“Religione civile è sentirsi cittadini e non sudditi. Partecipi di un destino comune”

Il Gran Maestro Raffi: “La Massoneria insegna a sentirsi solidali uscendo dall’egoismo e dalle logiche dell’interesse particolare”. Baldassarre: “Solo con responsabilità e valori profondi lo spirito della Costituzione tornerà a parlare alla nostra vita”

“Religione civile significa riscoprire la centralità del cittadino e sentirsi parte di una comunità nazionale che ha un destino comune. Se non si vogliono servi, dobbiamo tornare a essere scuola di formazione e impegnarci in un progetto che deve avere un’anima. Per questo è importante il lavoro della Massoneria, che insegna ad ascoltare le ragioni dell’altro, risvegliando la passione civile, insegnando la legge del dovere, a sentirsi solidali uscendo dall’egoismo e dalle logiche dell’interesse particolare”. Lo ha detto il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, concludendo il convegno ‘Religione Civile’, che si è tenuto il 1 settembre scorso presso la sala convegni ‘Ermanno Critelli’ delle Industrie grafiche ed editoriali Rubettino, a Soveria Mannelli (Cz). “Rischiamo di andare incontro ai nuovi Masaniello – ha avvertito Raffi – agli ‘arruffapopolo’, se non troveremo la forza di reagire. Bisogna rifiutate la libertà dei servi, avere il termometro dei problemi che affliggono i cittadini, avendo come riferimento le persone, non interessi di casta. Non ci sono missioni salvifiche o uomini della provvidenza che tengano: bisogna lavorare tutti insieme per uscire dalla crisi morale ed economica. C’è uno spread culturale che è più pericoloso di quello economico. Il risveglio dei cittadini è fondamentale per rigenerare un pensiero politico di lungo respiro, e attuare necessarie riforme solidali. Pensare la città significa lavorare per la sua crescita, investire in cultura e scuola pubblica, giovani e ricerca”. “Oggi più che mai – ha rimarcato il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani- serve responsabilità e solidarietà, riaprire il confronto laddove si alzano muri ed essere testimoni del coraggio di poter cambiare”.

L’evento, organizzato dal Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Calabria, ha visto la partecipazione del presidente del Collegio, Antonio Seminario, dell’Assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri e del Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Antonio Perfetti. L’apertura dei lavori è stata affidata al politologo Valerio Zanone. Il convegno, moderato da Enrico Cutaneo, ha visto le relazioni di Paolo Gastaldi, Università di Pavia (sul tema ‘Risorgimento Italiano e religione civile’); Santi Fedele, Università degli Studi di Messina (‘L’8 settembre: morte e resurrezione della Patria’); Antonio Baldassarre, giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale, sul tema ‘religione civile e democrazia’.

“Abbiamo avviato un percorso di rivoluzione culturale – ha detto nel suo saluto Ferdinando Serra, Maestro Venerabile della Loggia ‘La Sila – Dionisio Ponzio’ – perché identità vuol dire responsabilità. Attraverso la cultura c’è una crescita”. Serra ha presentato, insieme al Gran Maestro Raffi, il progetto per la ricollocazione della tomba del generale Francesco Stocco, protagonista delle battaglie per l’Unità d’Italia, che a Nicastro versa in uno stato di abbandono. Si tratta di una tomba a forma di piramide, alta due metri, in marmo bianco, che richiama la simbologia massonica. Il progetto, finanziato dalla Loggia ‘La Sila – Dionisio Ponzio’ 363 all’Oriente di Decollatura, è stato consegnato insieme a un plastico e a una pubblicazione, agli eredi del generale, Antonio, Giovanni e Paolo Stocco.

“Soveria Mannelli è parte del nostro vissuto – ha detto il presidente del Collegio, Antonio Seminario – di quella colta Calabria ricca di speranze, che ogni anno ci accoglie con affetto, regalandoci non solo preziosi momenti di confronto intellettuale tra comunità profana e comunità massonica, ma soprattutto la possibilità di approfondire varie sfaccettature della nostra cultura nazionale. La Calabria – ha proseguito Seminario – rappresenta per l’Italia ancora un diamante grezzo, essendo una terra dall’enorme potenziale, ma sulla quale occorre lavorare per poterne apprezzare a pieno la bellezza. In tale contesto, Soveria -grazie anche al particolare lavoro fatto negli anni dall’assessore Caligiuri- rappresenta sì un’eccezione, ma ci conferma che, una volta affinato e lavorato con amore, passione e zelo, quel diamante potrà iniziare a brillare”. “Appuntamenti come questo – ha concluso il presidente del Collegio – sono proprio l’inizio di quell’opera di pulizia della pietra grezza calabra, poiché conferiscono ulteriore lucentezza non solo alla città che ci ospita, ma a tutta la nostra regione”.

Nel suo intervento, il Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Antonio Perfetti, ha sottolineato “l’orgoglio della Massoneria nel costruire una religione laica, capace di unire gli uomini in progetti condivisi. Certe volte – ha detto – la verità ci è più vicina di quanto pensiamo. Libertà-uguaglianza-fratellanza sono principi che vanno difesi e vissuti, insieme al dubbio che è nostro compagno di strada”. Perfetti ha quindi richiamato la sentenza del Tribunale di Roma, depositata il 29 agosto scorso, che ha rigettato le richieste degli attori Natale De Luca, Virgilio Gaito, Delfo Del Bino, Giancarlo Zuccaccia, Gioele Magaldi e altri, i quali – in maniera infondata – avevano contestato avanti l’Autorità giudiziaria ordinaria e contro le decisioni assunte dagli organi del GOI, prima la legittimità della candidatura di Gustavo Raffi e poi la sua elezione a Gran Maestro. Il Gran Maestro Aggiunto ha invitato la folta platea ad alzarsi in piedi e a tributare un applauso al ‘Cavaliere bianco’, Ruggero Stincardini, che – ha spiegato – “ha difeso con successo l’Istituzione nel complesso procedimento giudiziario, restituendo al Grande Oriente la serenità che era stata minata dalla pretestuosa iniziativa giudiziaria”.

Valerio Zanone, politologo e presidente del Comitato scientifico del Grande Oriente per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha sottolineato che “la religione civile è come la luna: ha una faccia scura e una chiara. Quella scura si vede quando si ha la pretesa di essere portatori del bene in assoluto, magari da esportare nel mondo. Il volto in chiaro, invece, è data dalla sintesi di senso civile, di comunanza e dedizione alla Patria intesa come senso attivo dei valori e dei diritti dell’uomo”. Per il presidente del comitato scientifico del Grande Oriente, “oggi le 7 piaghe che affliggono l’Italia sono: costo del lavoro, dipendenza energetica, deficit di infrastrutture, pressione fiscale iniqua, tempi lenti della giustizia, l’ipertrofia burocratica (troppe risorse per gli apparati e poco per il servizio diretto), e la corruzione”. Richiamando quindi la lezione di Benedetto Croce, Zanone ha sottolineato che la religione civile “fa parte della storia dell’Europa, percorre i tempi anche nelle ore più ingrate. Vuol dire liberalismo e senso dello Stato, ma è anche il valore della cittadinanza. Quando si parla di valore – ha aggiunto – i laici come noi hanno tanto da dire. Lo Stato – ha rimarcato il politologo – è uno strumento per i diritti del cittadino, che non è un suddito”.

E’ stata quindi la volta di Paolo Gastaldi, dell’Università di Pavia, che nel suo intervento (‘Risorgimento Italiano e religione civile’) ha sottolineato la necessità di una religione intesa nel significato etimologico del termine, come “ciò che tiene insieme. In questa versione – ha proseguito – la religione non scomoda divinità, non attende rivelazioni, non ha presunzione di possedere le verità. Rifiuta il dogmatismo, ha come compagno il viaggio, predilige una pluralità di valori. E’ religione laica, terrena e civile, basata sulla condivisione di valori fondanti la convivenza, che non è freddo calcolo ma anche emozione e progetto. Unisce e cementa le generazioni nel tempo, costruisce legami tra storie che si succedono. Non è un paniere di valori statici, ma vive un’ottica dinamica”. “In Italia – ha sottolineato lo studioso – è stato un poeta, Ugo Foscolo, il vero precursore dell’educazione nazionale, con quella lezione che sfida i secoli: “A egregie cose il forte animo avvince…”. Abbiamo bisogno di riscoprire questa storia profonda – ha rimarcato Gastaldi – e di rafforzare i legami civili. Nella storia seguita all’unificazione, l’istituzione che meglio di tutti incarnò la religione civile è stata la Massoneria, che -spiegava Massimo Della Campa- non è il partito della Corona o della Repubblica, ma il partito dello Stato. Della Patria intesa come conquiste continue di emancipazione da realizzare”.

Santi Fedele, Gran Maestro del Grande Oriente e docente all’Università degli Studi di Messina, ha richiamato l’attenzione della platea sull’8 settembre, che “fu una tragedia nazionale autentica. Il Re fugge per imbarcarsi – ha ricordato lo storico – e da un giorno all’altro un esercito di quasi due milioni di uomini rimane senza ordini. Si assiste al fenomeno di intere divisioni che si arrendono a poche centinaia di militari tedeschi. L’8 settembre non si dissolse solo l’esercito ma la stessa macchina dello Stato e la sua impalcatura. Entra in crisi l’idea stessa della nazione italiana. Tutto è perduto. Benedetto Croce scrive: ‘Questa notte l’ho passata insonne, perché l’opera di cinque generazioni si è dissolta’. Ma quale Patria muore l’8 settembre? Non quella di Mazzini e dei garibaldini. La patria che muore è la patria fascista, il binomio nazione-regime”. “Ma la Patria risorge con la Resistenza. La patria che muore l’8 settembre risorge a Cefalonia. E nei 650.000 patrioti che morirono nei campi di concentramento. L’Italia risorge soprattutto con la proclamazione della Repubblica e la stesura della Costituzione. I costituenti riusciranno a dar vita a una Carta di straordinaria modernità, frutto dell’incontro di esperienze e culture diverse che in quella stagione si sono riconosciute in un comune patrimonio di valori, solidarietà e coesione sociale”.

Antonio Baldassarre, giurista e presidente emerito della Corte Costituzionale, è intervenuto sul tema ‘Religione civile e democrazia’, sottolineando “il senso profondo di quest’espressione: un individuo che ha fede in una religione civile crede in qualcosa che lo vincola, e che è fonte di doveri. Ciò che è fonte di dovere è la società, la Nazione. Se si ha una religione civile, come è auspicabile, ogni cittadino deve sentirla come sorgente di grandi doveri verso gli altri, e questa ‘trascendenza’ è rappresentata dallo Stato e dall’umanità”. Baldassarre ha quindi ricordato “l’esempio dell’America, dove è forte questo sentimento della religione civile. Non è un caso che la Costituzione Americana, la prima e vera autentica Costituzione che nasce dall’illuminismo. Non è un caso – ha rimarcato – che molti dei costituzionalisti riuniti a Filadelfia appartenevano alla Massoneria ed erano uniti da questa cultura di incontro con l’altro. Negli Stati Uniti, i valori racchiusi negli articoli della Costituzione sono vissuti come un sentimento autentico”. E in Italia? “La Costituzione – ha spiegato Baldassarre – che poteva costituire la base per la nascita di una religione civile, è stata un’occasione sprecata. Perché le fedeltà erano doppie o triple: alcuni partiti consideravano la Costituzione come un’esperienza provvisoria, mentre un’altra parte nutriva riserve. Storici e politologi hanno esaminato la difficoltà di formazione della coesione nazionale, un processo forse mai compiuto. Altrimenti – ha fatto notare il costituzionalista – non avremmo visto negli ultimi anni i maggiori partiti accusarsi di essere fuori dal sistema democratico. Abbiamo vissuto fino a pochi mesi fa un meccanismo di delegittimazione radicale che non si trova in nessun altro Paese occidentale. Con la Costituzione, l’Italia si è vista allo specchio. Prima, la democrazia in Italia non c’è mai stata. Ma questa grande occasione – ha ribadito – è stata perduta proprio per effetto dei partiti. Se è vero che non ci può essere democrazia senza partiti, è altrettanto vero che non ci può essere democrazia senza questi partiti. Solo con una religione civile, responsabilità e valori profondi – ha concluso Baldassarre – lo spirito della Costituzione tornerà a parlare alla nostra vita. Un percorso necessario di cui l’Italia ha bisogno. C’è bisogno di una rivoluzione: la religione civile è un presupposto essenziale per cambiare le cose. Altrimenti, avremo di fronte a noi anni tristi e difficili”.

Leggi il Comunicato del Gran Maestro



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