Roma 11 dicembre 2009 – Massoneria: Raffi (Grande Oriente) a sindaco Alemanno, “le schedature le facevano i nazisti e gli stalinisti”.

“Il Grande Oriente non è una società segreta, nessuna discriminazione venga dal Campidoglio”.

“La massima trasparenza dell’aula Giulio Cesare è una bella iniziativa: per iniziare basterebbe non fare discriminazioni. Anche perché le ‘schedature’ le facevano i nazisti e gli stalinisti, non vanno bene al Campidoglio. Le parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno, così come riportate oggi da “La Repubblica–Cronaca di Roma” dal titolo “In Campidoglio nessun iscritto a società segrete o alla Massoneria”, odorano di zolfo e riecheggiano, amiamo credere per ignoranza (nel senso latino del termine), le nefaste denunce del complotto demo-plutocratico-giudaico-massonico di triste e stucchevole memoria”.

Lo dichiara l’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, replicando all’amministrazione capitolina, e in riferimento al dibattito su uno degli emendamenti presentati dalla maggioranza di centrodestra alla proposta di delibera sull’anagrafe pubblica degli eletti di Roma, all’esame del consiglio comunale.

“Dobbiamo dolerci – afferma ancora Raffi – che nel terzo millennio ci sia ancora chi vuole schedare i cittadini sulla base del loro credo filosofico, sociale e di appartenenza a libere associazioni. Chiariamo ancora una volta e senza possibilità di equivoci che la Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani non è una società segreta, ma una benemerita formazione sociale che opera alla luce del sole, come le altre associazioni in un Paese democratico: i nominativi dei dirigenti sono pubblici, sono pubblici i confronti con esponenti della società civile, pubbliche le sue riviste, pubblico il sito internet e, addirittura, gli incontri della massima assise: la Gran Loggia. Quali complotti i suoi iscritti, liberi e di buoni costumi, dovrebbero ordire? La trasparenza è una cosa, la demagogia un’altra”.

“Ricordiamo a chi non ha memoria – prosegue Raffi – che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, accogliendo il ricorso del Grande Oriente d’Italia ha condannato più volte la Repubblica Italiana, a motivo di leggi emanate dalle Regioni Marche e Friuli, che operavano discriminazioni nei confronti dei Liberi Muratori, per violazione del fondamentale diritto di associazione. Poiché le dichiarazioni del primo cittadino della capitale danno un’immagine negativa di un’associazione legittima, soggetta alla disciplina del codice civile e conforme all’Ordinamento Giuridico Italiano e che, pertanto, beneficia delle garanzie previste dagli artt. 2 e 18 della Costituzione, il Grande Oriente d’Italia si riserva le più ampie tutele in tutte le sedi”.

“Spiace da ultimo – conclude Reffi – dover rimarcare che il Sindaco di Roma e tanti consiglieri dell’Urbe, non nutrano gli stessi pregiudizi nei confronti di chi ‘in alto loco’ e ‘dalla loro parte’ è tacciato, a torto o a ragione, di aver militato nella P2: fenomeno di cui il Grande Oriente è stato la prima vittima e nei cui confronti ha emanato una condanna inappellabile”.

Silvia Renzi, 3382366914,
comunicazione e rapporti con la stampa



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