi: dalla massoneria deviata al rapporto con la Chiesa. Le Logge sono centri di potere? “Chi coltiva simili pensieri ha preso fischi per fiaschi – taglia corto il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani – la storia ha dimostrato che i veicoli erano ben altri. Anche quando la Massoneria sembrò avere un grande potere, non era per il numero di tesserati ma per il suo grande progetto che calamitava le migliori intelligenze del Paese”.

La trasparenza sulle liste degli iscritti? “Le liste sono depositate, al di là della legge sulla privacy, il Grande Oriente subordina la pubblicizzazione solo ed esclusivamente alla “par condicio” con altre associazioni politiche, culturali religiose”. La P2 di Licio Gelli? “Dei terroristi che hanno mirato al cuore della nostra istituzione. La condanna del fenomeno P2 è totale e inappellabile”.

La segretezza? “Nella Libera Muratoria italiana la segretezza non ha alcun senso e infatti non esiste”. Archivi aperti e confronto con la società, proventi vendite destinati ad solidarietà Asili Notturni.

Raffi racconta in queste pagine la sua scommessa: quella di una Massoneria che è uscita dalle catacombe e dialoga alla luce del sole con la società di cui è parte, senza però rinunciare alle proprie radici, ai propri simboli e ai propri rituali e soprattutto al ruolo di religione civile e di laboratorio del libero pensiero.

La glasnost massonica ha portato in occasione del 150° dell’Unità d’Italia all’apertura degli archivi del Grande Oriente agli studiosi consentendo, come scrive il sottosegretario Paolo Peluffo nella prefazione, di rispondere alla domanda su che cosa fu davvero il contributo della Massoneria alla rivoluzione nazionale. Perché l’adesione alla Massoneria fu qualcosa di eccezionalmente importante per i patrioti, liberali o democratici.

Un’importanza che storiografia marxista o tradizionale ha depotenziato mentre la pubblicistica cattolica ha enfatizzato consolidando l’idea della cospirazione internazionale che avrebbe dato vita allo Stato italiano. Ora, grazie al contributo documentale del Grande Oriente, è possibile mettere a fuoco il ruolo della Massoneria in modo equilibrato. Da Cavour a Internet, Raffi ripercorre 150 anni della storia italiana attraverso le vicende della più antica comunione massonica del



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *