Roma 11 novembre 2009 – (Adn Kronos) Massoneria: Raffi (GOI), Dan Brown salga al Vascello per stanare ‘Il Simbolo Perduto’ l’intervista del Gran Maestro Gustavo Raffi all’Adn Kronos.

INVITO DEL GRAN MAESTRO ALLO SCRITTORE AMERICANO, SOLO UN ROMANZO MA E’ BELLO CERCARE INSIEME UN PEZZO DI VERITÀ.
La richiesta è già partita, la risposta non dovrebbe tardare. “Abbiamo invitato Dan Brown per un confronto aperto su ‘Il Simbolo perduto’ e la vera sapienza della Massoneria”. In un’intervista all’Adn Kronos Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia spiega che lo scrittore americano, autore del nuovo romanzo thriller pubblicato in Italia da Mondadori, potrebbe presto salire al Vascello, la villa con squadra e compasso collocata nel verde romano di Porta S. Pancrazio, sede di Palazzo Giustiniani, che con i suoi 21.000 membri è la più grande comunità massonica italiana.
“La nostra – spiega Gustavo Raffi – è sempre una casa di vetro, aperta al dialogo e al confronto con tutti. Siamo uomini del dubbio e sappiamo quanto è bello cercare insieme ad altri un pezzo di verità da portare all’alba. Qualche volta possiamo farlo anche in modo simpatico e questa è una di quelle occasioni”.
“Nel nuovo romanzo di Dan Brown – aggiunge l’avvocato ravennate, al terzo mandato alla guida del Goi – la Massoneria è infatti la spina dorsale della narrazione. La Massoneria americana in primo luogo, anche come ‘pietra’ fisica, ma a essere presa in considerazione è poi in realtà un pezzo dell’itinerario di bellezza vissuto dalla fratellanza universale”.
“Certo – nota Raffi – nelle pagine de ‘Il simbolo perduto’ non mancano inesattezze che balzano subito agli occhi di un iniziato. Ma si tratta ‘solo’ di un romanzo, non di un testo sacro. E tuttavia al di là dell’atmosfera di mistero che nella scenografia dell’avvincente thriller circonda l’istituzione, la traccia percorsa dal testo mostra che il vero segreto è come vivere e soprattutto, l’autore lo ricorda dall’inizio alla fine della narrazione, ‘come morire’.
E poi – rimarca il Gran Maestro del Goi – un dato è chiaro: anche in questo racconto di fantasia i liberi muratori hanno sempre il volto dei solitari cercatori di sapienza”.
“Sono eredi di percorsi di infinito e libero confronto, maestri nell’arte del taglio della pietra e nella pratica della tolleranza. Questo – ricorda il numero uno di Palazzo Giustiniani – è anche il motivo per il quale ogni anno migliaia di giovani bussano alle porte del nostro Tempio per intraprendere il fraterno cammino di chi conosce le fatiche della storia e la verità di quell’Ordo ab chao, l’ordine che viene dal caos, che è anche una spia testuale, quasi un ritornello, del simbolo perduto e alla fine ritrovato”.

NEL THRILLER L’ELOGIO DELLA TOLLERANZA MASSONICA, MA IL CODICE VERO VA CERCATO NELLA VITA.
Per Raffi ha ancora ragione l’autore del thriller di 604 pagine quando ricorda che la Massoneria può essere un dono per la società perché “permette – citazione testuale del libro, spiega il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – la coesistenza di fedi diverse al suo interno. ‘Un’apertura mentale non da poco’, dirà il protagonista Robert Langdon, professore di simbologia, in un’epoca in cui popoli di culture diverse arrivano a uccidersi per stabilire qual è la definizione migliore di Dio. Ecco perché, aggiungerà il cacciatore di simboli e codici segreti, la tradizione di tolleranza della Massoneria ‘mi sembra assolutamente encomiabile’. Essa accoglie uomini di tutte le razze, di tutti i colori e di tutte le fedi e propugna una fratellanza spirituale che non discrimina in alcun modo”.
“Così massone nel libro è Peter Solomon, il misterioso custode della piramide del mistero, simbolo sempre incompiuto dell’illuminazione, ma lo sono anche altri personaggi che si muovono sotto il sigillo della fenice a due teste con il numero 33 sul p



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